L’Imprinting: una forma di apprendimento

L’imprinting: l’apprendimento per conoscere se stessi

Il signore, raffigurato nella foto in basso mentre osserva alcune oche con la pipa in bocca, si aggiudicò, nel 1973, il Premio Nobel per la fisiologia e la medicina “per le scoperte nei modelli di comportamento individuale e sociale”. Si chiamava Konrad Lorenz e, insieme a Nikolaas Tinbergen e Karl von Frisch, è considerato il papà della moderna etologia, lo studio del comportamento animale. Ebbe il merito di studiare e approfondire uno degli aspetti più interessanti della moderna etologia: l’imprinting.

L'Imprinting
Konrad Lorenz, vincitore, insieme a Nikolaas Tinbergen e Karl von Frisch, del Premio Nobel per la fisiologia e la medicina nel 1973.

L’imprinting: cosa, chi, quando

L’imprinting è un tipo di processo di apprendimento nel quale un individuo, generalmente nel periodo perinatale  (arco temporale che va da prima a subito dopo la nascita), stabilisce un attaccamento sociale verso il genitore.

O, meglio, stabilisce tale attaccamento verso quello che crede essere il genitore. Perché, in realtà, il genitore potrebbe essere sostituito anche da un semplice oggetto artificiale.

L’imprinting, principalmente, è di tipo visivo e funziona più o meno così: quando l’individuo, nel periodo perinatale, viene esposto visivamente ad un oggetto in movimento, allora ne subisce l’imprinting.

Sebbene diversi animali, uomo incluso, mostrino, più o meno marcatamente, questo tipo di comportamento, l’imprinting è facilmente osservabile negli uccelli. In parole povere, appena schiuso l’uovo, il tenero pulcino di [inserisci specie di uccello a tuo piacimento] crederà che la sua mamma sia la prima cosa che si muove attorno a lui.

Un trenino elettrico, gli stivali di Lorenz, un gatto (però, in questo caso, difficilmente finirà bene per il passerotto), va bene tutto ciò che si muova.

E poi, cosa succede? L’individuo che ha subito l’imprinting da un oggetto, dal vero genitore o da un essere umano, successivamente lo riconoscerà e avvertirà questo determinato stimolo, anche da adulto.

Fine della storia? No, le cose sono sempre un po’ più complicate di quello che sembrano.

I meccanismi neuronali, alla base di questo comportamento, sono piuttosto complessi e non verranno approfonditi in questo articolo. Tuttavia, è bene sapere che, in etologia, esistono due grandi principali tipologie di imprinting: filiale e sessuale.

Imprinting filiale

È la forma più nota di imprinting. Facilmente osservabile negli uccelli, questi ultimi si attaccano al primo oggetto in movimento che incontrano. E, come detto prima, generalmente è il genitore. Legarsi al genitore aiuta a costruire l’identità di se stessi.

Insomma, un pulcino di papera che subisce l’imprinting di mamma papera… saprà di essere una papera e di appartenere a quella determinata specie.

Studiosi come Lorenz, però, hanno provato l’esistenza di questo comportamento, sostituendosi al genitore naturale. Spesso  i risultati sono stati esilaranti!

Lorenz, ad esempio, è spesso fotografato insieme a delle anatre, per cui nutriva una speciale passione (non so se fosse anche culinaria, a dire il vero). Appena dopo la schiusa delle uova, era la prima figura che i pulcini vedevano. Ed ecco che iniziavano a seguirlo ovunque, come fosse la loro mamma. Teneri, vero?

Capire l’importanza di questo fenomeno è stato fondamentale per la reintroduzione di alcune specie di volatili e per insegnare loro le rotte migratorie.

Quando l’imprinting diventa un’avventura

L’italiano Angelo D’Arrigo, scomparso prematuramente nel 2006, è stato un aviatore che ha compiuto mirabili imprese con il suo deltaplano, accompagnato da diverse specie di volatili.

Agli inizi degli anni Duemila, ha volato per oltre cinquemila chilometri, dalla Siberia al Mar Caspio, accompagnato da uno stormo di gru siberiane. Gli esemplari di questa specie, a rischio di estinzione, hanno subito l’imprinting grazie alle uova schiuse sotto le ali del deltaplano di D’Arrigo. Dopodiché, è stato relativamente semplice farsi seguire in questo epico volo, reintroducendole nel loro ambiente.

Un simile stratagemma è stato utilizzato nel film “L’incredibile volo” (titolo originale “Fly Away Home”) che ripercorre, drammatizzandola un po’, la vera avventura di Bill Lishman. Bill, sul finire degli anni Ottanta e inizio anni Novanta, fu il primo uomo a guidare, con un ultraleggero, una migrazione di oche.

Lorenz, Lishman e tanti altri come loro, tra studiosi, naturalisti e aviatori,  si sono calati nei panni di genitore adottivo di varie specie di volatili. Ma c’è un però.

Messi da parte i motivi di studio o di reintroduzione della fauna avicola, l’imprinting filiale ha, però, una correlazione con quello sessuale.

Sì, ci sono state oche che hanno corteggiato Lorenz o panda che hanno spudoratamente compiuto avances nei confronti del guardiano dello zoo…

L’imprinting sessuale

L’apprendimento in tenera età determina le preferenze sessuali da adulti. Ecco, quindi, che avere un imprinting con il genitore naturale è fondamentale per capire che tipo di partner è necessario per l’accoppiamento, ovvero un membro della stessa specie.

Una volta acquisite, le preferenze sessuali sono difficili da modificare nell’individuo adulto.

Ciò porta alla revisione dei programmi di reintroduzione che prevedono l’imprinting con un essere umano.

Primo: perché un uccello, che ha avuto l’imprinting con un essere umano, tenderà a ricercare altri esseri umani e/o rifiutare gli individui della specie di appartenenza.

Secondo: la diretta conseguenza del primo punto è che, una volta liberati in natura, gli individui che hanno subito l’imprinting con un essere umano, non se la sapranno cavare così egregiamente.

Ma, fortunatamente, ci sono stratagemmi anche per evitare un imprinting “negativo”.

In Cina, ad esempio, i ricercatori della riserva Wolong si travestono da panda quando devono entrare in contatto con i cuccioli. In questo modo, i teneri panda avranno più chances di sopravvivenza.

L'Imprinting
Ricercatori del Wolong National Nature Reserve che si travestono da panda per una migliore reintroduzione di questi ultimi nel loro ambiente naturale. ©Stringer Shanghai / Reuters

In Arizona e California, invece, presso il Condor Recovery Project, le uova dei condor sono fatte schiudere alla presenza di una finta testa di condor, che seguirà i pulcini durante la crescita.

Conclusioni

Come già accennato, l’imprinting è un fenomeno che, sebbene appaia piuttosto semplice, ha delle complesse basi neuronali.

Non si tratta solo di “vedere il primo oggetto in movimento”. Per quanto il principale stimolo possa essere visivo, anche gli stimoli tattili e uditivi, specialmente durante la gestazione, hanno la loro influenza.

Così come è influente un certo tipo di predisposizione genetica all’imprinting stesso. Già nel 1873, Spalding sosteneva che i comportamenti di riconoscimento appresi potrebbero evolversi in comportamenti di riconoscimento innato.

Per quanto l’imprinting sia un meccanismo conosciuto fin dall’antichità, ha ancora molto da insegnarci sulla speciale connessione che si sviluppa tra figlio e genitore.

Anche se il genitore è di un’altra specie o è un tizio travestito da panda.

FONTI:

https://en.wikipedia.org/wiki/Imprinting_(psychology)#:~:text=In%20psychology%20and%20ethology%2C%20imprinting,of%20the%20consequences%20of%20behaviour.

https://www.angelodarrigo.com/index.php

https://www.nature.com/articles/6885270

https://www.pbs.org/wnet/nature/my-life-as-a-turkey-whos-your-mama-the-science-of-imprinting/7367/

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphys.2019.00658/full

 

Giulio D'Onofrio

Fin da bambino le mie più grandi passioni sono la natura e i libri: ho fuso le due cose nella divulgazione scientifica e dal 2018 faccio parte del Team di MissioneScienza. Sono un Perito Agrario iscritto al CdL in Scienze Agrarie all'Università degli Studi di Udine e mi piacerebbe specializzarmi in Agricoltura di Precisione. Mentre completo gli studi, lavoro come Insegnante Tecnico-Pratico in una scuola superiore in provincia di Pordenone. Insomma, la divulgazione è parte integrante della mia vita!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *