Clitoride: piacere mio!
Un articolo al femminile, dedicato a entrambi i sessi, per scoprire la vera anatomia femminile, in modo da appagare sé stesse o la propria partner; oppure, ancora meglio, per una cultura generale priva di tabù.
Avete mai notato che, spesso, vediamo immagini anatomiche o artistiche dell’utero femminile, ma raramente quelle della clitoride?
Della clitoride?!… eh si! In italiano sarebbe femminile, ma l’uso comune ha subito le influenze del francese che lo usa al maschile.
Non è un caso se siamo tutti abbastanza ignoranti in materia, dato che il piacere femminile è un tabù da sempre. Siamo, però, in tempo per approfondire alcuni tecnicismi e curiosità riguardo a questo strano organo femminile, sperando di non imbarazzarvi troppo!
Non deve essere un tabù parlarne
Non c’è nulla di male nel conoscere anche gli aspetti più tabù dell’anatomia umana, anzi! Sapere come siamo fatti porta numerosi vantaggi nella consapevolezza di sé e nella relazione di coppia, ma anche maggiore consapevolezza sulla propria salute.
Non usiamo freni inibitori, ma, nei limiti dell’oggettività, vi raccontiamo cos’è il clitoride, questo sconosciuto.
Origine del termine e accenni storici
L’origine della parola clitoride non è del tutto chiara.
Si ritiene che sia stato coniato in latino moderno dal tardo greco kleitoris (un diminutivo). Probabilmente, deriva dal greco kleiein “chiudere”, in riferimento alla chiusura delle piccole labbra. Il sostantivo greco correlato kleis ha un significato secondario, ovvero “chiave”, a cui si aggiunge, come secondo elemento, dorís (diminutivo di dorá) ovvero “pelle”, definendo l’organo come una sorta di “chiave di pelle” (suona strano vero? La metafora, però, non è così lontana dalla realtà).
Alcune fonti mediche dell’antichità attribuiscono un presunto verbo greco kleitoriazein “toccare o titillare lascivamente, solleticare” e anche lo slang tedesco der Kitzler “clitoride”, significa letteralmente “il solleticatore” (a breve, affronteremo questo argomento chiave).
In Italia, si inizia a leggere della clitoride nel 1700, nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (1729-1738), con una citazione dalle Osservazioni intorno agli animali viventi (1684) di Francesco Redi, medico, naturalista e letterato italiano, nonché fondatore della biologia sperimentale.
Per tabù, o per ironia, spesso viene definita “bottone”, semplificando, in modo confusionario, la funzione di questo particolare organo, come se un semplice “click” potesse “innescare” il piacere femminile. Noi donne non siamo, però, paragonabili a un computer. La questione, pertanto, è un po’ più complessa di così!
La clitoride, in anatomia, è l’organo erettile femminile, situato nell’angolo superiore della vulva, e viene definito da alcuni esperti come il “sottoprodotto” dello sviluppo embriologico del pene (di questo, però, ve ne parleremo prossimamente).
Uomo e donna non sono, quindi, così diversi, anatomicamente parlando.
Gli studi sull’orgasmo femminile
La filosofa della biologia evolutiva, Elizabeth Lloyd, nel libro The Case of the Female Orgasm (Il caso dell’orgasmo femminile), ha ritenuto che si potessero ottenere interessanti dati, al fine di dimostrare che il climax femminile possa avere una funzione biologica, così come quella dell’organo riproduttore maschile.
Di base, la dottoressa Lloyd sostiene che il rapporto sessuale, spesso, non è accompagnato dall’orgasmo per le donne (anche se sono del tutto capaci di procurarseli) e che gli orgasmi sono, invece, prodotti più facilmente durante l’autoerotismo.
Questo potrebbe significare che l’orgasmo femminile non ha un ovvio legame diretto con la riproduzione. La dottoressa Lloyd cita con approvazione le osservazioni del biologo e sessuologo americano, Alfred Kinsey, dicendo che:
“È vero che la donna in media risponde più lentamente dell’uomo medio durante il coito, ma questo sembra dovuto all’inefficacia delle solite tecniche coitali”.
Quindi, a che cosa serve questo organo?
Alla ricerca della sua funzione
Per decenni, i biologi evolutivi si sono chiesti perché la risposta fisiologica ed emotiva dell’orgasmo dovrebbe verificarsi anche nelle donne, oltre che negli uomini. La risposta è stata che le donne non hanno bisogno dell’orgasmo per concepire; cosa che, invece, è indispensabile per l’uomo ai fini riproduttivi!
Per scrivere il libro Il caso dell’orgasmo femminile la Lloyd ha confrontato trent’anni di studi sull’organismo femminile per dimostrare che questa pratica si è evoluta solo per rendere la specie umana più capace nella riproduzione.
Inoltre, dalle comparazioni effettuate, la biologa sostiene che uomini e donne hanno una sessualità separata e autonoma. Si ritiene, quindi, che l’orgasmo umano si sia evoluto per necessità riproduttiva negli uomini, mentre le donne lo hanno evoluto come “sottoprodotto”.
Dalla zoologia alla biologia evoluzionistica
Già nel 1967, lo zoologo Desmond Morris suggerì che l’orgasmo femminile aiutasse a risolvere i problemi potenzialmente fatali per continuare l’esistenza della nostra specie, sostenendo che esiste un grande vantaggio nell’attuazione dell’orgasmo femminile.
Secondo alcuni esperti, una volta raggiunto il climax, a fine amplesso, la donna risulta esausta e, per questo, tende a rimanere sdraiata. A quanto pare, questa posizione potrebbe aumentare il potenziale concepimento.
Un’ipotesi simile fu avanzata negli anni ’80, quando Gordon Gallup e Susan Suarez assodarono che l’individuo medio richiede circa 5 minuti di riposo prima di tornare a uno stato normale dopo l’orgasmo, mentre alcune persone perdono addirittura la coscienza nel punto all’apice del piacere.
In francese questo svenimento viene definito “la petite mort” (piccola morte), per cui in molte culture l’orgasmo veniva (e viene tutt’ora) visto come una sorta di breve trance spirituale.
Alcuni studi hanno rivelato, inoltre, che durante e dopo l’orgasmo, cambiano i risultati dell’esame dell’encefalogramma, alterando l’attività cerebrale della donna.
Anche il cervello partecipa
In un articolo pubblicato nel 2016, ad esempio, è stata esaminata la letteratura per arrivare a un modello in cui l’attività sessuale ritmica influenza, probabilmente, i ritmi del cervello.
È stata fatta, pertanto, un’analisi di come la stimolazione ritmica possa migliorare le oscillazioni neurali a frequenze corrispondenti. (Trovi la fonte a fine articolo).
Attraverso questo processo, chiamato trascinamento neurale, se la stimolazione sessuale è abbastanza intensa e continua, l’attività sincronizzata potrebbe diffondersi in tutto il cervello (una sorta di assorbimento sensoriale), provocando una trance di pochi secondi.
Questa ricerca potrebbe essere rilevante per migliorare il funzionamento sessuale, incoraggiando le persone a concentrarsi maggiormente sugli aspetti ritmici della sessualità.
Let’s dance!
Questo potrebbe cambiare il modo in cui le persone vedono la loro sessualità. Il sesso è una fonte di sensazioni piacevoli e di connessione emotiva, ma, oltre a questo, è uno stato alterato di coscienza!
Sul piacere sessuale, il neuroscienziato Adam Safron dichiara che:
“Anche se ovvio, a posteriori, non mi aspettavo di trovare che l’attività sessuale fosse così simile alla musica e alla danza, non solo nella natura delle esperienze, ma anche nel fatto che evolutivamente, la capacità di mantenere il ritmo può servire come una prova di fitness per i potenziali partner”.
Anche il regista Woody Allen associava il ballo all’atto sessuale, in una celebre frase:
“Il ballo è una manifestazione verticale di un desiderio orizzontale.”
Non è del tutto errata questa ironica citazione, considerando che il canto ritmico e le danze sono parte fondamentale del corteggiamento in tutto il mondo. Pensare che lo fanno anche moltissimi animali e insetti (un esempio, nel video qui sotto, di Svassi tangheri in amore) e, a quanto pare, anche il genere umano esibisce passi leggiadri per conquistare il/la partner (lo spiegavamo nell’articolo QUI).
L’anatomia della clitoride
Com’è fatta la clitoride?
La forma dellla clitoride è simile a quella di una “Y” rovesciata, con due radici e un corpo.
La maggior parte della clitoride non è visibile dall’esterno. Le radici, infatti, sono strutture che si trovano nella profondità del perineo, la zona anatomica che delimita la parte inferiore del bacino. Le radici si estendo per circa 7cm (esatto, la clitoride non è un piccolissimo bottoncino!) nel ramo ischio-pubico, ossia nelle due ossa del bacino dove si collegano la parte posteriore (l’ischio) con quella anteriore (il pube).
Ogni radice è costituita da corpi cavernosi, i quali convergono in alto a formare un organo unico, chiamato corpo della clitoride. Questo si allunga per circa 2-3 centimetri e si ripiega verso il basso, in un punto chiamato gomito della clitoride.
Il corpo termina con le componenti esterne della clitoride, che comprendono il glande e il prepuzio clitorideo che lo sormonta, che altro non è che un lembo di pelle formato dalle piccole labbra.
Innervazione e recettori sensitivi
La clitoride è l’organo genitale maggiormente innervato. L’innervazione clitoridea prende origine dalle terminazioni bilaterali dei nervi pelvici.
Il nervo dorsale della clitoride si origina dal nervo pudendo (da cui l’espressione gergale ” le pudenda”, che, per chi non lo sapesse, indica il basso ventre), che decorre lungo la parete laterale della fossa ischio-rettale, raggiungendo la sinfisi pubica, l’articolazione che connette il pube destro e sinistro.
I filamenti nervosi terminano con una sottile capsula di tessuto connettivo a forma di bulbo o corpuscolo. In tutta la clitoride e nell’epidermide della vulva, sono presenti numerosissimi corpuscoli sensitivi che hanno un ruolo fondamentale nella risposta nervosa che scatena l’eccitazione sessuale.
Tra i recettori presenti in queste aree, i corpuscoli di Meissner sono dei recettori sensoriali sensibili al tatto, che recepiscono piccole irregolarità della superficie di un oggetto e mediano la sensibilità delle vibrazioni a bassa frequenza.
I corpuscoli di Pacini sono dei meccanorecettori, responsabili cioè del rilevamento di stimoli vibratori e pressori. Questi recettori, come anche i corpuscoli di Meissner, sono a rapido adattamento, ciò fa sì che uno stimolo costante e duraturo non induca più la scarica del neurone, con conseguente blocco dello stimolo nervoso.
I corpuscoli di Krause, sensibili agli stimoli termici, sono, invece, a lento adattamento e la risposta delle fibre nervose collegate a questo tipo di recettori persiste durante tutto il periodo della sua stimolazione.
La vascolarizzazione
Durante l’eccitazione, la vagina e le piccole labbra si irrorano di sangue.
Ciò porta all’inturgidimento e, conseguentemente, all’erezione del corpo della clitoride e dei corpi cavernosi.
L’arteria che irrora la clitoride origina dall’arteria pudenda interna e si divide in arteria profonda e arteria dorsale della clitoride.
Queste si irradiano nei corpi cavernosi, nel dorso e nel glande della clitoride. Le vene della clitoride fanno parte del plesso venoso intermedio di Kobelt e afferiscono alla vena pudenda interna.
Come funziona la clitoride?
La clitoride non serve alla riproduzione, come detto in precedenza, ma esclusivamente alla stimolazione della risposta sessuale femminile che può risultare in uno o più orgasmi.
Le risposte sono mediate dalle terminazioni nervose e dalla rete di vasi sanguigni descritti in precedenza, ma cosa accade veramente?
La sequenza inizia con la stimolazione, diretta o indiretta, delle terminazioni nervose della clitoride. Anche se, molto spesso, la stimolazione si focalizza sulla parte esterna della clitoride, ossia sul glande, è bene ricordare che le radici della clitoride, anche se interne, sono in grado di rispondere a stimoli motori, pressori e vibratori.
Il risultato è la trasmissione nervosa attraverso la spina dorsale sacrale, che porta all’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, responsabile della regolazione delle azioni inconsce dell’organismo e alla dilatazione delle arterie che irrorano i tessuti erettili.
Una sufficiente stimolazione ed eccitazione porta all’orgasmo, un evento cerebrale che attiva le fibre nervose del sistema simpatico e media il riflesso di contrazione muscolare.
I muscoli che si contraggono durante l’orgasmo sono quelli della vagina, dell’uretra e dello sfintere anale.
Una vittoria sociale
La dottoressa Lloyd ha confrontato numerosi studi sull’orgasmo femminile e ha riscontrato numerose teorie con ben 355 riferimenti, definendole illogiche o incompatibili con i dati sulla sessualità femminile.
Lloyd fornisce un’analisi attenta e imparziale della validità dei risultati degli studi interculturali, animali e della sessualità umana.
Conoscere a fondo il proprio corpo non deve essere considerato un tabù, ma un piacere e un contributo all’equità di genere. La conoscenza scientifica non intende nascondere ulteriormente questo genere di informazioni, contornate da pregiudizi politici e metodologici, che hanno alterato i risultati delle indagini evolutive sull’orgasmo femminile.
I pregiudizi, infatti, influenzano negativamente il rigore scientifico e, di conseguenza, formano la nostra comprensione del funzionamento sessuale in modo incompleto o distorto.
Conclusioni
Sono passati 52 anni da quando gli scienziati hanno considerato per la prima volta l’orgasmo femminile un oggetto legittimo di esame, grazie al dottor Kinsey.
L’orgasmo femminile non ha, quindi, alcuna funzione biologica, come i capezzoli maschili, di cui abbiamo trattato QUI.
L’evoluzione umana potrebbe avere reso adattativa la funzione di questo organo, considerando l’orgasmo femminile un preadattamento evoluzionistico (un carattere evoluto che, per una particolare funzione, ne assume una nuova, indipendente dalla primitiva).
Articolo scritto con Marta Falcinelli che ringrazio per il suo contributo.
Fonti
Attività cerebrale della donna durante un orgasmo
Il piacere sessuale: un tipo di trance
La divulvatrice (un must della divulgazione ginecologica)
Anatomia apparato genitale femminile
Vasi e nervi dei genitali esterni femminili
Curiosa su molti fronti, sono laureata in Analisi e Gestione dell’Ambiente. Dopo il lockdown, ho innalzato i valori di serietà e abbassato quelli del cazzeggio. Il team di Missione Scienza mi ha accolta in modo tale da poter recuperare questa mia “deficienza fisiologica”. Sono lunatica, cambio facilmente argomento quindi, per ora, vi dico che scriverò di ecologia, ma potrei inabissarmi in altro. Divulghiamo la divulgazione scientifica!
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.” (P. Levi)
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