L’iniezione letale e la sua terribile biochimica

Secondo le statistiche di Amnesty International, 57 nazioni ancora mantengono in vigore la pena capitale. Fra le varie atroci metodologie utilizzate a livello globale, uno strumento per l’esecuzione delle condanne a morte utilizzato in vari stati (tra cui gli USA, Guatemala, Taiwan, Repubblica Popolare Cinese e altre) è l’iniezione letale.

L’iniezione letale fu introdotta per la prima volta in Oklahoma e nel Texas, quando in quest’ultimo, il 7 dicembre 1982, un uomo di nome Charles Brooks venne così ucciso.

Nonostante la cruciale differenza dell’obiettivo, la procedura e il metodo di esecuzione di questa pratica assomigliano alle tecniche utilizzate per l’anestesia generale. Al condannato vengono iniettate tre differenti sostanze in una specifica sequenza, una prima dose molto elevata di barbiturici, seguita da una sostanza che rilassa i muscoli (che ha il principale obiettivo di paralizzare il diaframma) e infine cloruro di potassio, che provoca l’arresto cardiaco.

Ma analizziamo tutto con più precisione

I barbiturici

I barbiturici sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale e determinano effetti come la sedazione o l’anestesia.

Queste molecole attaccano selettivamente alcuni ricettori delle cellule nervose, deprimendo l’attività neuronale e causando quindi sintomi come sonnolenza e debolezza.

Il farmaco utilizzato maggiormente come componente di questa prima dose è il tiopental sodico (nome commerciale pentothal), che è un barbiturico molto poco selettivo che viene anche usato, anche se con discutibili risultati, in piccole dosi come “siero della verità”.

iniezione letale
Tiopentale Sodico, struttura.

Negli Stati Uniti, in seguito alla carenza di pentothal (dovuto al rifiuto delle aziende europee produttrici di fornirlo per questo utilizzo e che l’unica azienda statunitense ha smesso di produrlo) è stato adottato il pentobarbital, usato anche per l’eutanasia animale.

Il pancuronio

La seconda sostanza iniettata è il pancuronio (nome commerciale pavulon), che ha un effetto miorilassante, cioè provoca un rilassamento dei muscoli.

Il pancuronio é un farmaco aminosteroideo (cioé ha la struttura base simile a quella del colesterolo ma contiene anche gruppi amminici, cioè azoto, nella sua struttura).

iniezione letale
Pancuronio, struttura.

La sua atttività si basa sull’inibizione dei ricettori nelle giunzioni neuro-muscolari, ossia quelle che permettono la connessione fra sistema nervoso e muscoli.

È un rilassante muscolare molto potente, 60 µg per chilo di massa corporea sono abbastanza per ridurre la risposta muscolare del 95%. Questo farmaco è correntemente usato anche per facilitare le procedure di intubazione e durante le anestesie generali.

Il cloruro di potassio

L’ultima sostanza è il sale di potassio dell’acido cloridrico, il cloruro di potassio. La sua formula è KCl e la maggior parte del cloruro di potassio prodotto viene impiegata nella produzione di fertilizzanti.

In ambito medico è usato per trattare l’ipocaliemia (diminuzione del livello di potassio nel sangue), sintomo della perdita di sali minerali. Tuttavia tra gli effetti collaterali della somministrazione di questo sale rientrano la nausea, il vomito e la diarrea. Dosi eccessive o molto concentrate causano ipercaliemia, che può produrre aritmia, fibrillazione e arresto cardiaco.

Un modo umano di uccidere?

Molti sostengono (soprattutto dagli stati che ne fanno uso) che l’iniezione letale sia “la più umana tra le condanne a morte“, considerando che il periodo di sofferenza del condannato è “ridotto al minimo”.

Spesso però, se il condannato proviene da un passato di dipendenza e si è iniettato droga per via endovenosa per molto tempo, può essere necessario andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica e, inoltre, se il prigioniero entra in stato di shock e sposta l’ago agitandosi, il veleno può penetrare in un’arteria o una parte di tessuto muscolare, provocando atroce dolore.

Ricordiamo che (a causa del giuramento di Ippocrate a cui tutti i medici si sottopongono) il personale che opera le esecuzioni NON È PERSONALE MEDICO.

Altre complicazioni possono sorgere se le componenti letali non sono ben dosate o non si combinano tra loro nel tempo previsto. In questo caso la miscela di composti può rendere il sangue più “denso” e ostruire le vene, rallentando ancora di più il processo di diffusione delle sostanze e causando un dolore immane al condannato.

Anche l’anestetico (la prima sostanza iniettata) deve agire in fretta o il prigioniero corre il rischio di essere ancora cosciente mentre soffoca, o mentre i suoi polmoni si paralizzano.

“Ma una dose massiccia di un farmaco che dia overdose?”

Ad esempio, eroina.

La dose letale di eroina é intorno ai 100 mg per i soggetti non assuefatti, chi ne fa consumo in genere sviluppa una lieve “resistenza”. Questo aumenta la dose necessaria ad una sicura overdose (quindi non é determinabile a priori in maniera certa ed é molto legata al soggetto).
Tralasciando il fatto che l’eroina sia una sostanza vietata e fortemente regolata e quindi de facto non utilizzabile da un ente statale, comunque il costo (che a causa della laboriosa purificazione è abbastanza alto) e il fatto che la morte da overdose non sia paricolarmente piacevole (sarebbe porbabilmente causata da una prolungata ipossia dovuta alla depressione dell’attivitá muscolare del diaframma) la rendono “non appropriata”.

“Ma l’eroina un oppioide…”

Anche se è vero che, essendo un oppioide,  l’eroina ha un effetto sul sistema nervoso centrale che provoca piacere va considerato che:
  1. Anche iniettando la dose letale l’overdose sopraggiungerebbe dopo varie decine di minuti, mentre nel processo attuale si cerca di contenere il piú possibile i tempi. Dato che queste esecuzioni sono pubbliche, usare l’eroina vorrebbe dire costringere chi “assiste” all’esecuzione ad un lungo spettacolo.
  2. Una sedazione completa sarebbe comunque necessaria, in quanto gli effetti di un’overdose sono comunque dolorosi. Annullando o comunque deprimendo l’effetto dell’oppioide. Rallentando ulteriormente il processo.
  3. Operativamente l’uso dell’eroina é piú complesso, tutte le sostanze ora usate sono facilmente solubili in soluzione fisiologica o comunque acqua. Ossia, sono iniettabili nel flusso sanguigno. L’eroina ha una solubilitá limitata in acqua, motivo per il quale viene in genere scaldata in acqua da chi ne fa uso e iniettata da tiepida o comunque sciolta in soluzioni lievemente acide (acido acetico o citrico). Queste soluzioni devono essere ben calibrate per non causare danni alle vene (e conseguente dolore). Insomma é operativamente piú complesso.
  4. Anche superando tutti i punti precedenti, bisognerebbe avere accesso alla sostanza, tutti i farmaci usati ad oggi sono anestetici routinari e “facilmente” accessibili, usare eroina vorrebbe dire usarla esclusivamente per questo scopo e creare una linea di produzione dedicata che sarebbe molto costosa e relativamente inutile.
Insomma, poco pratico, oltre che inumano.

In definitiva, non esiste condanna a morte che sia “umana”

La pena capitale viola il diritto alla vita riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e da altri trattati internazionali (compresa la Convenzione europea sui diritti dell’uomo). Inoltre, esistono numerosissime prove che non sia un deterrente alla criminalità.

può uccidere un innocente in caso di errore giudiziario e nega qualsiasi riabilitazione al condannato.

È un esempio di “giustizia” retributiva in cui chi ha tolto la vita la deve perdere a sua volta.

In parole povere vendetta… Non giustizia.

C’è ben poco di giusto

Sebbene sia vero che in molti stati la pena di morte sia prevista solo per gli assassini (Togo, Ciad, Antigua, in qualche modo gli Stati Uniti, Guyana, Corea del Sud, Libano e altri), in altri gli atti considerati criminali punibili con la stessa pena sono ben più generali e assurdi.
iniezione letale
Stati marcati in rosso: pena di morta, utilizzata come forma di punizione legale; arancione : non utilizzata da almeno 10 anni ma non abolita; verde : riservata a circostanze eccezionali (come crimini commessi in tempo di guerra); blu: abolita per tutti i crimini.

A Singapore e in Kenya si puó ricevere la pena capitale se si compie una rapina a mano armata, in Algeria sabotare beni pubblici é un crimine punibile con la morte.

In Cina, pirateria e furto.

Senza contare che in Mauritania, Nigeria, Sudan, Sudan del Sud, Arabia saudita, Iran, Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Yemen (e, non ufficialmente, anche in Cecenia) l’omosessualitá, l’apostasia (cioé il ripudio del credo religioso) e le molto generiche “condotte immorali” sono punibili con la morte.

In Repubblica Centrafricana la stregoneria e la “ciarlataneria” sono punite con la morte.

Dire che la pena di morte ci libera dagli assassini cattivi é un discorso troppo semplicistico (ed estremamente pericoloso).

 

L’iniezione letale
Approfondimento video 1
Approfondimento video 2
Cloruro di potassio
Approfondimento video 3
Amnesty international – iniezione letale
Rapporto pena di morte – Amnesty 2018
Amnesty, pena di morte
Barbiturici

Luca Ricciardi

Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all'università "La Sapienza" di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all'università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell'Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.

2 pensieri riguardo “L’iniezione letale e la sua terribile biochimica

  • 5 Dicembre 2021 in 02:36
    Permalink

    non è molto bella, ma l’unica, forse, soluzione è la ghigliottina.

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    • 5 Dicembre 2021 in 14:13
      Permalink

      Ciao Paolo, l’unica soluzione (per me, ma anche per enti governativi e non, come l’Unione Europea, per fortuna) è abolire la pena di morte ^^

      Rispondi

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