Terapie geniche, quando i virus ci aiutano
In tempi come questi, è difficile immaginare che un virus possa aiutarci a star meglio, ma la realtà dei fatti è che, probabilmente, tra qualche anno i virus rivoluzioneranno il mondo della medicina; ma in che modo?
Immaginiamo la cellula come un grande e complesso orologio, ogni ingranaggio si incastra perfettamente con il successivo, in modo tale che ogni movimento avvii un preciso meccanismo. Nell’esempio che stiamo immaginando, gli ingranaggi rappresentano i geni. Un piccolo difetto in un singolo ingranaggio può ripercuotersi su tutto il sistema. Un bravo orologiaio, per aggiustare l’orologio, non dovrebbe far altro che sostituire l’ingranaggio difettoso e, in effetti, è proprio questo il principio che sta alla base della terapia genica. Solo che, nel caso del corpo umano, non si parla di sostituire un singolo ingranaggio, ma milioni, tutti racchiusi nei nuclei di cellule piccole millesimi di millimetro. Il che è un tantino più complicato. Quindi, come si fa?
La prima grande difficoltà è capire qual sia il gene difettoso, anche perché nell’essere umano ci sono circa 42000 geni, codificanti e non. Lo step iniziale è quello di andare a scovare, tra le persone che soffrono di una determinata patologia, quali caratteristiche genetiche si riscontrano in modo costante, ad esempio un determinato gene o un difetto preciso in esso. Una volta individuato il segmento mal funzionante, lo si sostituisce con uno privo di difetti e qui entrano in gioco i virus.
I virus adeno-associati
Ci sono vari modi per portare del materiale genetico funzionante all’interno della cellula, in questo articolo ci concentreremo esclusivamente sui virus adeno-associati, tra i più utilizzati nelle terapie geniche di ultima generazione.
Questi virus hanno il vantaggio di essere estremamente stabili, facilmente manipolabili e di non essere associati a nessuna patologia umana, quindi non c’è rischio che il virus muti e stermini l’umanità in stile VirusT.
Una volta preso il virus, svuotato del proprio materiale genetico e riempito con i geni sostitutivi, lo si inocula nell’organismo e automaticamente questo si lega alla membrana cellulare e penetra nella cellula. Una volta all’interno della cellula, il virus libera il materiale genetico all’interno del nucleo, che, grazie ad enzimi specifici, viene sostituito ai geni difettosi.
Una delle problematiche più grandi dei virus adeno-associati sono le loro dimensioni relativamente piccole (rispetto ad altri virus), ciò fa sì che il quantitativo di geni da inserirvi all’interno sia piuttosto limitato. Per ovviare al problema, sono stati sperimentati farmaci da somministrare in due tranche, ognuna delle quali con dei geni sostitutivi diversi.
Problemi dovuti alla risposta immunitaria
Ma non è tutto oro quello che luccica, purtroppo questo genere di terapie hanno un problema: il nostro sistema immunitario. Già, perché i nostri anticorpi possono riconoscere e neutralizzare i virus adeno-associati, rendendo così inefficace il farmaco. La prevalenza di persone che posseggono anticorpi contro questo genere di virus si aggira attorno al 30-50%, ciò ridurrebbe di molto l’impatto che queste terapie potrebbero avere.
Fortunatamente, di recente è stato sviluppata una nuova tecnica, che consente di sopprimere gli anticorpi, grazie ad una proteina chiamata Imlefidasi. L’Imlefidasi è una proteina appartenente alla famiglia delle endopeptidasi, in grado di degradare gli anticorpi IgG circolanti.
Al momentosi studia esclusivamente sugli animali, ma a breve si prevede che saranno ampliati anche all’uomo.
Se ti interessano le nuove frontiere della medicina, non perdere il nostro articolo sul farmaco progettato da un’intelligenza artificiale.
Conclusione
Questo genere di terapie, sebbene non ancora in commercio, sarebbe potenzialmente in grado di curare malattie ad oggi incurabili. Malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e l’atrofia muscolare spinale, ma anche tumori, malattie cardiovascolari e diabete di tipo I. Quella che si sta prospettando è un’occasione unica, un vero e proprio punto di svolta nella storia della farmacologia. Questa nuova strada ci permetterà di arrivare dove mai eravamo riusciti ad arrivare: al cuore delle nostre cellule.
Fonti
Medical life sciences – terapie geniche
Università di Ferrara – terapie geniche
Sono laureato in chimica all’Università degli Studi dell’Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall’astrofisica al senso della moda nell’Impero Bizantino.
Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia.
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