Tesla, istruzioni per l’uso (parte 2)
Bentornati alla seconda parte della rubrica “Tesla, istruzioni per l’uso”, nota anche come “breve guida su come farsi odiare su internet”.
Scherzi a parte, come era prevedibile alcuni di voi hanno mosso delle critiche ad alcune posizioni prese nella parte precedente.
Avere opinioni è fondamentale, però è anche necessario fare adeguate ricerche sulle proprie opinioni per capire se quello che si pensa è effettivamente reale, fondato e condivisibile.
Quindi, anche grazie ad alcuni suggerimenti dati nei commenti alla prima parte, ricominciamo ad alzare i tappeti cercando di raccontare la vera storia di Nikola Tesla.
Dove eravamo rimasti
Avevamo lasciato Tesla nel 1888, quando fu assunto dalla “Westinghouse Electric & Manufacturing Company” come consulente e progettista.
Al contrario di Edison, fedele alla scelta della corrente continua, Westinghouse aveva mostrato interesse fin da subito per la corrente alternata. In Tesla aveva visto la possibilità di migliorare ulteriormente la proposta della sua compagnia, grazie al motore ad induzione brevettato dall’ingegnere serbo (un pensiero va a Galileo Ferraris, vedi parte 1).
La sicurezza economica che l’imprenditore gli poteva permettere portò Tesla nella fase più prolifica della sua vita, per quanto riguarda invenzioni e scoperte scientifiche.
È in questo periodo che inizia a meritare in tutto e per tutto il titolo di “genio”.
Le sue investigazioni lo portarono a lavorare con i raggi X, creando strumenti in grado di emettere radiazioni tali da danneggiare e bruciare il tessuto cutaneo di alcuni assistenti.
Tuttavia, Tesla attribuì il fenomeno alla generazione di ozono e non dichiarò mai la scoperta ufficialmente.
Fu il primo ad effettuare radiografie ossee, creando un bacino di informazioni dal quale poi Wilhelm Röntgen riuscì con successo ad identificare i raggi X (conosciuti anche come raggi Röntgen).
Nel 1891 divenne ufficialmente cittadino statunitense, e creò un suo laboratorio a New York dove iniziò a studiare la trasmissione di potenza senza fili. In questi anni si dedicò allo studio delle correnti ad alte frequenze, investigando sui fenomeni ad esse correlati.
La radiotrasmissione, e Guglielmo Marconi
Nikola Tesla diede, nel 1893, dimostrazione pratica di poter comunicare a distanza senza l’uso di reti fisiche di telecomunicazione. Tuttavia, nel 1904 l’ufficio brevetti diede la paternità dell’invenzione della radio all’italiano Guglielmo Marconi.
Prima di perdersi in dettagli legali, cerchiamo di capire qualcosa in più sul principio di funzionamento e parliamo un po’ delle onde radio.
Le onde radio sono radiazioni elettromagnetiche, che sono classificate in base alla frequenza. Sono generate tipicamente da sorgenti intenzionali, per essere utilizzate come mezzo di trasmissione di informazioni.
Esempi tipici di emettitori o sensori di onde radio sono:
- Sistemi di radiolocalizzazione e telerilevamento
- Comunicazione con dispositivi mobili (i “walkie-talkie” per capirci)
- La diffusione radio-televisiva
- Radar militari e di sicurezza
I vari utilizzatori si distinguono in base alla banda di frequenza utilizzata. Ad esempio, la comunicazione tra sottomarini utilizza una frequenza estremamente bassa (inferiore ai 3 Hz), le trasmissioni radio (AM) arrivano fino ai 3000 kHz, mentre i radar satellitari si spingono fino ai 30 GHz.
Il limite delle onde radio è a 300 GHz.
I segnali radio viaggiano in aria e sono emessi o captati da apposite antenne (che potete vedere sul tetto di ogni edifico, ovunque).
Le varie tipologie di antenna sono tali da definire la “forma” dell’onda emessa in modo da massimizzare l’efficienza di trasmissione.
Ma chi è stato tra Tesla e Marconi a scoprire il tutto?
La situazione è simile a quella che si era creata tra Tesla e Ferraris per il motore ad induzione, due persone molto intelligenti che hanno avuto la stessa idea nello stesso periodo.
Nel 1943 però la Corte Suprema degli Stati Uniti diede il brevetto per la radio a Nikola Tesla (causa vinta post mortem, purtroppo).
La trasmissione di energia senza fili
Il sistema mondiale di trasmissione senza fili (World Wireless System) fu uno dei progetti più ambiziosi di Tesla.
Egli prevedeva un futuro nel quale le persone non sarebbero più state dipendenti dalle aziende di distribuzione (vedi Edison Machine Workz, ad oggi General Electrics) ma che avrebbero potuto accedere ad un’energia, secondo lui, gratuita.
Realizzò una struttura sperimentale (la Wardenclyffe Tower) che, secondo lo scienziato, sarebbe riuscita a trasmettere energia a lunghe distanze con bassissime dispersioni. La struttura fu smantellata nel 1904 a causa degli elevati costi.
Questa invenzione ha concesso a Tesla il titolo di “l’uomo che voleva illuminare il mondo gratuitamente”.
In realtà ci sono dei problemi che complicano la discussione, che forse lui stesso non si era posto (e che spesso vengono dimenticati dai suoi fan più sfegatati).
I costi del sistema elettrico
In primo luogo, i costi dell’energia elettrica non si limitano alla trasmissione. Il sistema elettrico ha più sezioni, ognuna con il suo set di regole.
- Produzione e generazione (le centrali e/o fonti rinnovabili)
- Trasmissione e sub-trasmissione (l’alta e altissima tensione)
- Distribuzione (media tensione)
- Utilizzazione domestica (bassa tensione)
Tutto questo senza entrare nelle folli macchinazioni del mercato elettrico e della stabilità del sistema (regolazione della frequenza, della tensione, sicurezza e affidabilità).
Per i più interessati, un breve video di GSE Rinnovabili che racconta la storia della liberalizzazione del mercato elettrico italiano.
In secondo luogo, una trasmissione di energia elettrica senza fili pone una domanda.
Ma l’inquinamento elettromagnetico esiste?
Dovete considerare che esistono norme stringenti stabilite dall’ICNIRP, Iternational Committee for Non Ionizing Radiation Protection, per l’esposizione di popolazione civile e lavoratori ai campi elettromagnetici (in base ad intensità del campo e alla frequenza).
Lo IARC (International Association of Research on Cancer) ha dichiarato che una esposizione prolungata ad un campo magnetico a bassa frequenza che superi i 0,4 μT (micro Tesla) è “possibilmente cancerogena”. Questo significa che i dati ad oggi non mostrano una correlazione diretta, ma non la escludono.
Un comunicato dell’OMS (sigla molto nota ad oggi) parla di approccio precauzionale al fenomeno, in assenza di dati specifici per quanto riguarda eventuali minacce per la salute ed effetti biologici.
C’è da dire che esistono persone che lamentano peggioramenti della salute anche solo per vicinanza ad antenne di telecomunicazione o telefoni cellulari.
Pensate cosa si potrebbe generare se si tentasse di alimentare un apparato industriale come se fosse un iPhone.
Nobel, FBI e “particle gun”
Gli ultimi anni di Tesla furono molto burrascosi.
Una polemica nacque nel 1915 quando il New York Times “candidò” Edison e Tesla al premio Nobel per la fisica. Tesla dichiarò pubblicamente che avrebbe vinto il premio per le sue invenzioni innovative sulla trasmissione senza fili. Disse anche che non lo avrebbe accettato se avesse dovuto condividerlo con Edison.
A questo punto il Comitato Nobel si vide costretto a dichiarare:” Ogni voce che a una persona non venga dato un premio Nobel perché ha reso nota la sua intenzione di rifiutarlo è ridicola”.
Oltretutto, al premio Nobel non si viene candidati.
Nel 1937 scrisse un trattato sui fasci di particelle cariche, riprendendo i suoi studi sui raggi X (ricordate la pelle bruciata?) e teorizzando la prima “pistola laser”.
Sebbene presentò il progetto al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, e ad alcune nazioni europee, Tesla non fu preso mai preso sul serio. Almeno fino alla sua morte.
Nel 1943 morì in albergo all’età di 86, mentre stava lavorando ad un progetto poi soprannominato “raggio della morte”.
Non ci si deve stupire se tutti i suoi progetti furono dichiarati top secret, la Seconda Guerra Mondiale doveva ancora finire e nessuno si sarebbe preso la responsabilità di lasciar circolare eventuali documenti contenenti piani per armi apocalittiche.
Tutti i file ad oggi sono consultabili sul sito della FBI.
Ma quindi gli alieni?
Qui la colpa è un po’ dei giornali.
Tesla era solito, come tutti gli inventori all’epoca, dare dimostrazione delle sue invenzioni con spettacoli e piccole feste.
Nel 1901, in seguito ad un evento riguardante la radiocomunicazione, il Collier’s Weekly scrisse dello scienziato che “parlava con i pianeti” assumendo contatti con Marte e Venere.
Questo a dimostrazione che basta solo un colpo per scatenare un terribile effetto domino, in grado di trasformare un geniale scienziato in un protagonista di un libro fantasy.
FONTI
Compatibilità Elettromagnetica, Marcello D’Amore (dove acquistarlo)
Did Tesla received the Noble Prize?
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