BIOLOGIA E GENETICASCIENZE

Il paradosso del peperoncino piccante

Vi siete mai chiesti a che cosa servano i frutti?

La risposta può essere intuitiva: sono dolci e invitanti per essere mangiati dagli animali che, con le loro scagazzate, spargeranno lontano i semi contribuendo alla sopravvivenza delle piante a cui appartengono.

E il peperoncino? Pensateci: è un frutto e dovrebbe essere appetibile per essere mangiato ma a causa della sua piccantezza gli animali non lo mangiano, giusto?

Perché gli uccelli non sentono che il peperoncino è piccante?

Sbagliato! Alcuni studi compiuti su volatili quali storni (Sturnus vulgaris), beccofrusone dei cedri (Bombycilla cedrorum), ciuffolotti messicani (Haemorhous mexicanus) e piccioni (Columba livia) hanno dimostrato che gli uccelli non sembrano risentire degli effetti della capsaicina, molecola responsabile della piccantezza, presente nei frutti del genere Capsicum, cui appartiene il peperoncino.

Due ricercatori americani, Joshua J. Tewksbury e Gary P. Nabhan, hanno compiuto uno studio in merito osservando il comportamento di una specie di tordo americano dal becco ricurvo (Toxostoma curviostre) e quello di due roditori (Peromyscus eremicus e Neotoma lepida).

Sia agli uccelli che ai mammiferi, sono state fornite due specie appartenenti al genere Capsicum: una, normalmente piccante, e l’altra privata della capsaicina. Come previsto, i roditori si sono nutriti solo della varietà priva di sostanza irritante mentre gli uccelli non hanno mostrato alcuna preferenza, alimentandosi indifferentemente con l’una o l’altra.

C’è da chiedersi il perché di questa differenza tra mammiferi e uccelli.

Idealmente, se più specie di animali mangiano il frutto, maggiori saranno le possibilità di perpetrare la specie di quest’ultimo. Insomma, un bel paradosso!

I ricercatori hanno notato che i semi dei frutti (senza capsaicina) ingeriti dai mammiferi non germinano al contrario di quelli (con e senza capsaicina) inghiottiti dagli uccelli.

Ma il mistero è presto svelato: il tratto digerente degli uccelli non danneggia i semi e inoltre i luoghi dove avvengono le deiezioni sono spesso più idonei alla germinazione.

Madre natura ha pensato proprio a tutto: la coevoluzione tra animali e piante del genere Capsicum ha portato le stesse a selezionare chi è il più adatto alla dispersione dei semi, producendo una sostanza repellente (la capsaicina) per i mammiferi ma non per gli uccelli.

Non vi sembra meraviglioso?

FONTI:

https://www.nature.com/articles/35086653

https://rivistanatura.com/capsaicina-mammiferi-uccelli/

Giulio D'Onofrio

Fin da bambino le mie più grandi passioni sono la natura e i libri: ho fuso le due cose nella divulgazione scientifica e dal 2018 faccio parte del Team di MissioneScienza. Sono un Perito Agrario iscritto al CdL in Scienze Agrarie all'Università degli Studi di Udine e mi piacerebbe specializzarmi in Agricoltura di Precisione. Mentre completo gli studi, lavoro come Insegnante Tecnico-Pratico in una scuola superiore in provincia di Pordenone. Insomma, la divulgazione è parte integrante della mia vita!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *