Movimento anti-vaccinista e vaccino antiCOVID-19
“Siamo adulti e vaccinati”, una di quelle frasi che penso molti di noi abbiano sentito diverse volte, nonostante il movimento anti-vaccinista.
Quella frase la vedevo “tatuata” sul braccio di mia madre e mio padre.
Parlo della cicatrice residua, dopo inoculazione, del vaccino contro il vaiolo, che tutti coloro nati negli anni 60 e 70 portano sul braccio. Per me, questa cicatrice ha sempre rappresentato l’età adulta, età che non si vede l’ora di raggiungere (da piccoli eh).
Tipica cicatrice del Vaccino antivaiolo
Nel 1796, Edward Jenner scoprì che l’immunità al vaiolo poteva essere ottenuta anche inoculando al paziente materiale ricavato da lesioni di vaiolo bovino, malattia animale causata da un virus della stessa famiglia di quello del vaiolo. Jenner chiamò il materiale utilizzato “vaccino”, da vacca, termine in lingua latina per mucca. Grazie al vaccino, il vaiolo fu completamente eradicato.
La vaccinazione contro il vaiolo è stata sospesa a partire dagli anni ’70 in tutti i Paesi occidentali. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.
Adesso bisognerà stare attenti a dire che si è vaccinati! Infatti, chi, come me, cerca di raccontare e spiegare la scienza e il metodo scientifico, è spesso accusato di connivenza con le grandi multinazionali farmaceutiche.
E questo sarebbe l’ultimo dei problemi!
Movimento anti-vaccinista: radici storiche
L’opposizione ai vaccini (o vaccine hesitancy) è un fenomeno che ha preso piede, ormai da qualche anno, in tutto il mondo.
Non soltanto tra le “mamme e pancine informate”! Anche politici, celebrità (talento e intelligenza a volte non vanno a braccetto) ed esponenti del fondamentalismo religioso che, con la loro ignoranza ed il loro egoismo, mettono in serio pericolo tutta la comunità.
Le percentuali di vaccinati sono in discesa. Solo l’anno scorso, negli USA, c’è stata la peggior ondata di morbillo dal 1992! Eppure, tra il 2000 e il 2015, il vaccino ha impedito che ci fossero 20.3 milioni di morti nel mondo. Dovremmo pensare a quanto siamo fortunati a vivere in un periodo che ha riconosciuto e sfruttato, con successo, il potere della vaccinazione.
Tuttavia, con la diffusione di bufale e falsi miti alimentati da allarmismo mediatico ingiustificato, stiamo facendo dei pericolosi passi indietro.
Un problema del ‘900? Proprio no!
Il movimento anti-vaccinista (in tutte le sue varie declinazioni) affonda le proprie radici tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, e le resistenze sociali, in determinate fasce della popolazione, non sono mai mancate. Il professore Andrea Grignolio, che insegna storia della medicina alla Sapienza di Roma, ha fatto una ricostruzione molto interessante e dettagliata nel suo saggio Chi ha paura dei vaccini?.
Sembrerà assurdo ma il movimento anti-vaccinista è nato ancor prima della vaccinazione, durante la variolazione, ovvero il passaggio del vaiolo da pustola a pustola, da braccio a braccio, che, tuttavia, presentava un tasso di mortalità piuttosto alto (intorno al 6-7%), che ha creato il rifiuto di questo tipo di terapia. Questa resistenza la si osserva anche con l’arrivo della vaccinazione jenneriana: basti pensare alla vignetta del famoso vignettista britannico James Gillray.
La satira antivax nella vignetta di James Gillray (datata 12 giugno 1802)
L’ottocento
A metà dell’Ottocento si formano le prime leghe del movimento anti-vaccinista, in Inghilterra, e da lì iniziano a prendere piede. Un esempio eclatante fu la manifestazione del marzo del 1885, tenutasi a Leicester, che vide la presenza di 80.000-100.000 anti-vaccinisti con tanto di marcia elaborata, piena di stendardi, con una bara per bambini e un’effigie di Jenner. Il governo britannico risponde: Non vuoi vaccinarti? Benissimo, ne hai tutto il diritto! Allora devi prendere il treno, recarti a Londra e sostenere la posizione anti-vaccinista di fronte a due o tre funzionari pubblici. Fu solo rendendo la NON vaccinazione complicata a livello burocratico che si riuscì a far desistere la gran parte della popolazione povera e ignorante.
Qui potete trovare un excursus storico delle malattie (che sono tantissime), dei relativi trattamenti (pensate che a partire dall’anno 1000, in Cina, si praticava il primo “vaccino”) e dei movimenti antivaccinisti.
Arriviamo al Novecento.
Il grande successo della vaccinazione vera e propria.
Gli oppositori sembrano essere in numero esiguo fino agli anni novanta quando, invece, si assiste ad uno spostamento della fascia sociale del NO-Vax. Si passa da un basso livello di istruzione e una condizione socio-economica precaria, ad uno alto e con profilo socio-economico piuttosto stabile.
L’aumento vertiginoso di questi movimenti No-Vax trova le sue cause in:
- la televisione (basti ricordare la puntata di “Report” andata in onda nell’aprile 2017, piena di falsità sul vaccino anti-HPV);
- il caso Wakefield che nel 1998 pubblica un lavoro fraudolento sulla rivista scientifica Lancet, in cui afferma che il trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) causerebbe ritardo mentale o persino malattie neurodegenerative. Lo studio fu ritirato nel 2010, dopo l’amara scoperta che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati (purtroppo esiste anche la malascienza).
- Internet, uno strumento potentissimo che purtroppo pullula anche di idiozie e bufale.
Com’è che moltissime persone hanno iniziato ad aver paura dei vaccini? Perché?
Oltre all’evergreen della relazione autismo-vaccinazione (ampiamente rivelatasi falsa, come spiegato qui), i moderni No-Vax si appellano all’impurezza dei vaccini (che, secondo le loro assurde teorie, dovrebbero contenere metalli pesanti, sostanze tossiche e nanoparticelle), al cosiddetto sovraccarico vaccinale (sono troppi!?), a cui si aggiunge il “troppo presto” (le malattie infettive hanno un’incidenza di mortalità altissima nei bambini piccoli!! Ecco il motivo per cui si vaccina “presto”) e, dulcis in fundo, non poteva mancare la questione più gettonata dei grandi interessi commerciali di Big Pharma sui vaccini e i loro effetti, che noncielodicono!?!
Durante la pandemia COVID-19, ritenuti estinti, gli anti-vaccinisti (che oggi preferiscono definirsi “free-vax” sostenitori della “libertà di scelta” e promotori di rimedi alternativi e “naturisti”) sono tornati alla riscossa.
Scorazzano nelle praterie di Facebook e Twitter, assieme ad orde di complottisti di ogni genere, con teorie che hanno dell’incredibile… La creazione in laboratorio del virus SARS-CoV2 da parte di scienziati cinesi, il vaccino influenzale come causa della pandemia, il negazionismo totale della pandemia stessa, il clima dittatoriale instaurato dalla quarantena, le reti 5G e Bill Gates come responsabili della pandemia globale di coronavirus!
Insomma, vince chi la spara più grossa!
Un classico gruppo di intellettuali con lauree su Facebook attribuisce la responsabilità della pandemia a Bill Gates (© dal web)
In questi mesi mi sono chiesta: perché tutte queste tesi, seppur smentite diverse volte, continuano ad essere così persistenti e attrattive?
Spesso, sono proprio la paura e la mancanza di supporto a far sì che le persone credano a tali teorie. Inoltre, far cambiare idea a chi crede in un complotto è, praticamente, impossibile.
In parole povere, quando le persone si affidano all’ intuito e alle emozioni, è più probabile che credano ad asserzioni false. Affermazioni che incutono paura, ad esempio, rendono le persone meno inclini a fermarsi a riflettere. D’altro canto, per assurdo, le teorie del complotto sono più semplici da capire, a volte addirittura più interessanti, rispetto ai dati scientifici, certamente più complessi da andare a leggere. Adesso più che mai, abbiamo l’obbligo di divulgare e diffondere informazioni corrette per far fronte a questa dilagante infodemia, per il bene comune! E possiamo farlo semplicemente adottando il metodo scientifico, lo stesso metodo che la scienza utilizza per raggiungere una conoscenza oggettiva, affidabile, e soprattutto verificabile e condivisibile: formulazione dell’ipotesi (la notizia è degna o meno di fiducia?); raccolta e verifica dei dati raccolti (qual è la fonte della notizia? Come sono le immagini allegate e quale la sua data di pubblicazione?); comunicazione del risultato ottenuto (dovremmo, in questo modo, essere in grado di stabilire se ci troviamo di fronte ad una notizia vera o una bufala).
Sarcasmo dalla rete (© dalla prateria di Facebook)
Strategie sui vaccini e fasi cliniche
Questo documentario rappresenta, sicuramente, un interessante ripasso sulla pandemia COVID-19 in corso e sui coronavirus in generale.
Non mi soffermo a raccontare tutte le strategie di contenimento dell’infezione e i metodi diagnostici per individuare i positivi per COVID-19, tantomeno sulla messa a punto di terapie sulle quali una grandissima parte della comunità scientifica sta lavorando. Intanto premetto che un vaccino agisce in maniera preventiva stimolando il sistema immunitario a produrre anticorpi (i nostri soldatini), senza che la malattia si manifesti. Quando invece dovesse entrare, eventualmente, in contatto con la malattia stessa, il sistema immunitario riconoscerà l’estraneo e immediatamente produrrà gli anticorpi necessari per combatterlo (persino sto sistema se ricorda le cose!). La prima descrizione del funzionamento del sistema immunitario e, indirettamente, del principio su cui si basano le vaccinazioni, viene dallo storico greco Tucidide che, durante l’epidemia di peste (che imperversò su Atene nel 430 a.C.) notò ne La guerra del Peloponneso; libro II, 51, 6, che questo “male” non colpiva mai due volte la stessa persona o, se questo accadeva, raramente la malattia era letale.
Per tutti i nuovi vaccini che entrano in fase di sviluppo, SOLO alcuni finiscono per avere successo, e il vaccino contro SARS-CoV-2 non sarà diverso, poiché l’intero processo richiede una profonda sperimentazione. Ad oggi vi sono 23 candidati in fase clinica, di cui 3 in fase clinica III, e gli altri 140 in fase pre-clinica. Qui la lista, aggiornata al 15 luglio 2020, di tutti i candidati, riportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’impossibile miracolo
Per capire meglio il perché dell’impossibile “miracolo” di poter avere a breve un vaccino per il Coronavirus, dobbiamo distinguere le fasi di sviluppo di un vaccino:
- FASE PRECLINICA. Nello sviluppo pre-clinico, la ricerca è condotta attraverso esperimenti di laboratorio e su animali, attraverso l’identificazione di antigeni rilevanti (l’antigene è l’estraneo da combattere: in questo caso, il virus o parti di esso, per intendersi), la messa a punto del vaccino, la valutazione della sua efficacia in provette o su animali e la produzione dello stesso secondo dei parametri standard di laboratorio.
- FASE CLINICA I, II, e III, ossia quando il vaccino si testa per la prima volta sull’uomo. Copre quattro fasi per diversi anni, dagli studi clinici iniziali sull’uomo (fase I) fino all’introduzione e oltre (fase IV). Gli studi clinici di fase I sono studi su piccola scala per valutare se il vaccino sia SICURO nell’uomo e quale risposta immunitaria evochi. In fase II, gli studi sono più estesi e mirano principalmente a valutare l’EFFICACIA del vaccino contro l’infezione artificiale, ma anche la SICUREZZA (ancora!), gli effetti collaterali e la risposta immunitaria. La fase III si sviluppa, invece, su un campione molto alto della popolazione.
ORA CAPITE PERCHÉ I VACCINI SONO SICURI???
Gli studi sperimentali sono stati disegnati, e pensati, anche sulla base di esperienze precedenti, che si sono rivelate efficaci, con l’obiettivo comune di NEUTRALIZZARE la proteina Spike (gli“spuntoni” che si possono osservare nelle immagini che girano in rete, in tv o sui giornali).
Spike è la CHIAVE del virus, che si inserisce nella SERRATURA (proteina recettore ACE2) delle nostre cellule, permettendogli di entrare e utilizzare i nostri macchinari cellulari per replicarsi. È chiaro, quindi, che Spike è un’arma fondamentale per la vittoria del nostro nemico. Sapere questo e altre informazioni consente, però, all’Uomo di escogitare delle contromisure per neutralizzarla, come la messa a punto di un vaccino.
Il virus SARS-Cov2 che col la sua proteina Spike si lega al recettore ACE2 ( © Kateryna Kon / Shutterstock)
I vaccini NON curano, fanno prevenzione. Coi vaccini, insegniamo al nostro organismo con chi potrebbe avere a che fare. Esempio di facile comprensione: la mamma (scienza) ti fa vedere la foto (vaccino) di un malintenzionato (virus), ti attrezzi con lo spray al peperoncino (anticorpi e cellule T), cosicché, qualora dovessi incontrarlo, saprai già come difenderti.
E ora affrontiamo l’argomento “come è fatto uno di questi vaccini”, in riferimento ai tipi di approcci utilizzati.
Strategia a DNA
La “frase” del codice genetico, costituito da lettere dette nucleotidi (per esempio in latino), che riguarda la proteina Spike, viene inserita in un vettore (pezzo di DNA circolare), per poi essere iniettata nel corpo, e da questo DNA, grazie ai nostri macchinari cellulari, si formerà la proteina Spike. Questa, poi, verrà riconosciuta come estranea dal nostro sistema immunitario, che produrrà gli anticorpi (i nostri soldatini). Oppure questa “frase” può essere veicolata, utilizzando un virus come vettore (di solito si usano gli adenovirus ingegnerizzati, ovvero che mancano della capacità di replicarsi: bisogna immaginare la carrozzeria di una Ferrari senza motore).
Esempio di vaccino a DNA (© https://blog.ucbmsh.org/department/dna-vaccines)
Strategia a RNA
L’RNA è il messaggero che contiene le informazioni del nostro DNA (immaginate una fotocopia del DNA). Siccome questo non può uscire dal nucleo che lo contiene, l’RNA veicola le informazioni ai traduttori (i ribosomi) che traducono il “codice Spike” in una lingua fatta di altre lettere, dette aminoacidi (come se fosse dall’italiano all’arabo, per intenderci), che formeranno una proteina Spike.
Il messaggero RNA viene incapsulato (racchiuso) in un involucro (nanoparticella di grassi), la cui composizione chimica ne permette la fusione con la membrana cellulare (quindi l’introduzione efficace nel corpo) e il rilascio dell’RNA pronto per essere tradotto in Spike dai nostri ribosomi. Di nuovo, essendo estranea al nostro corpo, la speranza è che il nostro organismo produca i soldatini contro la Spike per difenderci.
Vaccino contro SARS-CoV-2 mRNA-1273 ( © Moderna, Inc.)
Strategia a base di proteina (o parti di essa)
Mediante ingegnerizzazione (non spaventatevi per il parolone!), si “abbellisce” un involucro di particella virale, detto capside, con la proteina Spike, o si inietta direttamente la proteina prodotta in laboratorio, pronta per essere riconosciuta dal sistema immunitario che produce i soldatini.
Vaccino a base di proteina ( © Nature)
Vaccino antiCOVID-19: quanto siamo vicini?
L’uscita sul mercato del vaccino antiCOVID-19 può richiedere molto tempo. Se non esce un farmaco o un vaccino, quindi, non è una per una questione del tipo “Il farmaco c’è ma ce lo nascondono!”: il vero nemico sono i tempi di produzione a garanzia della salute umana. I vaccini, normalmente, richiedono anni di test e tempi aggiuntivi per la produzione su larga scala, ma gli scienziati sperano davvero di sviluppare un vaccino contro il Sars-CoV2 entro 12-18 mesi.
3 per ora sono i candidati entrati in fase III:
AZD1222 (vaccino dell’Università di Oxford)
Precedentemente noto come ChAdOx1 nCoV-19, AZD1222 è composto da un virus (ChAdOx1). Questo è una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus) che provoca infezioni negli scimpanzé, che è stato geneticamente modificato in modo che non possa replicarsi nell’uomo (di nuovo la carrozzeria de ‘na macchina ma senza motore).
Questo vettore contiene il codice genetico che produce le proteine Spike (S). Il vaccino, somministrato a più di 320 persone fino ad oggi, ha mostrato di essere sicuro e ben tollerato. Lo studio di fase III prevede il test del vaccino su circa 8.000 persone nel Regno Unito. I ricercatori hanno anche somministrato il vaccino a poche centinaia di persone in Brasile, ma nelle prossime settimane il numero potrebbe aumentare a circa 5.000 persone. Il team prevede, inoltre, di testare il vaccino su 2.000 persone in Sudafrica. I primi risultati suggeriscono che il vaccino sia in grado di innescare una risposta immunitaria contro SARS-CoV-2. AstraZeneca e l’Università di Oxford hanno condiviso “risultati positivi” riguardanti il loro vaccino sulla rivista Lancet.
Risultati positivi?
Apparentemente, il vaccino sembra indurre la produzione di anticorpi neutralizzanti e innescare la risposta delle cellule T (linfociti e/o cellule killer) che i ricercatori speravano di vedere. Detto questo, l’efficacia sarà stabilita correttamente solo nella fase III, che valuta ulteriormente la sicurezza e l’efficacia in un campione della popolazione di gran lunga superiore. Se il vaccino Oxford si dimostrasse efficace, potrebbe entrare in produzione in larga scala già a settembre.
Nella risposta immunitaria,oltre alla presenza degli anticorpi neutralizzanti, bisogna considerare anche la risposta delle cellule T del sistema immunitario, che contribuiscono a proteggerci. Gli anticorpi sono relativamente semplici da misurare e fungono da surrogato della risposta delle cellule T. Tuttavia, un numero crescente di risultati, pubblicati su diverse riviste scientifiche (tuttavia, alcuni lavori non hanno ancora subito il processo di revisione), mostra che alcuni individui, pur non avendo anticorpi, presentano comunque una risposta delle cellule T. L’importanza relativa delle risposte anticorpali e dei linfociti T non è chiara, così come il livello necessario per ottenere l’immunità, ma sembra che entrambi gli elementi abbiano un ruolo importante.
Per provare a velocizzare un processo di solito lungo, si prevede anche il reclutamento di volontari per i cosiddetti “challenge trials“, nei quali le persone vaccinate vengono deliberatamente infettate col coronavirus. Questo desta sicuramente preoccupazioni forti dal punto di vista etico, vista la la mancanza di trattamenti specifici e definitivi contro questo virus.
Sinovac
La società cinese Sinovac ha sviluppato un vaccine chiamato CoronaVac basato su particelle di Covid-19 inattivate. Il vaccino ha mostrato un promettente profilo di sicurezza nelle prime fasi dei test su 734 persone e ora sta entrando negli studi di fase 3 in Brasile reclutando 9000 volontari.
Postilla dalla Cina. Secondo quanto pubblicato, il vaccino invece sviluppato dalla società cinese CanSino Biologics e dal Beijing Institute of Biotechnology – un’università vicina all’esercito cinese – ha mostrato risultati promettenti nei test di fase 2, sebbene non siano stati ancora pubblicati dati dallo studio. In un primo momento, l’uso militare del vaccino è stato approvato, ma non è chiaro in che misura verrà distribuito.
Moderna / NIAID
La società americana di biotecnologie Moderna ha sviluppando un vaccino utilizzando l’RNA messaggero (o mRNA) per indurre l’organismo a produrre le proteine Spike. Nessun vaccino contro l’mRNA per una malattia infettiva era mai stato approvato prima. Ma i sostenitori di questo vaccino affermano che potrebbe essere più facile produrlo in larga scala rispetto ai vaccini tradizionali. I dati pubblicati da Moderna questa settimana mostrano che il vaccino è sicuro e induce una risposta immunitaria in tutti i partecipanti, e anche la risposta delle cellule T CD4. Gli studiosi affermano, inoltre, di aver rilevato la risposta delle cellule T CD8, sebbene in misura molto minore (da approfondire!).
È ancora relativamente presto: nessuno sviluppo di un vaccino efficace è mai stato così rapido come quello che si sta tentando per Covid-19. Di solito lo sviluppo di un vaccino richiede anni, se non decenni, e i ricercatori sperano di ottenere lo stesso risultato in pochi mesi. La maggior parte degli esperti ritiene che un vaccino diventerà ampiamente disponibile entro la metà del 2021. Sarebbe un’enorme impresa scientifica e non ci sono ancora garanzie che funzionerà.
Concludendo, perché è sicuro vaccinarsi e vaccinare? Capovolgiamo la domanda!
Perché non dovrebbe essere sicura una cosa ampiamente testata, validata e certificata come “sicura ed efficace”? Come per i vaccini o i farmaci, il rischio zero non esiste. Di fatto, i vaccini sono tra i farmaci più controllati disponibili in commercio.
L’immissione sul mercato prevede il superamento di rigorose analisi e, successivamente, la sorveglianza post-marketing, dove continuano ad essere monitorati anche quando già ampiamente in uso. Anche andare in moto è pericoloso, ragion per cui ci si protegge col casco! Si sa che il fumo di sigaretta provoca morti per tumore al polmone (ogni anno abbiamo circa 30000 morti), eppure chi non vaccina e non vuol vaccinare, spesso, non considera minimamente l’ipotesi di smettere di fumare. Sarà difficile, quasi certamente impossibile, far crollare il pregiudizio del falso equilibrio dell’informazione (il cosiddetto bothsidesism) di un antivaccinista. Questo pregiudizio è, tuttavia, dannoso per la scienza, che invece si basa sulle prove e sui dati, non sulle opinioni.
Non ha nemmeno senso parlare di essere pro o contro i vaccini.
È come se io vi chiedessi: pensate che la terra sia piatta o rotonda? Ah, no a quanto pare è un’opinione discutibile perché abbiamo anche il meraviglioso mondo dei terrapiattisti…
Un acculturato geologo ci spiega il piattume terrestre (© dal web)
Oltre a questa pandemia abbiamo questa emergenza, chiamata analfabetismo funzionale, per la quale abbiamo, invece, un vaccino che si chiama Istruzione, Cultura!
Biochimica, giocoliera di macromolecole e vivo nel meraviglioso mondo di Proteinlandia. Ho un dottorato in Scienze Biochimiche (Università Sapienza di Roma). Lavoro in UK, dove cerco di svelare l’intricato mondo di batteri cattivissimi.
Sogno ricorrente: vestita da astronauta, con taniche piene di cristalli, e in viaggio verso la ISS, dove una volta arrivata faccio esperimenti di cristallografia delle proteine!
Faccio divulgazione perché ho bisogno di raccontare la Bellezza, quella a livello atomico, che non tutti hanno la fortuna di poter ammirare direttamente.
non so se mi infastidisce di più un articolo del genere o uno di un fanatico no vax . per me sono due lati della stessa medaglia e Jenner si sta rivoltando nella tomba.