CHIMICASCIENZE

Scaldamani, scivolizia e termodinamica

L’estate sta finendo, o per lo meno sta finendo dalle mie parti, tra i monti abruzzesi, quindi credo sia il momento di parlare di argomenti un po’ più invernali come ad esempio gli scaldini per le mani.

A dire il vero questa tipologia di scaldamani mi erano del tutto ignoti, mi sono stati gentilmente segnalati da una fan in posta, in pratica sono costituiti da involucri di plastica al cui interno è presente una soluzione liquida ed una piastra metallica concava.

Premendo sulla piastra metallica questa scatta ed il liquido inizia a solidificare e ad emettere calore fin quando la solidificazione non è completa. In tutto il processo dura una ventina di minuti. Per liquefare nuovamente il solido e riattivare lo scalda mani basta metterlo in acqua bollente per farlo tornare nuovamente utilizzabile.

Se invece sei un amante del freddo non perderti il nostro articolo sullo zero assoluto (non il gruppo musicale).

La chimica degli scaldamani

Il funzionamento di questi è basato sul fenomeno termodinamico del sottoraffreddamento (di cui abbiamo già parlato in passato).

Riassunto brevemente per quelli troppo pigri per aprire il link, in pratica alcune soluzioni possono essere portate a temperature notevolmente inferiori a quelle di congelamento, ma una volta perturbate, ad esempio con un ceffone, queste congelano tornando velocemente alla temperatura a cui normalmente solidificano, quindi scaldandosi.

Per fare un esempio pratico, ipotiziamo di avere una bottiglia di Scivolizia, la cui temperatura di congelamento è -10°C (a causa della grande quantità di alcol presente in essa), ora prendiamo questa bottiglia e la mettiamo in congelatore a -15°C, potrebbe succedere che la bottiglia non congeli e diventi un liquido sottoraffreddato, se diamo una schicchera alla bottiglia contenente la Scivolizia sottoraffreddata questa inizierà a congelare e tornerà velocemente alla temperatura di solidificazione, ovvero -10°C. Passando da -15°C a -10°C effettivamente il nostro liquido si scalderà.

Tornando al nostro scalda mani, il processo è lo stesso, solo che le temperature in gioco sono più alte. Nel sacchetto sono presenti acqua ed acetato di sodio, l’acetato di sodio solidifica sotto i 54°C, analogamente alla Scivolizia anche questa soluzione può rimanere solida a temperature inferiori a quella di solidificazione, ma una volta ricevuto un impulso (in questo caso dato dallo scatto della piastrina metallica) questa comincia a solidificare, raggiungendo la temperatura di 54°C.

Quindi in definitiva, la morale di questo articolo è che anche dietro gli oggetti piÚ banali ci sono processi fisici e chimici molto affascinanti, e che la Scivolizia >>> Blumele.

Mario Di Micco

Sono laureato in chimica all'Università degli Studi dell'Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall'astrofisica al senso della moda nell'Impero Bizantino. Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia. Probabilmente utilizzerò questa descrizione anche su Tinder 🌰

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