Vivere per sempre? Immortalità? No, grazie!
Gli esseri umani vogliono davvero vivere per sempre?
Se dovessimo basarci sulla letteratura (soprattutto medioevale) sembrerebbe proprio di sì.
Il Sacro Graal, la Fonte dell’Eterna Giovinezza, l’Agua de Vida, Sangue di Drago, tutti espedienti per raggiungere la vita eterna (e per pubblicare libri best-seller).
Medici, biochimici e microbiologi di tutto il mondo studiano da anni il processo di invecchiamento negli uomini e negli altri animali, cercando di comprenderlo, bloccarlo e (perché no) invertirlo. Insomma, vivere per sempre sembra essere davvero una cosa epica.
Ma lo è davvero? Siamo proprio sicuri?
Una dovuta premessa
In quanto scienziati, e quindi distruttori di sogni e speranze per antonomasia, è il momento di distruggere anche questo mito.
No, non vogliamo davvero essere immortali, credetemi.
Ci sono infatti svariati motivi per il quale l’immortalità non è altro che una grossa truffa, una vera e propria maledizione. Diventare immortali sarebbe un grave problema. Arrivare a 30-40 anni senza iniziarsi a lamentare di problemi di schiena, perdita della vista (o peggio… dei capelli!) è davvero una grande fortuna? Che ne dite dei 50? E dei 500? e dei 5000? Ferirsi, ammalarsi e avere incidenti (più o meno menomanti) sono eventi che hanno tutti una grande componente statistica. Più tempo si passa su questo meraviglioso pianeta più alte sono le probabilità di perdere occhi, denti, dita, arti o che una delle vostre cellule decida di punto in bianco di diventare una cellula tumorale (tumore che peraltro non può uccidervi). Fidatevi, non vogliamo vivere per sempre.
Ma perché il corpo umano è così fragile?
Cos’è l’invecchiamento?
L’Universo ospita un elemento immutabile e incontrovertibile con cui tutta la materia (vivente e non) deve aver a che fare. L’entropia. L’invecchiamento è, per gli esseri viventi, il semplice aumento dell’entropia. Nient’altro che una parte normale del percorso di sviluppo biologico, che porta, per ora (e aggiungerei, per fortuna) inevitabilmente alla morte.
Non si è ancora riusciti a trovare una singola causa per il processo di invecchiamento. La cosa più probabile è che questo meccanismo, intrinseco di ogni specie vivente, abbia molteplici e variabili cause, legate ad alimentazione, esposizione a traumi e all’ambiente, stress, predisposizione genetica e chi più ne ha più ne metta.
Si possono trovare due principali filoni distinti. Il primo afferma che l’invecchiamento sarebbe un evento geneticamente programmato, il secondo invece riconduce l’invecchiamento esclusivamente al progressivo accumulo di danni, determinato dall’influenza dell’ambiente.
Vi consiglio vivamente di approfondire il tema.
Ma se non invecchiassimo?
Ammettiamo che l’invecchiamento sia a tutti gli effetti un processo non intrinseco (ossia evitabile). L’immortalità a quel punto sarebbe assolutamente possibile.
Sono necessarie delle precisazioni però.
Come è stato già detto, essere immortali, ma non eternamente giovani (e totalmente invulnerabili), sembra essere una ricetta per il disastro. Ma ammettiamo che davvero sia possibile essere immortali, eternamente giovani e totalmente invulnerabili (per semplicità mi riferirò all’immortalità dando per scontato che includa anche questi altri due tratti). Sostituire pezzi del corpo difettosi o mancanti non deve essere un processo troppo complesso per una specie che ha compreso come fermare il deterioramento delle proprie cellule.
Si aprono dunque 3 scenari possibili, che ho deciso di classificare in base a serie TV o film. Nota a margine, se non li avete visti, vedeteli immantinente!
Se no non possiamo essere amici.
Scenario 1: “Dracula, di Bram Stoker”
Ammettiamo che una singola persona (magari proprio tu che stai leggendo questo articolo!) sia immortale. Questo scenario implica (tralasciando improbabili eventi paranormali) che l’immortalità sia l’effetto di una mutazione genetica casuale, oppure che il suddetto individuo sia la cavia di esperimenti intenti a sviluppare artificialmente un essere umano immortale. In entrambi i casi, la prima cosa che consiglierei di fare sarebbe di cercare di trovare pace nel fatto che ogni persona con cui si ha, si ha avuto o si avrà un legame morirà.
L’immortalità va a braccetto con la solitudine. Per l’eternità.
Ma ammettiamo che la suddetta persona immortale sia molto nichilista, d’altronde ha migliaia se non milioni di anni per superare la morte del suo trecentesimo partner/amico/familiare, c’è di peggio. Essere immortali vuol dire anche sottrarsi al meraviglioso (e inevitabile) processo evolutivo. Generazione dopo generazione il pool genico della popolazione mondiale varierà, portando ad inevitabili cambiamenti, che saranno sempre più evidenti secolo dopo secolo.
Basti pensare che solo 1500 anni fa l’altezza media era nettamente inferiore a oggi, diventare immortali vorrebbe dire condannarsi a essere un fenomeno da baraccone (se non addirittura un fossile vivente!).
Inoltre, il concetto stesso di tempo per un immortale smetterebbe di avere senso. Spesso si dice che anno dopo anno il tempo sembra passare più velocemente. Questa cosa è una realtà matematica! Per un bambino di 1 anno quell’anno è letteralmente il 100% della sua vita, già a soli 25 anni questa percentuale scende al 4%! Arrivare a vivere “soli” 9000 anni vorrebbe dire che un anno sarebbe “come un giorno” per un venticinquenne (ossia lo 0.01% della vita).
C’è però una scappatoia a questa infinita solitudine. Ammettiamo che l’individuo immortale possa trasmettere questo tratto alla sua progenie, si passerebbe a un nuovo scenario.
Scenario 2: “Highlanders” (o “Altered Carbon”)
Sullo scenario 2 c’è poco da dire.
In questo scenario solo un limitato gruppo di persone ha accesso all’immortalità. Dal punto di vista scientifico, questo scenario non porta più problemi del precedente, anzi! Risolve, in qualche modo, il problema della solitudine e della “mancata evoluzione”. Tuttavia sarebbe un disastro a livello sociale.
L’immortalità (che, ricordiamo, implica anche eterna giovinezza e totale invulnerabilità), darebbe la possibilità a questa ristretta cerchia di esseri viventi di prevalere sul resto del pianeta. Si creerebbe una vera e propria classe di “divinità” immortali in grado di regnare indiscussi su una maggioranza di mortali. Questa cosa andrebbe avanti fino alla totale estinzione dei mortali, portando allo scenario successivo.
Scenario 3 “Mr. Nobody”
In questo scenario tutti gli essere umani sulla Terra hanno la possibilità di diventare immortali (o gli immortali sono gli unici rimasti). Sarebbe immediatamente necessario prendere una seria decisione.
Sarebbe necessario smettere di procreare.
In uno scenario in cui la morte venga totalmente eradicata, fare figli sarebbe una cosa molto pericolosa per un motivo ovvio: la sovrappopolazione. Le risorse sulla Terra possono sicuramente sostenere un grande quantitativo di persone ma, ammettendo anche una civiltà talmente avanzata da essere in grado di produrre cibo e risorse in maniera illimitata senza impatto ambientale, il problema insormontabile rimarrebbe lo spazio. Saremmo semplicemente troppi. Questo problema è virtualmente superabile con la colonizzazione (o la terraformazione) di nuovi pianeti, potrebbe essere la nascita di una Repubblica Galattica!
Ci sono vari però purtroppo.
Conclusioni
Anche aprendo la possibilità del viaggio interstellare lo spazio da colonizzare sarebbe immenso, ma non illimitato. Il fatto che la nostra vita sia eterna non vuol dire che lo sia quella del nostro sistema solare (o addirittura quella dell’Universo). Diventare immortali vuol dire condannarsi a osservare la fine della nostra stella Sole e doversi preparare psicologicamente alla fine dell’Universo!
Insomma, la vita eterna non sembra più così meravigliosa e desiderabile.
In ogni caso non sembra essere un problema da porsi nel prossimo futuro.
Voi cosa scegliereste?
vivere per sempre
Immortalità nella storia e nella letteratura
“Vivere per sempre”, una prospettiva filosofica (e non)
Perché invecchiamo?
Curare l’invecchiamento?
Per farvi un’idea del tempo avanzato
Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all’università “La Sapienza” di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all’università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell’Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.
Finalmente un autore che distingue “immortalità” da “invulnerabilità”! Bravo!
E poi bisogna sottolineare un altro caso mai troppo evidenziato: si potrebbe diventare immortali ad un certo punto della propria vita, magari proprio quanto si sta invecchiando e quindi si rimane eternamente su una fascia di età che comporta dolori, schiena curva, perdita della vista.
Ottimo articolo!
Grazie mille! Tutti commenti molto apprezzati 😀