Tumore al seno: i progressi della ricerca

Ottobre si tinge di rosa, il colore del nastro dedicato alla sensibilizzazione e la prevenzione del tumore al seno.

Il nastro rosa, simbolo della prevenzione del tumore al seno, è stato creato nel 1992 da Evelyn Lauder, ex vicepresidente della famosa azienda di cosmesi Estée Lauder.

Ci uniamo anche noi alla campagnia di sensibilizzazione e sosteniamo le iniziative volte all’informazione e all’educazione sanitaria sulle neoplasie mammarie.

Cosa vuol dire avere un tumore al seno? Quali sono le strategie di prevenzione? Che tipo di terapie sono disponibili? Quali sono, ad oggi, i progressi della ricerca?

Cerchiamo di capirne un po’ di più.

Statistiche

Il tumore al seno è la neoplasia più diagnosticata tra le donne e la principale causa di morte per cancro della popolazione femminile mondiale.

Nel mondo, ci sono 1,6 milioni di nuovi casi ogni anno.

Ogni 19 secondi, una donna, in qualche parte del mondo, riceve una diagnosi di tumore al seno.

Ogni minuto, una donna muore di tumore al seno.

In Italia, si registrano più di 48.000 nuovi casi ogni anno. Ciò vuol dire che, nel nostro paese, una donna su nove si ammala di tumore al seno.

Cos’è il tumore al seno?

Il tumore al seno è noto anche con il nome di carcinoma mammario ed è una formazione di tessuto, all’interno della mammella, costituito da cellule che crescono in modo anomalo e incontrollato.

Anatomia della mammella.

La mammella è costituita da tessuto adiposo e ghiandole che producono il latte materno.

Le ghiandole mammarie sono formate da lobuli, strutture ghiandolari che si uniscono tra loro a formare i lobi. Dai lobi dipartono i dotti galattofori, che convergono nel capezzolo e permettono la fuoriuscita del latte materno.

Tipologie di carcinoma mammario

Esistono moltissime tipologie di carcinoma alla mammella a seconda del tessuto interessato, dell’invasività del tumore e della caratterizzazione molecolare delle cellule tumorali.

Per quanto riguarda le strutture interessate, i carcinomi mammari originano, di norma, dal tessuto duttale (ossia i dotti galattofori) o dal tessuto lobulare (i lobi).

Le forme non invasive, detti carcinomi in situ, sono neoplasie confinate alla regione da cui hanno avuto origine e tendono ad essere considerate dei “precursori” con una possibile, ma non certa, evoluzione maligna.

Le forme invasive, invece, si suddividono in quattro stadi in base alla grandezza del nodulo, alla presenza di metastasi e al coinvolgimento dei linfonodi. Più alto è lo stadio, più il carcinoma è aggressivo.

Avere una diagnosi che tenga conto dell’esatta tipologia di carcinoma è importantissimo per procedere con una terapia ad hoc.

Diagnosi molecolare

La diagnosi molecolare deriva dall’analisi del materiale canceroso prelevato tramite biopsia o dalla rimozione chirurgica.

Questo tipo di diagnosi si effettua tenendo in considerazione la presenza di marcatori tumorali, ossia molecole delle cellule tumorali che possono essere usate come target terapeutici*.

I marcatori del tumore alla mammella sono costituiti da tre tipi di recettori: il recettore per gli estrogeni (ER), quello per il progesterone (PR) e il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico (ErbB2 o Her2/neu).

Gli sviluppi della ricerca

La ricerca oncologica vanta numerosissimi studi volti a migliorare la diagnosi, la prevenzione e la terapia del tumore al seno.

Se la diagnosi molecolare ha rivoluzionato il modo di fare terapia, la recente applicazione di profiling genetico ha contribuito enormemente a capire la diversità biologica dei diversi tipi di carcinoma mammario e predire la loro progressione.

Che cos’è il profiling genetico?

Un’analisi investigativa su 21 geni correlati al carcinoma mammario che riesce a predire la progressione e il decorso della malattia. Quest’analisi consente inoltre di personalizzare la terapia e calcolare la probabilità che il paziente abbia una recidiva nei 5 anni successivi alla diagnosi.

Nuove terapie

Tra i più importanti passi in avanti nella terapia dei tumori mammari ci sono, senza ombra di dubbio, le terapie con target molecolari.

Recenti studi hanno dimostrato che, oltre ai classici marcatori molecolari, altre molecole presenti sulle cellule tumorali possono essere utilizzate strategicamente come target terapeutici.

Le molecole target sono implicate, per lo più, in processi di crescita e progressione cellulare. Bloccare la crescita delle cellule tumorali significa attaccare il tumore nella sua parte più debole.

L’immunoterapia

Una caratterisca importante della progressione tumorale è che le cellule maligne sono in grado di evitare e/o bloccare la risposta immunitaria del nostro organismo.

L’immunoterapia, piuttosto che attaccare direttamente il tumore, utilizza strategie volte a rafforzare la risposta del sistema immunitario.

Tuttavia, la comunicazione e l’interazione tra cellule immunitarie e cellule tumorali è caratterizzata da una grande complessità biologica e molecolare. Nonostante promettenti risultati, programmare un’immunoterapia efficace è, ancora, estremamente difficile.

È altamente improbabile, infatti, che l’uso di un singolo agente terapeutico (un solo farmaco) riesca a riprogrammare l’intero rapporto tra sistema immunitario e tumore. Per questo motivo, l’approccio degli ultimi anni è quello di affiancare l’immunoterapia alla terapia standard.

Rischi

Per prevenire il tumore al seno è bene essere a conoscenza dei rischi che aumentano la probabilità di esserne affetti.

Uno di questi è l’età. Infatti, il tumore al seno colpisce, per più del 75% dei casi, donne sopra i 50 anni.

Un altro importante fattore di rischio è la familiarità. Tra il 5% e il 7% delle donne con tumore al seno ha un familiare con la stessa malattia.

L’analisi genetica può essere d’aiuto nei casi con elevata familiarità. Due geni, chiamati BRCA1 e BRCA2, predispongono a questo tipo di tumore.

Angelina Jolie fu protagonista di un famoso caso mediatico. Infatti, dopo aver scoperto di avere una mutazione del gene BRCA1, l’attrice americana si è sottoposta a mastectomia e ovarectomia per ridurre il rischio di sviluppare un tumore.

Prevenzione

La strategia più utile nella gestione del tumore al seno è la prevenzione.

La mammografia è il metodo più efficace per la diagnosi precoce. Le linee guida del Ministero della salute prevedono che le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni eseguino una mammografia ogni 2 anni.

Lo screening attraverso mammografia riesce ad identificare precocemente i tumori al seno o noduli di piccole dimensioni.

Questa strategia preventiva è, ad oggi, il modo migliore per combattere il tumore al seno.

Prevenire è, infatti, meglio che curare.

*target terapeutico: molecole presenti sulle cellule cancerosea la cui funzione può essere modulata da farmaci antitumorali. Ad esempio, il Tamoxifene, un modulatore selettivo degli estrogeni, è usato nella terapia dei carcinomi positivi al recettore degli estrogeni (ER).

Fonti:

https://www.fondazioneveronesi.it/

https://www.komen.it/

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-del-seno

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=23&area=Screening

Fahad Ullah M. Breast Cancer: Current Perspectives on the Disease Status. Adv Exp Med Biol. 2019;1152:51-64. doi: 10.1007/978-3-030-20301-6_4. PMID: 31456179.

McCart Reed AE, Kalita-De Croft P, Kutasovic JR, Saunus JM, Lakhani SR. Recent advances in breast cancer research impacting clinical diagnostic practice. J Pathol. 2019 Apr;247(5):552-562. doi: 10.1002/path.5199. Epub 2019 Jan 16. PMID: 30426489.

Marta

Scienziata italiana, ricercatrice nel Regno Unito. Impiego sempre troppo tempo a spiegare che, pur essendo un dottore, non sono un medico. Mi occupo di ricerca sul cancro, immunoterapia e cerco di capire come funziona lo stress nel corpo umano.

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