Fentanyl e i suoi analoghi: un’epidemia silenziosa
Il Fentanyl e i suoi analoghi sono oppioidi sintetici che negli ultimi 15 anni hanno contribuito pesantemente all’aumento di ospedalizzazioni e morti per overdose dovute all’abuso di sostanze.
Sebbene in Italia, a differenza degli Stati Uniti, non ci sia ancora una vera e propria emergenza, ci sono preoccupazioni crescenti riguardo al potenziale rischio legato al Fentanyl e ai suoi analoghi, che potrebbero essere introdotti in modo illecito nel mercato delle sostanze stupefacenti.
Oppioidi
Il termine “oppioide” è ampio e fa riferimento a tutte le sostanze, naturali o sintetiche, che interagiscono con i recettori oppioidi nel sistema nervoso centrale.
Gli oppioidi possono essere derivati dall’oppio, una miscela di sostanze ricavata dal lattice che trasuda incidendo le capsule immature del Papaver somniferum; si tratta di alcaloidi naturali, ovvero composti organici contenenti azoto e di origine biologica, più spesso di origine vegetale.
Tra le sostanze alcaloidi di cui è composto l’oppio la morfina, codeina e tebaina presentano proprietà costipanti, euforizzanti e analgesiche, sono in grado cioè di ridurre la sensazione dolorifica.
Gli oppioidi possono essere anche completamente sintetici, tra questi vi rientrano il Fentanyl e i suoi analoghi.
Che siano derivati direttamente dall’oppio o sintetizzati in laboratorio, tutti gli oppioidi agiscono legandosi ai recettori oppioidi nel cervello per produrre effetti analgesici e sedativi. Proprio per questa loro caratteristica sono utilizzati come farmaci per il trattamento del dolore nei pazienti che non rispondono ad altre terapie, anestesia, e nei pazienti oncologici.
Recettori oppioidi
Fisiologicamente le molecole attive sui recettori oppioidi sono le encefaline, le endorfine e le dinorfine, sostanze endogene, quindi prodotte dal nostro corpo, meglio definite come peptidi oppioidi, in quanto composte da catene di amminoacidi variabili.
Si conoscono tre recettori sui quali questi peptidi agiscono: μ (Mu), k (Kappa) e δ (Delta). I recettori di tipo μ sono i più diffusi e mediano la maggior parte degli effetti farmacologici degli analgesici oppiacei.
Il Fentanyl, in particolare, presenta alta affinità per i recettori μ-oppioidi, espressi in diverse regioni del cervello, midollo spinale e nocicettori periferici. Una volta che la molecola di Fentanyl si lega al recettore, la risposta neuronale e la trasmissione elettrica tra diversi neuroni diminuisce.
Questo comporta non solo analgesia, ma anche sonnolenza, nausea, confusione, costipazione e depressione respiratoria.
Caratteristiche del Fentanyl
Il Fentanyl fu approvato in campo medico dalla Food And Drug Administration (FDA) nel ’72 come anestetico e per la gestione del dolore cronico. Ad oggi, si tratta di uno degli oppioidi maggiormente usati in medicina, ma cosa lo rende così versatile?
–Alta lipofilicità, ovvero la capacità di attraversare le barriere cellulari e quindi di essere più facilmente assorbito dall’organismo e di oltrepassare la barriera emato-encefalica che circonda il cervello;
–Rapidità d’azione dopo la somministrazione, da 1 a 2 minuti se assunto per via endovenosa;
–Una potenza da 50 a 100 volte maggiore della morfina, ciò vuol dire che per ottenere lo stesso effetto di analgesia che una persona ottiene con una certa quantità di morfina, sarebbe sufficiente una dose molto più piccola di Fentanyl;
–Precursori facilmente reperibili, e quindi una produzione economica e manifatturiera semplice.
Un problema crescente
Le caratteristiche che rendono il Fentanyl così utile nel campo clinico sono anche le stesse che lo fanno rientrare tra le sostanze ad alto potenziale di abuso, overdose e fatalità.
I dati forniti dal Center for Disease Control and Prevention (CDC) americano indicano come nel 2019 circa 600.000 morti sono state attribuite all’uso illecito di sostanze e l’80% di queste sono dovute a oppioidi, 75.000 legate all’abuso di Fentanyl. Inoltre, tra il 2012 e il 2014 i decessi da Fentanyl provenienti da fonti non farmaceutiche sono raddoppiati e nel 2015 i decessi a causa di questo oppioide sintetico hanno superato quelli da eroina4.
La tendenza è confermata dal periodo marzo 2022 – marzo 2023, che vede un aumento a 111.355 morti di overdose, con una responsabilità del Fentanyl del 70%5.
Molti paesi europei hanno registrato un aumento delle overdosi da oppioidi sintetici, ma la gran parte degli oppioidi usati in Europa proviene ancora principalmente da farmaci prescritti (come la morfina e l’ossicodone), sebbene la presenza di Fentanyl stia diventando sempre più evidente, soprattutto nel mercato illecito.
Questo è vero soprattutto per l’Estonia, dove circa il 70% dei decessi correlati agli oppioidi è dovuto ad analoghi del Fentanyl.
Cosa si intende per “analoghi del Fentanyl”?
Si tratta di composti sintetizzati modificando chimicamente la struttura molecolare del Fentanyl. Alcuni di questi sono impiegati per uso umano, altri, come il Carfentanil e il Thiofentanil, per uso veterinario.
Il Carfentanil è l’analogo più noto e potente, in quanto presenta un’affinità per i recettori μ-oppioidi 10.000 volte più grande rispetto a quella della morfina, tanto che appena 2 µg (una quantità appena visibile a occhio nudo) può risultare fatale. È inoltre l’analogo del Fentanyl più coinvolto nelle morti da overdose da oppioidi.
Rischio di overdose
Il rischio per overdose da Fentanyl è il doppio di quello da eroina e otto volte maggiore rispetto a quello di altri oppioidi. Basti pensare che la dose letale di Fentanyl per un adulto medio è generalmente intorno ai 2 mg, ma può variare in base alla tolleranza individuale, mentre in media si stima che una dose letale di eroina si aggiri tra i 75 mg e 150 mg.
Un altro problema legato al rischio di overdose per Fentanyl è che questo viene utilizzato per tagliare – mescolare la sostanza principale con altre sostanze meno costose o più facilmente reperibili – l’eroina e altre droghe.
È comune trovare sostanze adulterate sul mercato illecito sia per motivi economici (poiché il Fentanyl è sintetico, può essere prodotto in laboratorio con minori costi di produzione e tempi più brevi rispetto alla coltivazione di oppio) che per la sua maggior potenza, che può portare gli utenti a cercare più frequentemente la sostanza, generando una domanda costante per droghe più forti.
Tuttavia, molto spesso i consumatori non sanno che l’eroina che acquistano è stata adulterata con il Fentanyl, poiché quest’ultimo è inodore, insapore e non facilmente distinguibile. Questo rende il Fentanyl un “taglio” particolarmente pericoloso, poiché gli utenti non sono in grado di dosarlo correttamente e la mancanza di consapevolezza aumenta drasticamente il rischio di overdose fatale.
Naloxone
Nel caso in cui si verifichi un’intossicazione da oppioidi, sia per un errato dosaggio in ambito medico sia per un abuso di sostanze stupefacenti, si può intervenire somministrando farmaci che ne contrastino l’effetto; la molecola più utilizzata è il Naloxone (commercializzato con il nome di Narcan®), principio attivo caratterizzato da un’azione particolarmente rapida e che può essere somministrato sia per via endovenosa che intramuscolare.
Il Naloxone è un antagonista recettoriale degli oppioidi che agisce principalmente riducendo la depressione respiratoria, che è l’effetto più pericoloso dato da un’overdose da oppiacei.
Conclusioni
Questo preoccupante panorama sociale sottolinea l’importanza di campagne di prevenzione e di educazione sui rischi legati all’uso di droghe.
In Italia, il programma di riduzione del danno rappresenta un approccio umanitario e pragmatico per affrontare i rischi legati all’uso di droghe come il Fentanyl, privilegiando la salute e la sicurezza degli individui.
Questo metodo aiuta a ridurre le conseguenze negative delle droghe, come le malattie infettive, le overdosi e le morti, e a fornire supporto alle persone vulnerabili, creando un sistema più inclusivo e di supporto.
Prevede ad esempio la distribuzione di strumenti sterili (siringhe, cotone, ecc.) per prevenire la trasmissione di malattie infettive come HIV ed epatite B e C; distribuzione di Naloxone in centri di riduzione del danno o in farmacia; supporto psicologico e sociale; l’accesso ai servizi sanitari e sociali per chiunque ne abbia bisogno, questo può includere l’accesso a trattamenti per la sostituzione con metadone o buprenorfina, che sono utilizzati per trattare le dipendenze da oppioidi; campagne di sensibilizzazione della comunità riguardo ai rischi legati all’uso di droghe e alle strategie di riduzione del danno, ciò include l’educazione su come evitare le overdosi, come riconoscere i segnali di allarme e come intervenire in caso di emergenza.
Bibliografia
- Davis MP, Behm B. Reasons to avoid fentanyl. Ann Palliat Med. 2020 Mar;9(2):611-624. doi: 10.21037/apm.2020.01.12. Epub 2020 Mar 3. PMID: 32156127.
- Williamson, J., Kermanizadeh, A. A Review of Toxicological Profile of Fentanyl—A 2024 Update. Toxics 2024, 12, 690. https://doi.org/10.3390/ toxics12100690
- Salani D., The Deadly Trio: Heroin, FentaNYL, and Carfentanil. Journal of Emergency Nursing 2020, Volume 46, Issue 1, 26 – 33 https://doi.org/10.1016/j.jen.2019.08.005
- Gladden RM, Martinez P, Seth P. Fentanyl Law Enforcement Submissions and Increases in Synthetic Opioid-Involved Overdose Deaths – 27 States, 2013-2014. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2016;65:837-43
- Deidre McPhillips, Overdose deaths reaching another record level in US, provisional data shows, su CNN, 13 settembre 2023.
Neurobiologa di formazione, mi interesso a cose cervellotiche ma nutro una profonda curiosità per la vita, l’universo e tutto quanto.