Le massime di Grice – il principio di cooperazione
Al giorno d’oggi è abbastanza comune andare al supermercato e trovare, nel reparto frigo, degli “hamburger vegani”. Niente di assurdo. Se, tuttavia, nello stesso supermercato, ci fosse una cassa di melanzane con l’etichetta “melanzane vegane”, questo sarebbe strano. Quasi sospetto. Il motivo è che la locuzione “melanzane vegane” va contro una delle massime di Grice.
Facciamo un passo indietro.
Herbert Paul Grice è stato un filosofo e studioso di pragmatica (una disciplina della linguistica che si occupa dell’uso contestuale della lingua come azione reale e concreta). Grice è noto per la sua “Teoria delle implicazioni conversazionali” e per la formulazione del “Principio di cooperazione”.
Cosa sono le implicazioni
In questo contesto, le implicazioni sono tutto ciò che colui che ascolta conclude, sulla base di quello che la persona che parla dice, a prescindere da quello che la persona che parla intende.
Tutti quelli che si sono trovati all’interno di una conversazione imbarazzante sanno che, a volte, quello che dici non viene sempre capito.
Secondo Grice, le implicazioni conversazionali sono legate al fatto che, in un dialogo, ci sono delle regole non scritte (o meglio, delle massime) che tutti, bene o male, diamo per scontate.
La prima di queste è il principio di cooperazione. Questo principio, in parole povere, afferma che gli esseri umani, nella maggior parte dei casi, quando comunicano, lo fanno in maniera cooperativa e per aiutarsi.
Torneremo su questo punto più avanti.
Facciamo qualche esempio
Se una persona afferma “ah, sappi che ho mangiato qualcuno dei tuoi biscotti”, l’implicazione conversazionale è che questa persona non li abbia mangiati tutti.
Se li avesse mangiati tutti, non avrebbe mai detto questa frase.
Il titolo stesso di questo paragrafo implica che ci sia più di un esempio. Se mi fossi fermato al primo esempio, qualsiasi lettore avrebbe avuto il diritto di guardare confuso lo schermo del computer (o del telefono) pensando “Ma cos…”
Se una persona afferma “ho perso un mazzo di chiavi”, l’implicazione conversazionale è che il mazzo di chiavi sia stato suo o comunque in suo possesso.
Insomma, ci siamo capiti.
Le massime di Grice
Grice, attraverso le sue quattro massime, offre una linea guida per capire se il nostro modo di comunicare sia cooperativo e, ancora più importante, per capire se la persona con cui stiamo comunicando sia cooperativa o no.
Massima 1 : Quantità
“Non essere reticente o ridondante: il contributo alla conversazione sarà informativo quanto richiesto; non ci si aspetta che un parlante dia un’informazione sovrabbondante o che dica troppo poco; piuttosto, egli fornirà l’informazione necessaria – né più né meno.”
Ossia, non dare troppe informazioni, o troppe poche informazioni.
Un esempio di violazione di questa massima è quello della melanzana vegana. Tutti sappiamo che, generalmente, dire melanzana, automaticamente, implica che sia commestibile per una persona vegana. Sottolineare la “veganità” della melanzana suona solo sospetto.
Sarebbe come vedere una scatola di cereali per bambini con l’etichetta “0% escrementi di topo!”
Superfluo e sospetto.
Massima 2: Sincerità
“Sii sincero, e fornisci informazione veritiera secondo quanto sai: il parlante non dirà ciò che ritiene falso o ciò di cui non ha prove sufficienti – il contributo alla conversazione sarà vero.”
Sembra banale.
La verità, a volte, però, può essere nemica del successo.
Pensate a tutte le persone che millantano grandi abilità nei loro curriculum, magari ingigantendo talenti e minimizzando difetti. Quelle persone stanno violando questa massima in maniera plateale e, per questo motivo, non sono assolutamente una parte cooperante della società.
Tuttavia, non c’è bisogno di essere dei millantatori per violare questa regola.
Basta essere un anziano a cui si chiedono indicazioni stradali.
Il povero malcapitato che riceve le indicazioni dovrà andare dritto, girare alla seconda a sinistra, dove c’è il ristorante, passare il primo incrocio, arrivare alla piazza e poi chiedere.
Massima 3: Relazione
“Sii pertinente: il parlante cercherà di essere pertinente al tema della conversazione.”
Insomma, se il titolo del video di youtube su cui cliccate è “10 cose assurde che non sai della Francia” e poi il video, in realtà, è una compilation di gatti affiancati da baguettes, state certi che quel canale youtube non conosce la terza massima di Grice.
Violare questa regola vuol dire anche rispondere deliberatamente in maniera evasiva a una domanda di un esame su cui non sei preparato (lo abbiamo fatto tutti).
Dovrebbe essere una regola d’oro per politici e giornalisti.
Trovate un esempio chiarissimo di violazione di questa massima a questo link.
Massima 4 : Maniera
“Evita l’ambiguità: il parlante adotterà parole che gli permettano di non risultare ambiguo o oscuro.”
Complottisti e ciarlatani vari sanno che tutto può risultare strano, mistico o addirittura pericoloso. Basta che le parole che usate siano abbastanza complicate e la struttura del discorso sia abbastanza contorta.
Oltraggiare suddetta massima risolvesi in un raduno di lemmi onusto e di accezione oscura.
Trovate un esempio chiarissimo di violazione di questa massima in un episodio di Friends (non scherzo).
Trasgredire volontariamente
Trasgredire è possibile.
Anzi, a volte è necessario (o comunque divertente).
È capitato a tutti di avere una serata da leoni e svegliarsi la mattina solo con la grazia dello spirito santo. Ecco, violare la quarta massima e dire “Ieri non ero proprio sobrissimo”, invece di dire “ero ubriaco come una scimmia”, a volte può essere più di classe.
Quando una persona ci chiede “com’è stata l’ultima trilogia di Star Wars?” Rispondere “la colonna sonora era davvero spettacolare” (violando la massima numero tre) ci permette di far passare il messaggio, senza dover dolorosamente elencare le assurdità di quei tre film.
Violare la massima numero uno può avere un effetto comico.
Maghi e illusionisti violano spesso la prima massima quando dicono cose del tipo “pescherò una carta da questo normalissimo mazzo di carte, assolutamente non truccato“.
Insomma, è possibile trasgredire alle massime, se diamo per scontato che la persona con cui stiamo parlando sappia (o si accorga) che lo stiamo facendo.
Farlo con l’obiettivo di non farsi beccare significa non cooperare, ossia con intenzioni ingannevoli.
Violare il principio di cooperazione
Avere intenzioni ingannevoli o negative, quando si violano le massime di Grice, significa smettere di essere cooperativi.
Quando lo facciamo stiamo, in qualche modo, cercando di raggirare il nostro interlocutore, di confonderlo o convincerlo di cose che non sono totalmente vere.
Questa cosa avviene spessissimo nelle pubblicità e nelle etichette dei prodotti nei supermercati.
Questi prodotti vengono descritti come “100% naturali“, “100% locali“, “a km 0” o “basso contenuto di zuccheri“, anche quando queste definizioni sono assolutamente ambigue (massima 4), sono spessissimo informazioni non necessarie ed evidenti (massima 1) e portano l’acquirente a dare per scontato che la concorrenza non possieda le stesse “meravigliose caratteristiche” (massima 2).
Ciarlatani e complottisti (e a volte, sigh, anche i politici) violano costantemente la massima 3, rispondendo a domande specifiche con concetti totalmente sconnessi e non correlati.
Conclusioni
Trasgredire alle massime di Grice non significa necessariamente mentire.
Significa barare.
In un mondo sempre più controllato da fake news e social network pieni di odio, forse sarebbe meglio ricordarsi di cooperare un po’ di più.
Anche quando si discute.
Fonti
Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all’università “La Sapienza” di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all’università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell’Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.