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Neurobiologia dell’intimità

Narciso si chinò lentamente verso di lui e fece quello che in tanti anni della loro amicizia non aveva mai fatto, sfiorò con le sue labbra i capelli e la fronte di Boccadoro. Questi si accorse di ciò che accadeva, prima con stupore, poi con commozione “Boccadoro”, gli sussurrò all’orecchio, “perdonami di non averlo saputo dire prima”.
— Herman Hesse, Narciso e Boccadoro

L’essere umano è un animale sociale, lo è sempre stato dagli albori della sua esistenza e molto probabilmente sempre lo sarà.

In un periodo storico che ci vede sempre più immersi in mondi virtuali, costellati da realtà difficili da accettare (dalle recenti pandemie che ci hanno tenuto letteralmente a distanza per mesi e mesi, guerre che scoppiano sempre più vicine a noi e che non possiamo più far finta che non esistano, difficoltà economiche e tensioni sociali e civili) ne risulta una parziale, o totale in alcuni casi, perdita di contatto con le persone a noi vicine.

Tutta questa drammatica premessa volge a evidenziare come negli ultimi anni, per un motivo o per un altro, si nota una tendenza a una minore forza di legame con le persone, non solo a noi vicine, ma che ci circondano nella vita di tutti i giorni.

Spesso siamo immersi nelle nostre “bolle” e non ci rendiamo conto di quanto alcuni gesti semplici, possano apportare un benessere nelle nostre vite: un abbraccio, un bacio, il sentirsi intimi con una persona, non necessariamente in un senso sessuale.

Come sempre partiamo da una definizione.

Intimità: Carattere di ciò che è intimo, si riferisce piuttosto ad ambienti dove uno si trovi fra persone intime, tra familiari, o dove si senta perfettamente libero e a suo agio, lontano da qualsiasi indiscrezione di estranei. In senso spirituale, la parte intima, più segreta di sé.

Leggendo questa definizione della Treccani, non possiamo non notare come questa parola sia connessa, oltre al rapporto con le altre persone, a un senso di libertà di sentirsi a proprio agio con sé stessi. Io vorrei sottolineare questo punto: non importa che sia un amico, un familiare o la persona amata: avere la possibilità di creare rapporti intimi con le persone a noi care, consolida il rapporto che abbiamo sia con loro che con noi stessi.

Senza addentrarci nel mondo della psicologia e dell’antropologia, con questo articolo vorrei evidenziare come i semplici gesti su citati, hanno un impatto reale e quantificabile su di noi e sulle persone con cui li attuiamo.

Andremo ad analizzare cosa succede a livello cerebrale e neurobiologico nei gesti di intimità più comuni come l’appunto l’abbraccio, il bacio e infine anche nell’orgasmo.

Abbraccio

L’abbraccio è un gesto così semplice ma efficace che scatena tutta una serie di sensazioni e processi all’interno di noi. Possiamo distinguere diversi fattori principali:

Aumento del rilascio dell’Ossitocina: l’ormone dell’amore

Questo è un ormone e un neurotrasmettitore prodotto principalmente dall’ipotalamo e rilasciato dalla ghiandola pituitaria (ipofisi) nel cervello.

È nota come “ormone dell’amore” o “ormone dell’attaccamento” per il suo ruolo cruciale nelle relazioni sociali, nella riproduzione e nel comportamento emozionale. che favorisce la fiducia e la connessione emotiva. Il suo meccanismo d’azione prevede principalmente: il legarsi ai recettori specifici presenti in diversi tessuti (utero, ghiandole mammarie, cervello, ecc.) mentre nel cervello, regola i circuiti neurali coinvolti nel comportamento sociale e nell’emozione.

Aumento del rilascio di endorfine: antidolorifici e antistress

Queste agiscono come antidolorifici e antistress abbassando i livelli di cortisolo. Il rilascio di endorfine è un processo naturale del corpo che coinvolge la produzione di queste sostanze chimiche, note per la loro capacità di alleviare il dolore e indurre sensazioni di benessere.

Le endorfine sono neurotrasmettitori e neuropeptidi prodotti principalmente nell’ipotalamo e nell’ipofisi. Il termine deriva da “morfina endogena”, poiché le endorfine agiscono in modo simile agli oppioidi naturali. Le endorfine si legano ai recettori oppioidi presenti nel sistema nervoso centrale e periferico. Questi recettori riducono la trasmissione dei segnali di dolore e attivano circuiti cerebrali che inducono una sensazione di piacere e relax.

© Fonte

Stimolano la dopamina: piacere e motivazione

La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale per il funzionamento del cervello e del sistema nervoso centrale. È coinvolta in numerosi processi biologici, tra cui il controllo del movimento, la regolazione dell’umore e il sistema di ricompensa e motivazione.

La dopamina svolge diverse funzioni in base alla sua localizzazione e al contesto fisiologico. La dopamina agisce legandosi a recettori specifici (D1, D2, D3, D4, D5) distribuiti in diverse aree del cervello e del corpo.

Aumenta la serotonina: felicità e ansia

La serotonina è un neurotrasmettitore fondamentale per molte funzioni fisiologiche e psicologiche, spesso associato al benessere e alla regolazione dell’umore. Prodotta principalmente nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale, la serotonina influenza un’ampia gamma di processi. In particolare, un suo aumento è legato a un incremento della felicità e una riduzione dell’ansia.

Infine, ci sono dei neuroni sensoriali nella pelle che comunicano con regioni associate alla ricompensa e al piacere, spiegando la sensazione confortante e edificante degli abbracci. I neuroni sensoriali della pelle sono cellule specializzate del sistema nervoso periferico che raccolgono informazioni dall’ambiente esterno attraverso la pelle e le trasmettono al sistema nervoso centrale (midollo spinale e cervello). Questi neuroni sono responsabili della percezione sensoriale, tra cui tatto, temperatura, dolore e stimoli chimici.

Inoltre, è bene ricordare come questo gesto abbia un’importanza sociale ed evolutiva: nei neonati, l’abbraccio e il tocco promuovono lo sviluppo emotivo e cognitivo stimolando gli ormoni legati alla crescita. Per gli adulti, gli abbracci regolari rafforzano i legami sociali e riducono la solitudine.

Bacio

Quando si bacia qualcuno, si attivano molteplici processi neurobiologici nel cervello, creando una cascata di effetti emotivi e fisici. La maggior parte degli elementi attivati e coinvolti, sono gli stessi dell’abbraccio: un aumento dell’ossitocina in circolo con conseguente rilascio di endorfine e un aumento del rilascio di dopamina e serotonina.

Nell’azione del bacio però si attivano anche due altri fattori:

  • Eccitazione tramite adrenalina e noradrenalina: i baci appassionati, soprattutto in contesti romantici nuovi o più intensi, innescano il rilascio di adrenalina e noradrenalina. Questi ormoni aumentano le risposte fisiche, come l’aumento della frequenza cardiaca, la dilatazione delle pupille e l’aumento della consapevolezza sensoriale, contribuendo alla sensazione di “farfalle” spesso associata ai momenti di intimità.
  • Coinvolgimento della corteccia e della memoria: Il bacio attiva parti della corteccia prefrontale e dell’ippocampo, collegando la sensazione fisica ai ricordi e al processo decisionale. Queste aree aiutano a integrare le componenti sensoriali ed emotive del bacio in esperienze significative.

Nel complesso, il bacio non è solo un atto fisico, ma una complessa interazione neurobiologica che influenza le emozioni, rafforza i legami e allevia lo stress.

Orgasmo

L’appellativo “petit mort” (in francese, “piccola morte”) è un’espressione poetica e metaforica che descrive l’intenso momento di rilascio fisico, emotivo e psicologico associato all’orgasmo, paragonandolo a una momentanea perdita di coscienza o identità.

Questo termine è stato utilizzato storicamente per sottolineare la sensazione di abbandono e svuotamento che può seguire l’apice del piacere sessuale.

Infatti, oltre ai già noti meccanismi coinvolti nei processi di intimità, nell’orgasmo è da sottolineare la disattivazione dei centri di controllo.

Durante l’orgasmo, si verifica una temporanea disattivazione o inibizione di alcuni centri di controllo nel cervello, in particolare quelli legati all’autocontrollo, alla consapevolezza di sé e all’inibizione sociale. Questo fenomeno è stato studiato mediante tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), per comprendere i cambiamenti che avvengono nel cervello durante questa esperienza.

Durante l’orgasmo, si verifica una temporanea disattivazione o inibizione di alcuni centri di controllo nel cervello, in particolare quelli legati all’autocontrollo, alla consapevolezza di sé e all’inibizione sociale. Questo fenomeno è stato studiato mediante tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), per comprendere i cambiamenti che avvengono nel cervello durante questa esperienza.

In particolare, i centri disattivati sono quelle della corteccia prefrontale dorsolaterale, responsabile dell’autocontrollo, della pianificazione e della consapevolezza di sé, della Corteccia Orbito frontale, regola emozioni e risposte comportamentali, dell’Amigdala e Ippocampo, coinvolte nella regolazione di paura, stress e memoria.

Si nota invece una forte attivazione della Corteccia Somatosensiorale, responsabile delle sensazioni tattili, del Sistema Limbico, strutture che fanno parte del sistema della ricompensa con rilascio di Dopamina, e dell’Ipotalamo, attore principale del rilascio di Ossitocina.

© Fonte

La disattivazione temporanea dei centri di controllo durante l’orgasmo ha una funzione biologica e psicologica importante:

  1. Consente di vivere l’orgasmo senza freni inibitori, favorendo il rilascio di tensione e uno stato di estasi.
  2. Riduce le barriere emotive e cognitive, migliorando l’intimità con il partner.
  3. La momentanea inattività delle aree legate a paura e ansia permette una sensazione di rilassamento e benessere.

Conclusione

I momenti di intimità condivisi sono sempre un boost dell’umore e del benessere.

Abbracciare un proprio caro dopo tanto tempo che non lo si vede, baciare la persona amata o condividere il letto con il proprio partner, sono tutti piccoli gesti che hanno un impatto sulle nostre vite, sullo stato di salute mentale e psico-fisico.

Consenso e durata di questi gesti influenzano anche gli effetti positivi; infatti, condividere momenti di intimità anche con persone non proprio a noi vicine può aiutare sia loro che noi. Eravamo, siamo e saremo animali sociali, condividere piccoli gesti intimi con altre persone è il nostro superpotere evolutivo che ci ha portato avanti nei momenti difficili, supportato e spronato in quelli creativi.

P.S. sono completamente gratuiti e alla portata di mano o meglio, di abbraccio!

© Fonte

Fonti

https://neurosciencenews.com/touch-brain-skin-22326/

https://neurolaunch.com/do-hugs-release-dopamine/

https://www.withyoualliedhealth.com.au/blog/the-power-of-a-hug-unveiling-the-neurobiology-behind-emotional-well-being

https://www.psychologytoday.com/us/blog/the-asymmetric-brain/201811/can-i-have-hug-the-surprising-neuroscience-embracing

https://www.vox.com/2015/4/1/8325483/orgasms-science

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