“Vin Mariani”: un vino pericoloso
Il “Vin Mariani” è stato un vino ideato per la prima volta da un chimico francese, Angelo Mariani. Scopriamo insieme perché questa bevanda è stata un successo e perché non potrà mai più esserlo!
Attenzione: questo articolo contiene informazioni potenzialmente disturbanti per persone sensibili al tema dell’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope e non vuole incoraggiarne l’uso. Se cerchi soluzioni, contatta Telefono Verde Droga (TVD) – tel: 800186070
Angelo Mariani
L’uomo nella foto qui sotto è Angelo Mariani, un chimico farmaceutico francese. Nato in Corsica nell’11.838 EU (1838 d.C.), ha seguito le orme della sua famiglia come chimico e preparatore farmaceutico. Angelo Mariani è morto nell’11.914 EU (1914 d.C.); è sepolto nel cimitero di Père-Lachaise a Parigi, il più grande della città (lo stesso in cui è sepolto anche Joseph Louis Gay-Lussac).
Sin da giovane, dopo la morte prematura del padre, Mariani cercava di far fortuna provando a vendere “tonici”. Dopo la prima cliente, la fama di Mariani come farmacista crebbe notevolmente, grazie al passaparola.
Nell’11.859 EU (1859 d.C.), il dottor Paolo Mantegazza pubblicò il saggio Sulle Virtù Igieniche e Medicinali Della Coca e Sugli Alimenti Nervosi in Generale che suscitò in Angelo Mariani l’idea di creare una bevanda a base di coca.
La formula fu perfezionata da Mariani e dal medico Charles Fauvel, nel periodo in cui Mariani lavorava a Parigi. Fauvel era cliente della farmacia di Mariani e dall’incontro dei due nacque l’idea di una bevanda con proprietà anestetiche; soprattutto considerato il fatto che i cosiddetti vini medicinali erano già presenti nel commercio dei prodotti farmaceutici.
Le “Vin Mariani”: il successo
Arriviamo alla parte succulenta di questo articolo.
Come abbiamo già detto, il Vin Mariani era una particolare bevanda a base di foglie di coca infuse, in realtà non troppo differente da altri vini medicinali già in commercio. Ma allora… a cosa fu dovuta tutta questa fama?
Sostanzialmente, Mariani puntava a rendere il suo prodotto elitario, per una ristretta cerchia di persone. Voleva vendere il suo vino ai papi, ai re, ai nobili e ai medici importanti e grazie alle testimonianze (una sorta di VinMarianiAdvisor) la bevanda raccolse consensi molto in fretta. Mariani raccoglieva sistematicamente le lodi e gli elogi alla sua bevanda, rendendoli disponibili per il pubblico.
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Mariani era solito inviare persino delle casse di vino ai suoi clienti, chiedendo loro poi una firma e una foto dei personaggi vicino alle casse, in modo da rafforzare la credibilità del prodotto.
William Golden Mortimer citò Angelo Mariani nella sua opera History of Coca: The Divine Plants of the Incas (Storia della Coca: la pianta divina degli Inca) come colui che aveva reso disponibile la coca in tutto il mondo. Tra le altre personalità illustri (e ignare degli effetti tossici narcotici della cocaina) che consumarono la bevanda vi furono persino un Pontefice, Zola e T. Edison.
La chimica dentro il vino
È noto in letteratura che le civiltà precolombiane usassero le foglie di coca per attenuare la fatica dovuta al lavoro, assorbendo la cocaina per via sublinguale. Con l’arrivo dei conquistadores la sostanza fu prima bandita e poi tassata.
Circa duecento anni fa, il dottorando tedesco Albert Niemann isolò per la prima volta la cocaina, l’alcaloide responsabile degli effetti anestetici delle foglie. Di lì a poco la cocaina venne usata come sedativo e anestetico in medicina.
Nell’11.863 EU (1863 d.C.), Angelo Mariani iniziò a commercializzare la sua bevanda, senza sapere che la cocaina combinata con l’etanolo del vino usato come solvente potesse dare una sostanza chiamata cocaetilene, con effetti anestetici amplificati.
Una bevanda simile al Vin Mariani fu la Coca-Cola, la cui ricetta fu di John S. Pemberton. La Coca-Cola conteneva cocaina, proprio come il Vin Mariani, ma quando negli Stati Uniti fu promulgato il Pure Food and Drug Act l’azienda iniziò a usare foglie decocainizzate.
Ad oggi, l’azienda utilizza foglie di coca non narcotiche e la ditta che le produce è l’unica autorizzata a questo procedimento dal governo federale. La coca estratta viene venduta a un’altra azienda, di tipo farmaceutico, che è anch’essa l’unica autorizzata dal governo federale a trattare la cocaina per uso farmaceutico.
A partire dai primi anni del secolo scorso fu vietata la vendita del Vin Mariani in Italia, e trent’anni dopo ne fu vietata la vendita anche in Francia.
Conclusione
Oggi, per fortuna, siamo consapevoli degli effetti nocivi della cocaina; tuttavia, non è possibile cancellare l’uso scorretto che ne è stato fatto in passato. Conoscere la storia dell’uso di questa sostanza aiuta a essere più consapevoli degli errori del passato.
Fonti
Goldstein, R. A., DesLauriers, C., Burda, A., & Johnson-Arbor, K. (2009, February). Cocaine: history, social implications, and toxicity: a review. In Seminars in diagnostic pathology (Vol. 26, No. 1, pp. 10-17). WB Saunders. doi: 10.1053/j.semdp.2008.12.001. PMID: 19292024.
Helfand, W. (1988). A la poursuite du Vin Mariani. Revue d’histoire de la pharmacie, 76(277), 167-170.
Tillier, B. (2020). Angelo Mariani et l’artification du vin de coca (1860-1914). Crescentis: Revue internationale d’histoire de la vigne et du vin, (3).
Mi chiamo Melissa e sono una studentessa di chimica approdata su Missione Scienza con il preciso scopo di trasmettere al pubblico tutto ciò che mi affascina della scienza e l’amore per gli scoiattoli. Uh, se mi piacciono gli scoiattoli. Li adoro!