1000 modi per salvare vite, parte 1: Pronto Soccorso
Quante volte vi è capitato di assistere a un incidente che poteva costare la vita a qualcuno? Spesso il primo soccorso potrebbe salvare veramente la vita di una persona, quindi perché non imparare cosa possiamo fare in queste situazioni?
Il primo step per poter padroneggiare i “poteri” del primo soccorso è sapere riconoscere le situazioni di pericolo e lo stato dell’infortunato. Magari potreste pensare “L’infortunato non respira? Beh, semplice, basta effettuare una respirazione bocca a bocca, un massaggio cardiaco e chiamare i soccorsi”. Mi spiace, ma la situazione è molto più complessa. Iniziamo riconoscendo i pericoli.
Valutazione della scena
Ci troviamo in spiaggia, sotto il sole cocente. Improvvisamente davanti a noi una signora si accascia a terra. Dopo esserci accertati che non si tratta di una nuova moda di TikTok, accorriamo in aiuto… no scherzo, dobbiamo essere molto rapidi e pensare a cosa potrebbe essere successo. Pensateci su… eh… bravi, risposta esatta, si tratterà probabilmente di un colpo di sole.
Altra situazione, spostiamoci in inverno. È una giornata molto fredda e nevosa, entriamo in casa di un nostro amico e lo troviamo accasciato a terra e allo stesso tempo iniziamo anche noi a respirare a fatica e ad avvertire un malessere. Probabilmente si tratterà di un’intossicazione da monossido di carbonio, causata presumibilmente da un malfunzionamento del riscaldamento.
Come avete visto la valutazione dell’ambiente circostante è fondamentale per la nostra sicurezza e per quella dell’infortunato. Quindi la prima cosa da fare è cercare di provvedere all’allontanamento di eventuali fonti di pericolo (rimuovere contenitori infiammabili, spegnere quadri elettrici in caso di folgorazione, cercare di fermare il traffico in caso di incidenti stradali).
Ricordate che è sempre caldamente SCONSIGLIATO spostare la vittima, a meno che non ci sia un immediato pericolo di vita, perché potrebbe avere gravi traumi interni.
Valutazione dell’infortunato: Approccio iniziale al primo soccorso
Una volta resa sicura la zona, possiamo assistere l’infortunato.
Stato di coscienza
Prima cosa da fare è valutare lo stato di coscienza. Per farlo ci avviciniamo e chiediamo a voce alta: “Signore, mi sente? Signòòò tutto apposto?” Se non risponde ci poniamo in ginocchio e diamo un pizzicotto (oppure possiamo lentamente scuotere la spalla, evitando di shakerare troppo violentemente perché potrebbero essere presto traumi) e richiamiamo “Signòòòòòòò”. Se la vittima risponde e apre gli occhi allora vuol dire che è cosciente, se continua a non dare risposta possiamo essere certi che abbia perso conoscenza.
Chiamare il 118
Chiedere immediatamente a qualcuno di chiamare il 118. La chiamata al pronto soccorso è di fondamentale importanza e bisogna descrivere la situazione in modo esatto per facilitare il soccorso. Bisogna: descrivere la dinamica dell’evento e il numero di feriti, fare un breve resoconto delle funzioni vitali del paziente e indicare quali manovre di soccorso sono state effettuate.
Valutazione respiratoria e cardiovascolare: Aspetto cardine del primo soccorso
Si effettua l’ABC: A come amore, B come banane e C come cactus? Assolutamente no!
A: Airways.
Il maggior pericolo per una persona incosciente è proprio l’ostruzione delle vie aeree. Infatti, la lingua perde di tonicità e può cadere all’indietro e impedire la respirazione. Quindi va tagliata… ah no, aspettate… non è così che si procede… la prima manovra da effettuare è una modica estensione del capo, come in figura. Va posta una mano sulla fronte del soggetto e due dita sotto il mento, portando la testa all’indietro e sollevando il mento. In caso di sospetto trauma cervicale, ad esempio se il soggetto ha battuto energicamente la testa, questa manovra non va eseguita assolutamente (a meno che il soggetto non sia in arresto respiratorio). Se sono presenti oggetti in bocca bisogna ispezionarla con la manovra a borsellino che si effettua mettendo indice e pollice in bocca per poi estrarre con le mani o con le pinze l’oggetto, facendo attenzione a non spingerlo ancora in profondità. In caso di annegamento, invece, la testa va messa di lato per facilitare la fuoriuscita di liquido.
B: Breathing
Si valuta se il paziente respira. Bisogna dare un “colpo d’occhio” al torace per controllare, con uno sguardo di 2-3 secondi, se si espande. In caso di assenza di segni respiratori è necessario applicare la respirazione artificiale bocca-bocca o con l’uso di un pallone auto-espandibile. Occhio a non utilizzare la respirazione bocca-bocca per provarci con qualcuno, potrebbe non essere efficace.
C: Circulation
Praticare immediatamente il massaggio cardiaco se l’infortunato non respira. Al cervello bastano 2 minuti senza ossigeno per determinare un danno, quindi non perdete tempo. Valutare anche la presenza di eventuali emorragie, un’abbondante perdita di sangue renderebbe inutile ogni tentativo di rianimazione. Vedremo come procedere con il bendaggio per tamponare una ferita in una prossima “puntata”.
Posizione laterale di sicurezza
Se il soggetto respira autonomamente e presenta battito cardiaco ma risulta ancora incosciente, è possibile allontanarsi fischiettando. Veramente? Certo che no. In questo caso bisogna mettere il paziente nella cosiddetta posizione laterale di sicurezza. Immaginiamo che l’infortunato sia in posizione perfettamente supina, per eseguire correttamente la manovra bisogna, come in immagine:
- Posizionarsi al lato del mal capitato e piegare il braccio del lato dove ci si trova (esempio dx) lungo il terreno a 90° (un po’ come quando si saluta)
- Flettere il ginocchio del lato opposto (esempio sx) a dove si trova il soccorritore formando un angolo di 90° e mantenerlo in posizione.
- Piegare il braccio del medesimo lato (esempio sx) portandolo lungo il lato opposto e ponendo la mano sotto la guancia.
- Afferrare la spalla e il fianco del lato opposto al soccorritore e ruotare delicatamente l’infortunato verso il proprio lato, ponendolo accovacciato e ricordarsi di estendere il capo.
In questo modo è possibile lasciare l’infortunato finché non arrivino i soccorsi ma accertandosi che il soggetto respiri e che ci sia battito.
Rianimazione cardio-polmonare (RCP)
L’RPC è una manovra di primo soccorso da effettuare con estrema attenzione perché potrebbe essere traumatica per il paziente, o, oserei dire, “potrebbe fracassare la gabbia toracica del paziente”. Voi direste “Beh, allora che la usiamo a fare se possiamo fare del male all’infortunato. La usiamo perché siamo sadici?”. Assolutamente no, ricordate che il titolo di questo articolo non è “1000 modi per commettere un omicidio” ma è “1000 modi per salvare vite”. Infatti, la RPC è una tecnica che potrebbe rivelarsi salvavita per gli infortunati, pertanto va iniziata il prima possibile.
Innanzitutto, capiamo quando effettuarla: non è che troviamo il primo che passa per strada e gli diciamo “Scusi, posso farle la RPC?”. Questa tecnica risulta fondamentale per sostenere la circolazione, assicurando una sufficiente irrorazione cerebrale nei soggetti che presentano arresto cardiaco. Va effettuata fino a quando non si avvertono segni di battito cardiaco, magari alternandosi con qualcuno. Ricordiamo infatti che bastano 2 minuti di assenza di apporto di ossigeno al cervello per avere un danno.
Rilevazione polso carotideo
La prima cosa da fare è controllare l’assenza del polso carotideo per almeno 10 secondi. Come polso carotideo si intende un impulso che viene utilizzato per valutare l’attività cardiaca. Quando il sangue esce dal cuore, crea un’onda che dall’aorta si sposta in tutta la circolazione sistemica. Il polso carotideo ha come obiettivo proprio quello di andare a percepire quest’onda a livello della carotide.
Come si rileva?
Si pone l’indice e il medio sul pomo d’Adamo dell’infortunato che ha il capo teso. Si lasciano scivolare lateralmente i polpastrelli delle due dita esercitando una lieve pressione sul collo fino a percepire la pulsazione dell’arteria carotide. Se con questa manovra non si avvertono pulsazioni per almeno 10 secondi, siete con ogni probabilità di fronte a un arresto cardiaco.
Compressione del torace
Per effettuare la RPC la prima cosa da fare è comprimere il torace con lo scopo di permettere una spinta del sangue in circolo, seppur blanda, e il ripristino dell’attività cardiaca. Per effettuarla ci poniamo in ginocchio a fianco della vittima, in modo da potere fare peso anche con il nostro tronco. Si pongono le mani sullo sterno, come in immagine. La posizione migliore può essere individuata seguendo l’arcata costale fino alla congiunzione con lo sterno e ponendosi 2-3 cm più sopra. Si pone quindi la mano non dominante a piatto sulla parete toracica e l’altra sopra. Con le braccia tese vanno impresse delle contrazioni al torace, al ritmo di circa 90-100 contrazioni al minuto cercando di abbassare il torace di 4-5 cm. Per mantenere il tempo è consigliato cantare la canzone Stayin’ Alive dei Bee Gees. Quindi cosa assolutamente importante è sapere a memoria questa canzone per rendere più efficace questa tecnica. Ovviamente scherzo, questa canzone serve esclusivamente per tenere il ritmo e, nonostante il nome della canzone, non basterà per fare restare in vita la vittima.
Insufflazioni di aria nei polmoni
Ed ora passiamo alla nostra eccitante respirazione bocca-bocca, punto cardine del primo soccorso. Mi dispiace annunciarvi che non sarà come baciare la vostra anima gemella, ma potrebbe risultare molto più impegnativo. Infatti, si effettua circa una insufflazione al secondo, prima inspirando l’aria dall’ambiente e poi insufflandola nella vittima, mantenendo il contatto bocca-bocca ermetico. L’insufflazione si ritiene efficace se vediamo alzare la parete toracica della vittima.
Vanno effettuati 30 compressioni toraciche seguite da 2 insufflazioni per 3 cicli (Alcune fonti riportano 3 insufflazioni). Dopo si ripete l’ABC e in caso di nessun segno di battito cardiaco si ripete la rianimazione per altri 3 cicli. Si controlla di nuovo, e così via.
Conclusione
Analizzate le basi del primo soccorso non ci resta che aspettare i prossimi articoli e iniziare a esercitarci per poter essere in grado di affrontare qualsiasi situazione di pericolo della nostra vita.
Per cui… Stay tuned and do first aid.
Questo articolo è il primo della serie “1000 modi per salvare vite”, che include:
- 1000 modi per salvare vite, parte 1: Pronto soccorso
- 1000 modi per salvare vite, parte 2: Colpo di calore
- 1000 modi per salvare vite parte 3: Ipotermia
- 1000 modi per salvare vite parte 4: Ictus
- 1000 modi per salvare vite, parte 5: Asma
- 1000 modi per salvare vite, parte 6: Epistassi
Fonti
Croce Rossa Italiana: pillole di primo soccorso
Sono Tommaso Magnifico, studente di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari e Socio Mensa (The high IQ society).
Scrivo articoli specialmente riguardati la medicina in tutte le sue sfaccettature: dal pronto intervento alla psicologia.
Potere alla scienza!!!
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