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Le strane forme che vediamo fluttuare negli occhi

Non capita sempre di vederli. A volte sono lì e catturano la nostra attenzione per qualche interminabile secondo.

Rimaniamo interdetti, a chiederci cosa mai sia capitato di strano ai nostri occhi, per meritare dei “cosi vermi-formi” che ci fluttuano all’interno, e se stiamo per morire malissimo. O per diventare ciechi, quantomeno.

Sbattiamo le palpebre e per qualche istante spariscono, anzi no si sono solo spostati un po’. Eccoli, sono tornati.

Maledetti.

Poi ce ne scordiamo, perché, fortunatamente, di spunti utili per imprecare, la vita non è mai avara, ma lo sappiamo che prima o poi torneranno.

Stiamo parlando dello strano fenomeno ottico chiamato muscae volitantes (da latino mosche volanti). Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta!

Un’illusione ottica di cui siamo tutti vittime

In inglese vengono chiamati “eye floaters”, perché a tutti gli effetti assomigliano a dei corpuscoli galleggianti all’interno del nostro occhio. In italiano, il termine comunemente accettato che li definisca è quello medico  ovveromiodesopsie” . Noi per per comodità li chiameremo “le robbe nell’occhio“.

Hanno spesso una forma allungata e tondeggiante e sembrano trasparenti, cristallini.

Capita che attraversino il nostro campo visivo, principalmente quando si osservano superfici luminose, chiare e brillanti, come un foglio di carta, un cielo azzurro o una parete.

Classica situazione in cui potrebbe capitare di vedere LE ROBBE NELL’OCCHIO. Un’immagine talmente brutta e fatta male che non potevamo non-usarla. Muscae volinantes © Institut de microcurgia ocular 

Riusciamo a vedere ‘le robbe nell’occhio’ a causa dalla trasparenza imperfetta del corpo vitreo (o humor vitreo),  un liquido gelatinoso presente nei nostri occhi, all’interno del quale possono, appunto, esserci queste ‘impurità’, che proiettano un’ombra sulla retina.

Nessun batterio che riusciamo a vedere per qualche strano effetto-lente, nessun parassita strano, nessun vermiciattolo che si è infilato nell’orbita oculare. Sono semplici proteine agglomerate tra loro.

Per capire come mai riusciamo a vederle, dobbiamo prima di tutto ripassare stra-velocemente la struttura anatomica dell’occhio umano.

Anatomia dell’occhio umano. Il corpo vitreo è la porzione liquida (in arancione)  che riempie tutta la porzione sferica dal cristallino fino alla retina. È attraversato dal canale ialoideo e costituisce i 4/5 dell’occhio © wikipedia

Come è possibile vedere nell’immagine, il protagonista di questo effetto ottico, il corpo vitreo, riempie praticamente tutta la porzione tipo-sferica dell’occhio, che va dalla pagina inferiore del cristallino fino alla retina.

Negli invertebrati, mediamente, rappresenta i quattro quinti del volume totale dell’occhio.

La composizione del corpo vitreo è la sua caratteristica più importante, quella che gli consente di svolgere le sue due funzioni principali: (1) mantenere la retina e le diverse componenti dell’occhio esattamente lì dove devono stare e (2) permettere alla luce di essere ‘detectata’ dalla retina stessa.

Nonostante ricopra questi ruoli di un’importanza clamorosa, incredibilmente è costituito da acqua al 98-99%!

La restante parte contiene sali, zuccheri, ma, soprattutto, una rete intrecciata di fibre di collagene di tipo II e poi, in aggiunta, anche glicosaminoglicani, acido ialuronico e una vasta gamma di proteine differenti.

Ebbene, quella minima frazione non acquosa del corpo vitreo è esattamente ciò che gli conferisce una consistenza gelatinosa-viscosa-viscidosa, ma, soprattutto, è alla base del fenomeno delle ‘robbe nell’occhio’.

Ecco perché tutti, potenzialmente, possiamo prima o poi vedere passare le strane forme nel campo visivo e rimanerci malissimo: gli ingredienti per l’illusione ottica stanno a tutti gli effetti dentro il nostro occhio, e ci sono dal giorno stesso in cui nasciamo.

 

Espressione tipica di quando vedi le robbe nell’occhio per la prima volta; la stessa identica espressione ce l’hai anche quando scopri che è l’ombra di proteine coagulate dentro il corpo vitreo © Pokemon

 

In cosa consiste il fenomeno muscae volitantes

Sebbene il corpo vitreo sia estremamente limpido e chiaro (più limpido dell’acqua di rubinetto!), come abbiamo detto è pervaso da collagene.

Il collagene è quella proteina che, assemblata in macromolecole, costituisce legamenti e tendini nel corpo umano. Nel vitreo, tuttavia, il collagene è diffuso in filamenti estremamente sottili che, in alcuni casi, possono avvicinarsi e interagire tra loro a livello chimico.

Può quindi accadere che formino dei piccoli agglomerati, che sono assolutamente invisibili nella maggior parte dei casi. Quando, però, uno di questi ammassi di proteine si presenta a soli 1 o 2 millimetri dalla retina, la luce che lo colpisce forma una vera e propria ombra.

La luce, quindi, che entra attraverso la pupilla e che viene intercettata dalla retina, trova, in queste circostanze, un ostacolo nel proprio percorso all’interno dell’occhio.

Le ‘robbe nell’occhio’ sono quindi le ombre degli agglomerati proteici (principalmente di collagene) formati nel corpo vitreo!

‘Eye floaters’, o ‘robbe nell’occhio’. I più vicini alla retina sono quelli effettivamente visibili © https://www.doctor-hill.com/

Sebbene spesso siano chiamati “eye floaters”, questi corpuscoli non fluttuano affatto all’interno del vitreo. ma sono piuttosto soggetti a un “galleggiamento”. Se davvero si muovessero liberamente nel mezzo fluido, finirebbero per essere troppo vicini alla pupilla e quindi troppo distanti dalla retina. Trovandosi in questa posizione, smetteremmo di vederli, perché i loro bordi diventerebbero eccessivamente confusi e indefiniti.

In effetti, quando creiamo un’ombra, ad esempio su una parete, avendo la luce alle nostre spalle, ci accorgiamo di come i contorni dell’ombra diventino mano mano più nitidi all’avvicinarci con la superficie sulla quale la stiamo proiettando. Un piccolo esperimento ottico, che si può fare molto comodamente anche a casa.

Ma torniamo alle robbe negli occhi. Gli ammassi proteici nel vitreo, quindi, si limitano a galleggiare nella corrente, più o meno nella porzione stessa in cui si sono formati e alcuni di loro diventano talvolta visibili, se si presentano le condizioni giuste.

Veniamo adesso alle brutte notizie: non possiamo metterli a fuoco. Per quanto ci sforziamo di inquadrarli e di seguirli con lo sguardo infatti,  si sposteranno con i movimenti dell’occhio stesso, e il loro movimento sarà totalmente indipendente dalla nostra volontà.

Ed ora vediamo il dato più assurdo: se hai mai visto una ‘robba nell’occhio’ nella tua vita, molto probabilmente quella è ancora lì, e ci resterà per sempre, per tutto il resto della tua vita!

Inquietante? Ma no, dai, nulla di cui preoccuparsi! (Più o meno)

Il fatto è che il corpo vitreo è un po’ tagliato fuori dalla maggior parte dei processi metabolici del corpo: è fisicamente racchiuso nella sua membrana e non viene rimpiazzato o rinfrescato in alcun modo.

Praticamente, mentre svolge le sue funzioni e ci permette di vedere, si fa i cazzacci suoi, durante tutto il corso della nostra vita: era così quando siamo nati, ce lo portiamo tale e quale negli anni, ci accompagna identico pari-pari quando ci fanno il cappotto di legno e ci ficcano sotto tre metri di terra.

Un corpo vitreo è per sempre. Letteralmente.

L’adattamento sensoriale, un inganno del cervello

La domanda che, però, sorge spontanea, una volta capito come e perché sia possibile l’effetto ottico del muscae volinantes, è questa: ma allora perché non vediamo di continuo ste robbe?

La risposta è composta da due parti: una parte facile-facile da capire e una invece più dura da accettare e da mandare giù, tipo la morte traumatica di Jack Dawson in Titanic. Lo sappiamo tutti. Sopra quella zattera di fortuna, ci si stava palesemente anche in due, Rose, e noi non ti perdoneremo mai, sappilo.

Ma stiamo divagando.

Il primo motivo (di facile accettazione) per cui non vediamo di continuo i floaters è che non sempre guardiamo la superficie adatta, in combinazione con la corretta quantità di luce, che permetta all’ombra di essere proiettata con contorni nitidi.

La seconda ragione è che il cervello ci fotte, molto più spesso di quanto pensiamo, con un meccanismo noto come “adattamento sensoriale”. In pratica, nella maggior parte dei casi, le robbe nell’occhio ce le abbiamo proprio nelle condizioni ottimali per vederle, ma il nostro cervello nasconde questa informazione e quindi, a tutti gli effetti, “non sono più lì”.

Detta in questo modo sembra che siamo vittime di una truffa (ed è a tutti gli effetti così), ma è una fregatura a fin di bene. In effetti, tanti stimoli sensoriali e informazioni ridondanti non hanno ragione per essere ribaditi continuamente, quindi il cervello, ad un certo punto, tende ad escluderli, per concentrarsi su cose degne di maggior attenzione.

Questo è il motivo per cui il maglione infeltrito regalato dalla zia, che pizzica come le retine metalliche per scrostare pentole, dopo 10 minuti che lo indossi smette di darti prurito; stessa ragione per cui smettiamo di sentire il ticchettio degli orologi o di percepire braccialetti e collane come corpi estranei.

I sensi di cui siamo dotati possono essere facilmente ingannati dal cervello: dal momento che uno stimolo diventa costante e innocuo, smette di ‘triggerare’ la nostra attività neuronale. Di conseguenza, l’oggetto o il fenomeno che lo stava causando magicamente svanisce!

In pratica, le robbe nell’occhio tornano visibili solo in particolari condizioni (di luce e tipo di superficie osservata) e se, per qualche motivo, si spostano leggermente nel loro galleggiamento. Il resto del tempo sono comunque lì, semplicemente sono ferme e quindi non ce ne accorgiamo!

Il muscae volinantes rientra tra i fenomeni definiti “entoptici”, ovvero quelle percezioni visive che si generano all’interno dell’occhio e che sono normalmente non problematiche. Va detto, infatti, che esistono anche robbe nell’occhio causate dall’avanzamento dell’età e dalla degradazione fisiologica del corpo vitreo.

Questo mezzo gelatinoso tende, normalmente, a diventare sempre più liquido con l’invecchiamento e le porzioni ancora gelatinose possono proiettare delle ombre sulla retina. In questo caso, le ombre saranno molto più sfuocate (perché distanti dalla retina stessa). Fin qui, se non causano fastidi enormi, c’è poco da preoccuparsi.

Se però ci dovesse capitare di iniziare a vedere di colpo una carrellata enorme di robbe nell’occhio, associata alla presenza sporadica di flash luminosi non giustificabili, allora la storia sarebbe ben diversa.

In questo caso dovremmo correre dal medico, ma tipo come quando siamo alla ricerca disperata di un gabinetto e abbiamo 2 minuti di autonomia residua prima di cagarci pure il cognome addosso .

Infatti, se assieme a tanti nuovissimi floaters, vediamo anche questi flash, siamo davanti a segnali piuttosto chiari che stiamo per avere un distacco della retina ed occorre intervenire tempestivamente!

In tutti gli altri casi, le robbe nell’occhio lasciatele pure stare lì, tranquille e indisturbate: sono solo la prova che il corpo vitreo sta lavorando e facendo il suo dovere e che qualche proteina nell’occhio ha pensato bene di interagire e coagulare.

Non è la prima curiosità assurda del corpo umano di cui abbiamo parlato quindi, se te le sei perse, leggi anche: “perché dopo che mangio gli asparagi la pipì puzza malissimo (di asparagi)?” oppure “è davvero possibile sincronizzare i cicli mestruali?” o ancora “cos’è lo sballo del corridore?”.

Missione scienza svela anche quei segreti che forse era meglio rimanessero tali, o che, comunque, non avevi nessuna voglia di stare a sbatterti e indagare per fatti tuoi.

Fonti

Institut de microcurgia ocular – floaters

Sci show – Those Maddening Eyeball Floaters!

What you can do about floaters and flashes in the eye

Emanuele Falorio

Laureato in biotecnologie, lavoro da anni nel settore dell'industria alimentare. NERD da molto prima che facesse fico;  appassionato di divulgazione scientifica da quando mi ci sono ritrovato dentro per puro caso. Scrivo per Missione Scienza ad orari improbabili quindi mi scuso per tutti refushi e gli erorri di battitura, è già un miracolo che non mi sia mai addormentato sulla tastieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

5 pensieri riguardo “Le strane forme che vediamo fluttuare negli occhi

  • Duccio Pacini

    Nobel subito!!!
    Scherzi a parte, non è facile leggere un articolo serio ridendo ogni tre righe.
    Complimenti.

    Rispondi
    • Emanuele Falorio

      Grazie mille davvero!
      Troppo gentile,
      Emanuele

      Rispondi
  • Spiegazioni chiara, ma certe battute per allungare l’articolo non fanno ridere, sono solo un pò penose

    Rispondi
    • Emanuele Falorio

      Ciao Luigi, in realtà il pezzo ha avuto tantissime reazioni positive (sui social Facebook e Instagram) e comunque fanno parte di uno stile a cui spesso facciamo ricorso. Ovvio che non possano piacere a tutti, ci mancherebbe altro.
      Avendo un bacino d’utenza molto ampio (specialmente su faceboo) ricorrere all’ironia certe volte serve per alleggerire il pezzo e aiutare ad arrivare fino in fondo con la lettura.
      Molto semplicemente è un espediente per tenere viva l’attenzione nel mondo social, poco adatto a contenuti lunghi.
      Poi calcola che scriviamo per hobby e inserire le battute serve a per farci due risate e divertirci mentre produciamo questi contenuti.

      Comunque grazie mille per il tuo feedback,
      saluti!

      Rispondi

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