Storia del volo: da sogno a realtà
Il volo è forse il sogno che più ha accomunato la storia umana. Basta sdraiarsi a guardare il cielo e si sogna di volare. Oggi è reputata una cosa normale, assodata. Come tutti sappiamo, è così da non più di una cinquantina d’anni. Fino agli anni 50, quando le aviolinee hanno sorpassato i transatlantici come trasporto a grande distanza.
Origini della storia del volo
Il sogno del volo è parte di ogni cultura. Nell’antichità, non c’era modo di volare, quindi ci si poteva solo affidare ai miti. Nel mondo greco abbiamo il mito di Icaro, che vola con ali tenute insieme da cera d’api. Ma abbiamo anche Pegaso, il cavallo alato; un altro interessante approccio al volo.
Nella mitologia persiana, abbiamo il re Kay Kavus. Questi, si fece costruire una “macchina volante” per ascendere al cielo. Questa era formata da un trono con quattro lunghi pali, a cui era stata attaccata carne, per attirare delle aquile. Queste vennero imbrigliate ai pali, ma a un certo punto si stancarono, portando alla caduta del trono e del re.
A questi miti si possono affiancare i vari miti del tappeto volante, come quello di Sinbad che nel suo ultimo viaggio vola portato da uomini-uccello. Inoltre, nel Milione di Marco Polo si parla di aquiloni in grado di trasportare persone.
Da qui si può capire come il mito del volo sia importante in molte culture; oltre al suo significato di innalzarsi agli dèi, che per molte culture abitano il cielo.
I primi scienziati nella storia del volo
Quando si parla della storia del volo, si deve passare subito ai pionieri filosofi-scienziati. A loro si devono infatti i primi concreti passi in avanti per la storia del volo.
Si dice che il primo uomo a tentare il volo sia stato il polimate arabo-spagnolo Abbas ibn Firnas, o latinizzato Armen Firman, di cui si racconta avesse volato con delle ali di piume o un mantello irrigidito da pezzi di legno. A quanto pare non fu in grado di volare, ma riuscì a rallentare la caduta in modo da non sostenere traumi gravi. È da notare però che le fonti sono poche e confuse, ma è un passaggio da considerare per l’avanzamento dell’uomo verso il cielo.
Roger Bacon è stato il primo a dare basi scientifiche al volo. Infatti, si deve a lui una prima descrizione scientifica del volo degli uccelli e del volo a mongolfiera.
Nel quindicesimo secolo si arriva a Leonardo da Vinci. A lui si deve uno studio del volo degli uccelli e un tentativo di usarlo per fabbricare primitivi Ornitotteri, e un primitivo elicottero.
Gli ornitotteri sono dei mezzi per volare che riprendono il volo degli uccelli, sbattendo le ali come mezzo di propulsione. Questi plasmeranno la storia del volo e il modo di pensare il volo umano fino all’Ottocento, quando poi si virò verso mezzi ad ali fisse invece che sbattute.
Nei secoli successivi avremo le aeronavi di Francesco Lana De’ Terzi, che ne disegnò una a vuoto. In questo tipo di aeronave, invece di avere un fluido per sollevarsi, queste sono “piene” di vuoto spinto, sicuramente più leggero dell’aria circostante. Questo tipo di aerostato è di difficile costruzione, ma non impossibile.
Uno degli ultimi pionieri degli aerostati è stato il portoghese Bartolomeo De Gusmão, che costruì una prima “mongolfiera” di piccole dimensioni.
Il primo ingegnere aeronautico: George Cayley
George Cayley è considerato il primo nella storia del volo ad aver compreso la scienza dietro al volo di un oggetto più pesante dell’aria. Viene considerato il primo ingegnere aeronautico della storia.
A lui si deve il primo aliante funzionante, e fu lui il primo a distinguere le quattro forze principali nel volo: resistenza, portanza, spinta e peso. Secondo molti, è stato il primo a comprendere che la portanza può essere generata da un piano inclinato.
Inoltre, utilizzò quello che chiamava “whirling arm apparatus” una specie di pionieristica galleria del vento, in cui faceva roteare un profilo alare e misurava la forza agente su questo.
Bisogna dire che questa primitiva galleria del vento aveva parecchi problemi, perché dopo un paio di rotazioni, il flusso incidente sul profilo veniva investito da turbolenza, che non è una bella cosa. Per questo, si è cominciato a costruire gallerie del vento, invece di cose rotanti.
A Cayley va anche la scoperta della stabilità laterale data dall’angolo diedro e fu lui il primo a posizionare il baricentro sotto alle ali per stabilizzare i suoi oggetti volanti (un po’ come i grossi aerei da trasporto, quali il C130 o l’Antonov AN225).
Il compimento della storia del volo: i voli umani
Con Cayley, la storia del volo e il nostro viaggio si portano a compimento. Tra la fine del Settecento e il Novecento abbiamo l’esplosione del mondo aeronautico.
Si parte infatti dai fratelli Montgolfier che, nel 1782, compirono il primo volo non propulso con degli animali, seguito poi con il primo volo umano il 21 novembre 1783, con a bordo Pilâtre De Rozier e il marchese D’Arlandes.
Successivamente abbiamo l’invenzione del dirigibile, un aerostato in grado di volare nella direzione decisa dal pilota e non dal vento. Sul finire dell’Ottocento, abbiamo le imprese di Otto Lilienthal, che volerà con degli alianti di sua invenzione e costruzione, trovando anche la morte in un incidente.
Nello stesso periodo, abbiamo anche l’invenzione del primo elicottero a motore. Bisogna ricordare che di elicotteri non propulsi c’erano stati già i Taketombo giapponesi e gli elicotteri di Cayley.
Nel 1877, ai Giardini Pubblici di Milano, ci fu la dimostrazione del primo volo propulso di un elicottero, a opera di Enrico Forlanini. Questo modello era propulso da due motori a vapore di 0.2 cv, molto distanti dai moderni elicotteri da migliaia di cv.
Segue poi il primo volo da parte dei fratelli Wright a Kitty Hawk, NC, USA, il 17 dicembre 1903. La storia del volo umano arriva poi a muoversi a una velocità incredibile.
Il volo più veloce di un idrovolante a pistoni il 23 ottobre 1934, il primo volo supersonico con il Bell X1 il 14 ottobre 1947. Successivamente abbiamo il volo dell’aereo più grande al mondo a opera dell’Antonov AN 225 nel 21 dicembre 1988 e il primo volo ipersonico pilotato da uomo, nel novembre 1961 con un North American X15.
Fonti
- G. Caprara, storia italiana dello spazio, Bompiani
- J. D. Anderson, Introduction to flight, 8th edition, McGraw-Hill Education
Sono studente di ingegneria aeronautica full time, e altrettanto full time posso perdermi a parlare di tutto lo scibile umano, con una predilezione per i mezzi veloci o che hanno un grosso motore, per arrivare fino a cose che non c’entrano granché, come la filosofia o la letteratura.