Passare pomeriggi a leccare le rane
Perché dovremmo leccare le rane?
I Simpson hanno la risposta.
I Simpson, puntata 15, stagione 11: “Missionario Impossibile”.
Homer finisce a fare il missionario in un’isola del Pacifico e, fra momenti di smarrimento, confronto fra culture, varie ed eventuali, una scena che ricordo distintamente è di Homer che lecca un rospo allucinogeno.
Ebbene, non è un mistero immagino che questa gag sia basata su un che di reale… e la cosa mi ha sempre stupito e incuriosito un sacco.
Esistono rospi allucinogeni. Woah.
Cominciamo dalle basi.
“Allucinogeno” (dal latino alucinor, alucinàri: ingannarsi) è un termine che racchiude vari gruppi di sostanze capaci di modificare, per alcune ore, le percezioni, i pensieri e le sensazioni (il cosiddetto “trip“). La durata, la qualità e l’intensità del trip sono variabili a seconda del tipo, della quantità e della modalità d’assunzione della sostanza, oltre che da fattori esterni (ambientali e sociali).
Leo Hollister (studioso americano, professore emerito di medicina, farmacologia e psichiatria all’università di Houston in Texas) ha fornito, nel 1968, dei criteri generali per stabilire se una sostanza sia allucinogena o no. In sintesi, ciò che distingue un allucinogeno da una generica sostanza psicoattiva è un predominante effetto sulle percezioni e l’umore e (in teoria) assenza del fenomeno di dipendenza.
Il meccanismo d’azione degli allucinogeni si basa sull’interazione con i “mediatori chimici”, cioè quelle sostanze chimiche (acetilcolina, adrenalina, istamina e serotonina) attraverso le quali si propagano gli impulsi sensoriali fra le cellule nervose.
In parole povere le sostanze allucinogene “placcano” i recettori delle cellule cerebrali (ossia i mezzi che il neurone ha per comunicare con l’esterno), inattivandoli o modificandone l’attività per un periodo limitato di tempo.
Tali effetti portano chi assume la sostanza a seguire percorsi logici totalmente casuali all’interno dei processi di pensiero, questo porta alle “allucinazioni“.
Nomi pesanti nella classe degli allucinogeni
Il più noto allucinogeno (ed anche il più potente ad oggi conosciuto) è la dietilammide-25 dell’acido lisergico, comunemente detto LSD (abbreviazione dal tedesco “Lysergsäurediethylamid”). In alternativa si può nominare la psilocibina (quella contenuta nella maggior parte dei funghetti allucinogeni).
Ma non è di questo che voglio parlare oggi.
Come già detto, voglio parlare di leccare le rane.
La prima cosa da sapere è che non tutte le rane sono allucinogene, quindi leccare a caso un povero anfibio nella fanga dietro casa non sortirà alcun effetto psichedelico (sigh).
Fortunatamente, però, non è necessario raggiungere remote isole pacifiche per trovare qualcosa su cui strusciare la lingua. Basta andare nel deserto di Sonora (Stati Uniti sud-occidentali e Messico settentrionale). In questo deserto è comune l’Incilius alvarius, un anfibio della famiglia delle Bufonidae.
Leccando la sua schiena, vi assicurereste un trip fra le 2 e le 8 ore.
Ma perché?
La schiena di questi anfibi è costellata di ghiandole che secernono Bufotenina.
La Bufotenina (o 5-HO-DMT) è una triptamina, legata al neurotrasmettitore serotonina, dagli effetti allucinogeni.
Altro che leggero, direi… Viene assunto prevalentemente per inalazione, portando a euforia e forti allucinazioni visive e uditive (gli effetti più comuni).
Questa sostanza è il sistema di difesa primario del rospo, che produce abbastanza Bufotenina per uccidere un canide adulto (suo principale predatore).
La dose non è letale per gli uomini, tanto che questa rana è una figura ricorrente nell’arte mesoamericana. La Bufotenina assunta leccando il dorso degli anfibi era, infatti, utilizzata come enteogeno (agente che favorisce esperienze mistiche e spirituali) nei riti sciamanici dei nativi.
La Bufotenina pura (estratta dalla pelle degli anfibi o sintetizzata in laboratorio) è, non soprendentemente, una sostanza molto pericolosa.
Viene classificata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) a livello federale negli Stati Uniti sotto la denominazione “Classe 1”, è quindi illegale possederla, comprarla e venderla. Sebbene a oggi nessun effetto collaterale a lungo termine sia riportato, un consumo indiscriminato di Bufotenina può essere fatale e l’assunzione di una dose troppo consistente porta ad un inevitabile arresto respiratorio.
Bonus
È interessante notare che uno studio degli anni ’60 riporta la presenza di Bufotenina nelle urine di soggetti schizofrenici (anche se studi successivi non hanno confermato una stretta correlazione fra queste due cose). Uno studio del 2010 però ha confermato la presenza di questa molecola nelle urine di pazienti nello spettro dell’autismo.
https://en.wikipedia.org/wiki/Colorado_River_toad
https://en.wikipedia.org/wiki/Bufotenin
https://www.nature.com/articles/220489a0
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20150873
https://www.youtube.com/watch?v=LJbrLSU2Tk4
https://en.wikipedia.org/wiki/Hallucinogen
https://www.youtube.com/watch?v=VRuWjjT-q_0
https://www.youtube.com/watch?v=5HeVoayMV_k&t
Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all’università “La Sapienza” di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all’università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell’Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.