La scala Schmidt del dolore – da 1 a 4?

Il dolore.

Il dolore fa male.

Secondo la IASP (International Association for the Study of Pain) e l’Organizzazione mondiale della sanità, il dolore è “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale”.

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la tipica espressione facciale di quando sbattiamo il mignolino contro lo spigolo della gamba di un tavolo. fonte

Tutti abbiamo esperienza con questo concetto che, per quanto legato anche ad una buona componente psicologica, ha avuto, e ha tuttora, una funzione fondamentale alla sopravvivenza, come messaggio fisiologico a seguito di un’aggressione, o di un danno all’integrità fisica.

Biochimica del dolore

I recettori del dolore (nocicettori) sono presenti praticamente nella totalità degli organismi viventi non vegetali, proprio perché la loro utilità ne ha preservato la funzione. I nocicettori (dal latino noxa = danno) non sono altro che terminazioni nervose che segnalano un danno (meccanico, termico o chimico) al tessuto, attraverso sensazioni che noi chiamiamo “dolore”.

Il dolore è un’esperienza molto personale e implica un valore soggettivo, che lo rende non facilmente quantificabile, è assurdamente difficile misurare e valutare un dolore nella sua completezza.

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Scala del dolore proposta nella puntata 6 della quinta stagione di Scrubs. Poesia pura. fonte

Ma questo non ha fermato Justin Orvel Schmidt.

L’entomologia come non l’avete mai vista

Justin Orvel Schmidt è un entomologo presso il centro per le ricerche sulle api “Carl Hayden” di Tucson, in Arizona, Stati Uniti.

Justin Orvel Schmidt che cerca di mantenere un basso profilo. fonte

Per la sua meravigliosa contribuzione alla scienza ha ricevuto il premio (IG)Nobel del 2015, dopo aver pubblicato articoli scientifici sulle punture di insetto e il dolore da loro provocato.

La “scala del dolore delle punture di insetto di Schmidt” è infatti una scala per misurare l’intensità del dolore percepito in seguito alla puntura di diverse specie di insetti (in particolare imenotteri, per capirci, api, vespe e formiche).

Schmidt classifica le punture di 78 specie e 41 generi di imenotteri, descrivendo le esperienze con vividi dettagli.

La scala presentata nella ricerca parte dal valore di 0 per le punture che sono completamente inefficaci contro gli esseri umani (in quanto non sono in grado di bucare la pelle umana), passando per il valore 2, il dolore tipico di una puntura di ape o vespa, per poi finire al valore massimo di 4 per le punture più dolorose.

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la scala Schmidt in una bellissima infografica di CompundInterest.

Ma se la puntura di un’ape comune si trova a metà della scala… Cosa ci sarà mai in cima?

Fra i pochi ad aggiudicarsi la cima della scala Schmidt spicca un temile 4.0+ (leggermente al di sopra del massimo studiato).

La puntura della Paraponera.

La Paraponera clavata in tutta la sua bellezza. fonte

La Paraponera clavata è l’unica specie vivente del genere Paraponera, vive in zone umide della foresta pluviale che si estende dal Nicaragua fino all’Honduras e al Paraguay.

Per avere un’idea dell’intensità del dolore provocato dalla puntura di questa formica basti sapere che viene comunemente chiamata “formica proiettile” (in quanto la sua puntura è paragonabile al dolore provocato da un proiettile che colpisce un arto) oppure, dalle popolazioni locali, hormiga veinticuatro, cioè “formica 24 (ore)” per il fatto che il dolore provocato dal veleno iniettato dalla puntura dura intorno alle 24 ore.

La poneratossina

Il componente che rende il veleno di questa formica così assurdamente efficace è la poneratossina. La poneratossina è una neurotossina paralizzante che cristallizza la trasmissione sinaptica del sistema nervoso centrale in un continuo stato di allarme.

Ciò avviene perché la neurotossina si lega ai ricettori nervosi inibendo la possibilità di questi di disattivarsi, trasmettendo al corpo una sensazione di dolore continuo.

Dopo la puntura segue un periodo di 3-5 ore in cui il dolore è tale da non consentire di compiere alcun movimento complesso. La mente rimane totalmente annebbiata e concentrata sul dolore fino a quando, diverse ore dopo l’inoculazione della tossina, la sofferenza diventa solo vagamente tollerabile, lasciando un po’ di spazio per respirare e per recuperare la salute mentale.

Dolore nella cultura

La puntura di questi insetti è un’esperienza talmente lancinante che gli indigeni Mawè in Brasile usano le formiche proiettile (o per meglio, la loro puntura) come parte del loro rito d’iniziazione per diventare guerrieri.

Centinaia di formiche proiettile vengono intrecciate (con il pungiglione rivolto verso l’interno) in guanti fatti di foglie.

Ecco a voi il temibile “guanto”. fonte

Il giovane iniziato deve infilare le mani nei guanti per almeno 5 minuti.

Una volta finito il tempo, a causa delle punture, le mani e parte del braccio rimangono in preda a tremori incontrollabili, anche per giorni.

Per completare l’iniziazione, il ragazzo deve ripetere il rito per un totale di venti volte.

Fonti

https://en.wikipedia.org/wiki/Pain
https://en.wikipedia.org/wiki/Paraponera_clavata
https://en.wikipedia.org/wiki/Schmidt_sting_pain_index
https://en.wikipedia.org/wiki/Poneratoxin
https://www.compoundchem.com/2014/08/28/insectvenoms/
https://en.wikipedia.org/wiki/Tarantula_hawk
https://en.wikipedia.org/wiki/Polistes_carnifex

Luca Ricciardi

Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all'università "La Sapienza" di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all'università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell'Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.

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