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L’origine della peste nera

La peste è una malattia infettiva causata dal batterio Yersinia pestis, agente eziologico che fu scoperto e isolato nel 11.894 EU (1894 d.C.) da Alexandre Yersin durante un’epidemia a Hong Kong.

Nel corso della storia, questa malattia ha causato diverse epidemie, come la peste di Giustiniano (10.541-10.542 EU, o 541-542 d.C.) e la peste nera (11.346-11.353 EU, o 1346-1353 d.C.). Il batterio utilizza come vettore le pulci, che a loro volta parassitano roditori o altri mammiferi in caso di prolungata siccità.

Le “forme”

Esistono diversi tipi di manifestazioni cliniche della peste sull’uomo.

La peste bubbonica è la forma più comune e si manifesta in seguito alla puntura da parte di una pulce infetta. Le ghiandole linfatiche si ingrossano per produrre i tipici “bubboni”: la sua letalità è del 60-85%.

Nella peste polmonare, invece, il batterio infetta i polmoni e la trasmissione avviene tramite “goccioline respiratorie” da persona a persona. Infine, la peste setticemica è causata dalla riproduzione del batterio nel circolo sanguigno e deriva da complicazioni delle due forme appena descritte. La sua letalità è del 100%.

Peste nera

La peste nera fu una grave epidemia di peste che si diffuse in Europa dall’11.346 al 11.353 EU (1346-1353 d.C.) e che causò la morte di un terzo della popolazione del continente, con picchi del 60% in alcune località. L’impatto socioeconomico e demografico fu estremo.

Questa epidemia arrivò alla fine di un periodo relativamente tranquillo, in cui la popolazione crebbe molto in fretta, i commerci si ampliarono e le coltivazioni si estesero.

Cambiamenti

Nonostante questo, dai primi decenni del 114° secolo EU (XIV secolo d.C.) le temperature calarono ed ebbe inizio un periodo più freddo conosciuto come “piccola era glaciale (Wiki)”.

La produzione di cereali non riusciva più a stare al passo con la domanda, e dal 11.315 al 11.317 EU (1315-1317 d.C.) l’Europa fu colpita da una grave carestia. Come se questo non bastasse, si registrarono epidemie di infezioni intestinali e dal 11.337 EU (1337 d.C.) scoppiò un conflitto (Wiki) tra Francia e Inghilterra destinato a durare per un secolo.

La diffusione della peste nera

Tutti questi fattori furono importanti e crearono le condizioni adatte alla diffusione della peste, che in Europa arrivò dall’Est.

Uno dei primi focolai di peste nera fu registrato a Caffa, in Crimea, assediata dall’esercito dell’Impero mongolo. Secondo alcuni studi, gli assedianti avrebbero lanciato con catapulte cadaveri di appestati, mentre secondo altre, sarebbero stati i roditori stessi a diffondere la malattia all’interno della colonia genovese.

Da Caffa, la peste si propagò lungo le rotte dei genovesi e arrivò in varie altre località, tra cui Costantinopoli. Da lì si diffuse poi a Cipro, Alessandria d’Egitto e Messina.
Una volta in Europa, la peste si diffuse in fretta, soprattutto in quelle zone più densamente popolate e in cui le condizioni igieniche erano precarie.

Zone meno colpite

Alcune zone furono risparmiate, o meglio, ebbero un numero di vittime minore rispetto ad altre.

Un esempio è la città di Milano, al tempo governata dai Visconti, un’importantissima famiglia nobile italiana. Il governo autoritario e il controllo delle merci rese possibile ridurre le perdite, così come in Polonia, in cui il re Casimiro il Grande isolò il paese “mettendo in quarantena” i confini.

 

La diffusione della peste nera in Europa e nel vicino Oriente dall’11.346 al 11.353 EU (1346-1353 d.C.) © Fonte

Quando finì la peste nera?

La data ufficiale è l’11.353 EU (1353 d.C.), ma in realtà vi furono nuove ondate per i 500 anni a venire: prima più frequenti e poi più sporadiche.

Da dove arrivava?

Numerosi studi hanno cercato, nel tempo, di capire da dove fosse partita l’epidemia. Ma la fonte geografica non è mai stata certa.

Sulla base di fonti storiche e dati genomici moderni sono state fatte ipotesi che riguardano luoghi diversi, dall’Eurasia occidentale all’Asia orientale. In particolare, l’ipotesi più accreditata (almeno fino a poco fa) era la Cina. Questo perché il paese ospita una delle diversità geniche più grandi al mondo dei ceppi moderni di Y. pestis.

Lo studio genomico

Uno studio pubblicato a giugno di quest’anno sulla famosa rivista scientifica Nature ha messo in dubbio l’ipotesi dell’origine cinese.

Per rispondere alla domanda “da dove arrivava la peste nera?”, gli studiosi del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia hanno analizzato ed estratto il DNA antico proveniente da alcuni individui sepolti nei cimiteri di Kara-Djigach e Burana, vicino al lago Issyk-Kul, nell’odierno Kirghizistan.

Sembra infatti che, in questo luogo, nel periodo tra l’11.338 e 11.339 EU (1338-1339 d.C.), una comunità dedita al commercio fu sconvolta da una pestilenza non meglio identificata.

Come facciamo a saperlo?

Beh… non è stato difficile: era scritto su alcune lapidi che, secondo la storica medievale Monica Green, sono per il periodo considerato “quanto di più simile ai certificati di morte”.

 

Lapidi incise di persone morte a causa di una pestilenza non meglio precisata (11.338-11.339 EU), provenienti dal cimitero di Kara-Djigach nell’attuale Kirghizistan. © Fonte

 

La prova

Nonostante questo, non vi erano prove certe che si trattasse di morti correlate alla peste. Tuttavia, grazie alle analisi del DNA antico estratto da 7 individui è stato possibile provare che alcuni di questi fossero stati colpiti dall’agente eziologico della peste: il batterio Y. pestis.

Ma come possiamo dire che l’epidemia partì proprio da lì?

La peste nera deriva da un singolo ceppo originario, che poi nel tempo si è diversificato in altre varianti. In particolare, studiando i genomi di batteri antichi e moderni, è stato scoperto che la peste nera è associata alla comparsa di quattro varianti principali, che sono nominate “ramo 1, 2, 3 e 4”.

Embè?

La scoperta di cui vi parlo oggi è sensazionale perché le sequenze ottenute da questo studio sembrano appartenere proprio al ceppo originario della “morte nera”, da cui poi si sono diversificati tutti gli altri.

Come vediamo nella figura sottostante, che possiamo immaginare come un albero genealogico di Y. pestis, i genomi ottenuti dalle sepolture di Issyk-Kul sono al centro. Ciò significa, appunto, che tutti gli altri genomi (sia storici che moderni) derivano da questi!

 

Filogenesi di Yersinia pestis, al centro (in magenta) è riportato il ceppo isolato dai cimiteri di Kara-Djigach e Burana, vicino al lago Issyk-Kul; i genomi storici sono i “pallini” colorati mentre quelli moderni i “pallini” in scala di grigi. © Fonte

 

Ma non è tutto

Un’altra importante prova deriva dai genomi attuali del patogeno, che sì, sopravvive ancora oggi in diverse popolazioni di roditori. Ebbene, analizzando i ceppi moderni del batterio Y. pestis nella regione in cui sono state ritrovate le sepolture, è stato scoperto che sono molto simili al ceppo originario dell’11.338 EU (1338 d.C.)!

L’opinione di uno storico

Per Philip Slavin, storico dell’economia e dell’ambiente presso l’Università di Stirling, è plausibile che l’area del lago di Issyk-Kul sia stato l’epicentro di questa epidemia, e che gli individui inumati nei cimiteri di Kara-Djigach e Burana siano tra le prime vittime della peste nera.

Questa regione si trovava infatti lungo le rotte commerciali della Via della Seta. A prova di questo, alcune sepolture della zona contenevano perle dell’Oceano Indiano, coralli del Mediterraneo e monete straniere. Le rotte commerciali, sia a lunga distanza che regionali, ebbero quindi un ruolo fondamentale nella diffusione del patogeno verso ovest!

Non è tutto così semplice…

Infatti, secondo la già citata Monica Green, la grande diversificazione dei ceppi di Y. pestis non sarebbe avvenuta nel periodo considerato (11.338-11.339 EU, o 1338-1339 d.C.), ma prima.

Sulla base di prove genetiche, ecologiche e storiche, Green ha ipotizzato che questa diversificazione avvenne grazie all’espansione dell’Impero mongolo nel 113° secolo EU (XIII secolo d.C.).

Lo sappiamo, la scienza non è nulla di certo, soprattutto quando si somma a periodi storici lontani dai nostri.

Erika Heritier

Mi chiamo Erika, sono laureata in Scienze dei Sistemi Naturali all'Università di Torino e mi diverto a scrivere. Mi piace creare nuovi contenuti originali: grafiche, video, articoli al fine di spiegare la scienza in modo semplice ai "non addetti ai lavori". Le scienze della natura sono interessanti, ricche di piccoli segreti e misteri da portare alla luce. Conoscere la natura significa anche rispettarla e migliorare il proprio rapporto con l'ambiente, in modo da cambiare, di conseguenza, la nostra società.

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