Mudimed, molto più di un museo

È un pomeriggio autunnale, non sai cosa fare, non ne puoi più di scrollare i Reel su Instagram e vagare sulla bacheca di Facebook. Cosa potresti fare, rimanendo a casa, per rompere la monotonia? Un’idea possiamo dartela: visitare il Mudimed.

Cos’è il Mudimed?

Il Mudimed è il primo museo digitale della storia del metodo scientifico in medicina. Al suo interno viene illustrata l’evoluzione della medicina attraverso 19 reperti digitali commentati da esperti del settore. Tutto ciò è stato resto possibile dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura e Novartis Italia, con il supporto tecnologico di Google Art & Culture.

Le esposizioni hanno un approccio tematico che propone informazioni, approfondimenti e suggestioni, che traggono spunto da reperti archeologici, testi antichi e opere d’arte. Con reperti che vanno dagli ex voto in terracotta, al kit portatile di farmaci di epoca barocca, al sorprendente Oplomoclion, di cui parleremo più avanti.

Lo scopo del museo è quello di contribuire al rafforzamento della fiducia tra società e scienza e ad avvicinare i cittadini, in particolare i giovani, al mondo della scienza e della medicina.

Il progetto, inaugurato alla presenza del ministro Franceschini il 20 ottobre 2021, è iniziato sotto la supervisione di un comitato scientifico coordinato da Giuliano Volpe, professore ordinario presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Bari.

La galleria ospita la storia della medicina nella sua interezza: dalla fase magico-religiosa delle civiltà arcaiche, alle modalità di intervento sui malati in età antica; vengono, poi, spiegate le differenze tra la medicina occidentale e tutte le altre e, infine, ci si proietta verso le nuove frontiere della farmacologia, che ci aspetteranno nel prossimo futuro.

In questo viaggio, i visitatori saranno accompagnati da alcuni dei nomi più autorevoli del panorama scientifico italiano e internazionale: Arnaldo Colasanti, Barbara Gavallotti, Andrea Grignolo, Paolo Mazzarello, Guido Silvestri e Giuliano Volpe

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Quali opere potrai trovare al Mudimed

Tra le varie opere presenti nel museo, una delle più incredibili è sicuramente l’Oplomoclion, un dispositivo simile a un’armatura ideata dall’anatomista Girolamo Fabrizi nel XVI secolo. Questo strumento aveva lo scopo di correggere i difetti della colonna vertebrale e degli arti.

Un altro interessante reperto è il kit farmaceutico portatile del ‘700. Quest’attrezzatura fu prodotta verso la fine del 1700, come rimedio contro la peste. Al suo interno vi sono sostanze come: triturati di oppio (che fungevano da anestetico), assafetida (usata come antimicrobico) e tannino (antifungino e antibatterico).

Il Mudimed, negli anni, continuerà a evolvere e a espandersi sulla base dei suggerimenti dei suoi visitatori.

Che dire, adesso avete un’idea su cosa fare durante le uggiose giornate autunnali, ora non vi resta che visitare il museo.

 

Fonti

Articolo Adnkronos

Articolo Wired

Mario Di Micco

Sono laureato in chimica all'Università degli Studi dell'Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall'astrofisica al senso della moda nell'Impero Bizantino. Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia. Probabilmente utilizzerò questa descrizione anche su Tinder 🌰

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