Le mantidi: gli animali più incazzati del mondo

Chi segue la nostra pagina da diverso tempo conosce la nostra passione per le mantidi. Animali sopraffini che adoriamo perché caratterizzati da un’eleganza e una maestosità uniche… Ma soprattutto perché sono animali incazzati neri che sdraiano qualsiasi cosa passi a tiro. Uccelli, serpenti, lucertole non rappresentano assolutamente un problema per la mente criminale delle mantidi, del resto parliamo di esserini cresciuti a schiaffi sulla carotide e bullismo e concepiti con un assassinio!

L’evoluzione ha fornito a queste macchine da guerra delle armi davvero assurde, ci sono tantissime cose interessanti di cui parlare e miti da sfatare. Vediamoli insieme!

Esempio di una mantide da guardia che protegge una casa da uno scavatore.

Classificazione e distribuzione

L’ordine dei Mantoidei conta circa 2000 specie diverse. E’ diffuso prevalentemente nelle regioni tropicali con circa 800 specie in Africa, 530 in Asia, 165 in Oceania e 410 nel continente americano. In Europa si contano una trentina di specie, 14 delle quali presenti in Italia.

Filogeneticamente, le mantidi fanno parte della superfamiglia Blattoidea e sono cugine alla lontana di blatte e termiti. Sono caratterizzate da un forte dimorfismo sessuale in cui la femmina è più grande del maschio. Parlando di dimensioni, a seconda della specie andiamo da qualche millimetro ai ben 13 cm delle femmine di Idolomantis diabolica, considerata la più grande delle mantidi.

Nel nostro paese la specie più comune e famosa è la mantide religiosa (Mantis religiosa), il cui colore verde è stato selezionato perché aiuta l’animale a mimetizzarsi fra le foglie, ma abbiamo anche la Ameies decolor, di colore beige grigio, adatto al mimetismo su tronchi o vegetazione secca.

Esemplare di Mantis religiosa. © https://www.pinterest.cl/pin/340936634283241828/

Aspetto e particolarità

Il capo

Il capo delle mantidi ha una caratteristica forma triangolare, ed è incredibilmente mobile! Prendere una mantide di sorpresa alle spalle potrebbe essere molto difficile considerando che l’insetto riesce a ruotare la testa di 180° grazie ad un’articolazione particolarmente flessibile tra la testa e il protorace. Come se non bastasse, a rendere ancora più spaccaculi questi insetti si aggiungono, di serie, un paio di occhi composti che contengono fino a 10.000 ommatidi. Le mantidi posseggono anche tre ocelli, occhi primitivi che non percepiscono le immagini, ma reagiscono all’intensità della luce.

Le mantidi basano la propria strategia di caccia prevalentemente sul senso della vista. L’occhio presenta un’area anteriore, chiamata fovea, che percepisce ed elabora immagini ad alta risoluzione per l’individuazione di potenziali prede mentre gli ommatidi periferici sono molto sensibili al movimento. Quando qualcosa si muove, l’insetto ruota velocemente la testa in quella direzione e mette a fuoco la fonte del movimento con la fovea. A quel punto il target è stato acquisito e state pur certi che la mantide non distoglierà lo sguardo ma seguirà ogni movimento mentre passa in rassegna tutti i modi più orribili per uccidere l’eventuale preda.

La macchia scura su ogni occhio che si muove mentre ruota la testa è una pseudopupilla. Ciò si verifica perché gli ommatidi visti “frontalmente” assorbono la luce incidente, mentre quelli a lato la riflettono.

Le zampe

Le zampe anteriori sono il principale mezzo di bullismo dell’insetto e sono raptatorie. Come vediamo in figura, il femore e la tibia sono fra loro opponibili e portano sui lati ventrali processi spinosi, conferendo all’arto una capacità prensile che serve a immobilizzare le prede mentre vengono divorate vive. In condizioni di riposo le zampe anteriori vengono ripiegate in quella posizione caratteristica che ricorda la postura di una persona in preghiera, che ha dato il nome comune “mantide religiosa” che ora viene attribuito a tutte le specie degli insetti di questo ordine.

© Charles Owen Waterhouse (d. 1917) at the British Museum of Natural History

Ovviamente questa particolare conformazione degli arti anteriori le rende inadatte per la locomozione, alla quale pensano le zampe medie e posteriori mentre le anteriori sono in genere sollevate in avanti durante la deambulazione. Le zampe posteriori posseggono comunque dei femori molto potenti che conferiscono alle mantidi la capacità di fare dei salti olimpionici per spostarsi fra i fusti delle piante. Per quanto riguarda le ali, c’è una grossa variabilità a seconda delle specie. Alcune sono macrottere (ali lunghe), brachittere (ali corte), microttere (ali vestigiali) o attere (senza ali). Qualora ci fossero, una mantide ha due paia di ali.

Predatori e prede

Le mantidi, come molti animali, sono predatrici e prede a loro volta. Per quanto folle possa sembrare, rane, lucertole, uccelli, alcuni ragni e grandi specie di calabroni sono pazzi abbastanza da provare a cibarsene. L’evoluzione ha quindi selezionato una serie di adattamenti che possono funzionare per entrambe gli scopi: perfezionare la caccia e proteggersi dai predatori. Vediamone alcuni.

Mimetismo

La maggior parte delle specie sono colorate in modo criptico per assomigliare al fogliame o ad altri sfondi. Se alcune specie, come la Mantis religiosa e la Ameies decolor, sono verdi o beige per camuffarsi con foglie o tronchi, altre sono caratterizzate da una vasta gamma di colori per camuffarsi nelle centinaia di fiori diversi che si trovano negli habitat in cui vivono. La Idolomantis diabolica citata prima, presente in Africa centro-orientale, in paesi come Kenya, Etiopia, Somalia, è caratterizzata da esemplari dai colori simili a una specie di orchidea chiamata “Devil’s flower” (da cui deriva il nome comune inglese dell’insetto “Mantide fiore del diavolo”). Questo mimetismo, definito “aggressivo”, serve per attirare prede che convinte di raccogliere polline e nettare si ritrovano in una terribile imboscata. Alcune specie in Africa e in Australia fanno una muta verso la fine della stagione secca e si colorano di scuro: in questo periodo dell’anno si verificano incendi boschivi e questa colorazione consente loro di fondersi con il paesaggio devastato dal fuoco (melanismo del fuoco).

Quando la noterai sarà troppo tardi! Esemplare di Orchid mantis (Hymenopus coronatus) su fiore di orchidea. © http://www.isopoda.net/contents/the-orchid-mantis/

Pose teatrali

Un comportamento molto curioso che ha reso l’insetto molto celebre fra gli entomologi è forse la sua “teatrale” posizione difensiva per spaventare gli eventuali predatori. Quando minacciate direttamente, molte specie di mantide si ergono alte e allargano le zampe anteriori, con le ali che si spalancano. Dispiegando le ali, la mantide sembra più grande e più minacciosa, con alcune specie che aumentano questo effetto con colori e motivi luminosi sulle ali posteriori e sulle superfici interne delle zampe anteriori. Se le molestie persistono, la mantide (“che paura non ne ha” semicit.) può colpire con le zampe anteriori e tentare di pizzicare o mordere.

Idolomantis diabolica in posa da bulla.

Curiosità simpatica: legate a questa particolare posa, in Cina sono nate due arti marziali sviluppatesi separatamente che hanno movimenti e strategie di combattimento basate su quelle della mantide. Il “praying mantis style” è un arte marziale attualmente riconosciuta e divisa “Northern Praying Mantis” e “Southern Praying Mantis”.

Mantidi vs pipistrelli

Sebbene i pipistrelli possano essere validi avversari per le mantidi, queste ultime hanno sviluppato un “orecchio” particolare. Si tratta di un unico organo toracico uditivo che, pur non potendo discriminare la direzione di origine di un suono, può comunque avvertire gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli per l’ecolocalizzazione. È stato notato che mantidi in volo che avvertono gli ultrasuoni dei pipistrelli, si fermano e volano in picchiata a nascondersi. Non è un caso che le mantidi che non posseggano quest’organo siano generalmente quelle che non hanno ali.

Mantidi vs colibrì

Se è vero che i pokemon volanti fossero super-efficaci contro i coleotteri, se metti uno Scyther livello 100 contro il classico Pidgey livello due l’esito è abbastanza scontato.
Alla lista delle prede delle mantidi vanno quindi aggiunti anche i colibrí. Il Dr. Martin Nyffeler in un paper dal nome “Bird Predation by Praying Mantises: A Global Perspective” riporta che negli USA questo fenomeno è abbastanza comune e succede spesso di vedere esemplari di Archilochus colubris venire catturati mentre si avvicinano a fiori o a “hummingbird feeders” (delle vaschette contenenti acqua dove i colibrì si abbeverano, come quello in foto). Non fatevi sorprendere dalla differenza di “volume” fra le due specie, alla fine i colibrì sono leggerissimi e non rappresentano assolutamente un problema per la mente criminale delle mantidi

Una graziosa mantide divora il cervello di un malcapitato colibrì.

Ma è vero che le femmine mangino la testa dei maschi?

Una delle cose che tutti sanno circa le mantidi è il fatto che le femmine divorino il partner subito dopo l’accoppiamento.

Ora è nostro compito ripulire un po’ la fedina penale delle povere femmine di mantide, sempre raffigurate come spietate e insensibili divoratrici di testa.

Precisiamo che:

1- Non necessariamente lo decapitano durante l’atto, é raro ma puó capitare anche che lo decapitino prima. Ma sapete quando si dice “voi maschi pensate solo con il pene!”? È verissimo, almeno per le mantidi, che a quanto pare riescono a portare a termine l’atto con o senza testa. WOW!

2- Ora, tutti a dire brutte parole contro le mantidi femmine, guardate che non succede sempre, solo circa il 25% delle volte. Cioé in una cena con 4 coppie di mantidi solo uno dei 4 amici non tornerá piú al bar il giorno seguente per vantarsi.

Mantis humour.

3- È davvero necessario? Beh un studio dimostra come non solo il numero di uova nelle mantidi femmine che pratichino il cannibalismo sia, in media, piú alto (88 contro 37). Ma il papá senza testa passa molto piú materiale alla progenie, in termini di amminoacidi, che andranno a costituire attivamente le uova. Marcando gli amminoacidi presenti nel maschio, ben il 90% di essi é stato ritrovato nelle uova, mentre nei maschi che sono tornati indietro per raccontare l’accaduto solo il 25% degli amminacidi (contenuti nell’eiaculato) é stato riscontrato nelle uova.

4- In popolazioni in cattivitá, in un caso ogni 45 si puó avere l’opposto: il maschio mangia la femmina.

Conclusione

Potremmo descrivere le mantidi con una citazione di una delle persone che piú ha contribuito alla mia istruzione primaria, Willie il bidello dei Simpson:

“Le mantidi e i pipistrelli sono nemici per natura.
Come le mantidi e i serpenti.
Come le mantidi e le lucertole.
Come le mantidi ed altre mantidi.
Maledette mantidi avete rovinato la natura.”

 

Giovanni Cagnano

Plant Breeder di mestiere, divulgatore per hobby. Nato sotto una foglia di carciofo e cresciuto a orecchiette e cime di rape, sono sempre stato interessato alla genetica. Ho studiato biotecnologie agrarie e, dopo un erasmus in Danimarca, ho proseguito con un industrial PhD nella stessa azienda sementiera presso cui stavo scrivendo la tesi. Dal 2019 sono rientrato in Italia e lavoro attivamente come plant breeder, realizzando varietà di ortaggi che molto probabilmente avete mangiato :)

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