Macachi alle terme – intelligenza sociale
Vedere macachi alle terme ha un che di soddisfacente.
Non credo che sia necessario contesto per godersi l’immagine.
Visto? La vostra giornata è già migliorata in maniera considerevole!
Forse, però, un po’ di contesto è necessario (vi assicuro che ne vale la pena).
Dobbiamo fare un passo indietro.
Macachi, primati da non sottovalutare
I macachi sono primati di dimensioni medie. Il loro colore varia dal grigio al marrone e posseggono una coda (la cui lunghezza è caratteristica di ogni specie) che varia dall’essere molto lunga a addirittura vestigiale.
Hanno habitat molto variabili, dalla foresta pluviale fino ai 2000 metri di altitudine.
Sono animali onnivori che vivono in branchi dai 10 ai 100 individui, con un’aspettativa di vita media fra il 20 e i 30 anni (non male).
La parola italiana “macaco” deriva dal portoghese “macaque“, che è una forma presa in prestito dalla lingua Bantu (che sono in realtà un gruppo di lingue dell’Africa sub-sahariana) dove “ma-kaku” vuol dire letteralmente “scimmie”.
I macachi sono diffusissimi in Asia, dall’Afghanistan alla Cina.
In particolare, oggi parleremo dei macachi giapponesi (Macaca fuscata).
Nihonzaru
(O almeno questa credo sia la trascrizione)
“Nihonzaru” (letteralmente “macachi del giappone”) è come i giapponesi chiamano questi macachi, detti anche macachi dalla faccia rossa.
Questi macachi sono rappresentati ampiamente nella cultura e nell’arte del popolo nipponico. Nella religione Shinto, sono spesso la manifestazione terrena delle divinità del tuono (raijū).
Le famose “tre scimmiette” che intimano le persone a “non vedere il male, non sentire il male e non dare voce al male” sono rappresentate in uno dei complessi di templi più famoso del Giappone, a Nikkō.
Data la… come dire… promiscuità di tali animali e la loro profusa e abbondante attività erotica, i macachi (e le scimmie in generale) rappresentano quello che per noi sono i conigli o i ricci, se avete capito cosa intendo.
I macachi giapponesi sono ben distribuiti sulle varie isole, ma a noi interessa una particolare comunità.
I macachi alle terme
Per chiudere il cerchio, ci toccherà rimpicciolire ancora un po’ il nostro raggio d’azione.
Eccoci al “parco delle scimmie di Jigokudani“, a Yamanouchi, prefettura di Nagano.
Il nome di questo parco significa letteralmente “Valle Infernale“, nome che si riferisce alle molteplici pozze di acqua bollente che si aprono nel terreno innevato, circondate da inospitali e fredde foreste.
Per tutti, durante un rigido inverno, è un piacere farsi un bel bagno caldo. Per questo motivo, le calde acque termali sono raccolte e utilizzate per creare una serie di vasche, in cui è possibile riscaldare le fredde membra.
Se questo lusso non è sfuggito agli occhi degli esseri umani, pare che i macachi non siano stati da meno.
La zona limitrofa al parco delle terme è abitata da una numerosa comunità di macachi giapponesi. I locali hanno notato che questi primati erano soliti, durante l’inverno, scendere nella valle, naturalmente più calda e abitabile, procacciarsi il meritato pranzo… e fare un bel bagno caldo.
Ebbene, anno dopo anno, fare il bagno alle terme è diventata una tradizione a cui partecipa l’intera comunità.
Naturalmente, noi esseri umani siamo sempre incuriositi quando animali (che non siamo noi) manifestano comportamenti riconoscibili come “umani”. L’afflusso turistico, e il conseguente aumento di persone che nutrono i macachi ammollo nelle terme, ha reso questi primati più stanziali.
Insomma, bagno caldo e cibo gratis.
Si potrebbe argomentare che l’affluenza turistica disturbi il naturale comportamento di tali primati, la mia opinione è che, sicuramente, ci fa sembrare molto stupidi. I macachi, d’altro canto, si dimostrano, in genere, tolleranti della presenza dell’uomo, nonostante noi facciamo davvero di tutto per essere degli ospiti sgraditi.
Non fatevi ingannare dalla pucciosità
Fare un lungo bagno caldo durante l’inverno sembra una cosa tranquilla.
Ma non è tranquilla affatto… o meglio, non è NON-tranquilla, ma neanche tranquilla-tranquilla.
La società dei macachi è piuttosto complessa, ogni individuo ha un ruolo ben definito nel branco e guai se qualcuno decide di pestare i piedi alla scimmia sbagliata (sia letteralmente, che figurativamente).
I macachi possono diventare piuttosto violenti, e questo è male, dato che quando sei un macaco non hai grande possibilità di accesso a un pronto soccorso.
Ogni graffio può essere mortale.
Per mantenere l’ordine in queste società complesse, invece di picchiarsi selvaggiamente tutto il giorno, questi primati fanno uso di “stratagemmi sociali”, al fine di rinforzare i vari ruoli nel branco.
Primo fra tutti questi stratagemmi: lo spulciarsi.
Utilizzato da svariate specie animali, e non solo dai primati, indica il comportamento per cui un soggetto provvede a ripulire un suo simile dai parassiti. Questo è sia un ottimo modo per mantenere la colonia sana, che disinnescare situazioni di stress e stabilire rapporti di fiducia fra gli individui della comunità.
Nonostante la presenza di maschi dominanti sia generalmente accettata, è chiaro che, nella comunità dei macachi, il passaggio del potere è quasi esclusivamente matrilineare.
Madri e figlie di diversi gruppi formano alleanze che possono durare anche diverse generazioni.
Ma c’è di più.
I macachi sono intelligenti
Molto più intelligenti di quello che potete immaginare, e (almeno) una foto ne è la prova.
Se avete dubbi chiedete di “David Slater“.
Storie buffe a parte, i macachi sono in grado di utilizzare oggetti, di costruire piccoli utensili e di trasferire la conoscenza usata per uno specifico obiettivo ad un nuovo problema, giudicato simile.
Esempi di tale comportamento sono stati osservati per molte specie, in particolare per il macaco cinomolgo (Macaca fascicularis).
E i macachi alle terme?
Per questo dobbiamo spostarci all’isola di Kōjima.
Macachi giapponesi all’opera
L’isola di Kōjima è nella prefettura di Miyazaki ed è sede di uno dei laboratori sul campo del Primate Reasearch Institute, dell’università di Kyoto.
L’isola è stata scelta per tale scopo perché ospita una grande comunità di macachi giapponesi che, nonostante non abbia accesso alle terme (sigh), ha accesso ad un bene ugualmente prezioso.
Patate dolci.
Al fine di studiare il comportamento di questi primati, gli scienziati dell’istituto di ricerca scaricano un sacco (letteralmente) di patate dolci sulla spiaggia dell’isola, per poi osservare come le scimmie reagiscono al “dono” alimentare.
Se in un primo momento i macachi mangiavano, senza preoccuparsi della sabbia che incrostava le patate, dopo vari scarichi di patate, uno dei membri giovani della comunità fu visto mentre lavava la sua patata dolce in un ruscello di acqua dolce.
Questo comportamento, che migliorava l’esperienza culinaria (e non di poco), si distribuì velocemente fra i coetanei del giovane primate e, successivamente, fra i membri più anziani della comunità.
A seguito di ciò, il comportamento cominciò ad evolversi.
Alcuni macachi iniziarono a lavare le loro patate dolci nell’acqua marina e, sorprendentemente, i primati iniziarono a “pucciare” il loro pasto nell’acqua salata fra un morso e l’altro.
Hanno imparato a condire il loro cibo.
A seguito di ciò, la generazione precedente cominciò a insegnare ai nuovi piccoli questi comportamenti, che divennero vere e proprie tradizioni.
Conclusioni
Osservare animali non umani imparare, studiare l’ambiente e trarre conclusioni logiche per migliorare la loro qualità della vita è forse il modo migliore per noi umani di capire quali siano i componenti fondamentali della società.
Macachi alle terme – approfondimento video (ENG)
Macachi che rovinano la vita agli uomini (in particolare fotografi)
Jigokudani Monkey Park
Macachi alle terme (e non)
Scimmie e cultura giapponese
Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all’università “La Sapienza” di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all’università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell’Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.