Le cinture di sicurezza
L’obbligo di montare le cinture di sicurezza, in Italia, è in vigore dal 1988. Già dal 1976 esiste l’obbligo di avere gli attacchi per le cinture. Dal 2006 le cinture sono obbligatorie per chiunque (anche se esistono rare eccezioni).
A cosa servono le cinture di sicurezza?
Il funzionamento delle cinture di sicurezza è basato sul principio di relatività del moto di Galileo. Infatti, quando una persona sta viaggiando in auto, o con qualsiasi altro mezzo di trasporto, è fermo rispetto al sistema di riferimento “mezzo di trasporto”; ma, rispetto al sistema di riferimento “terra” sta andando alla velocità del mezzo di trasporto. Questo, come si può facilmente notare, non è un problema in caso di uso normale del mezzo di trasporto, con piccole accelerazioni positive e negative (frenate). Il problema si palesa in caso di decelerazioni importanti, quali frenata di emergenza o impatto contro qualcosa, sia esso un muro o un altro mezzo di trasporto.
Nel caso di incidente o frenata brusca, come dice il principio di relatività galileiana, se non si è assicurati al mezzo, il mezzo di trasporto frena, ma la persona all’interno continua il moto alla velocità relativa al sistema di riferimento terrestre. Come si può immaginare senza troppa fantasia, non è una bella esperienza, soprattutto in auto, che è relativamente piccola e con tanti oggetti in grado di fare del male. Inoltre, soprattutto se seduti nei posti anteriori dell’auto, c’è il rischio di fare un volo fuori dal parabrezza, altra esperienza poco raccomandabile.
Come funzionano le cinture?
Il funzionamento della cintura di sicurezza è in realtà molto semplice, ed è stato sicuramente provato da tutti noi. Quante volte è capitato di strattonare la cintura per mettersela quando qualcuno è di fretta, per poi ritrovarsi con la cintura bloccata? Questo è esattamente il funzionamento della cintura. La cintura, infatti, si blocca in caso di strattone o brusco movimento, per tenere ferma la persona in caso di incidente.
La cintura è l’organo centrale del sistema di sicurezza ed è formata da una cinghia in materiale polimerico. Il riavvolgitore è dove viene stivata la cintura arrotolata e che permette il riavvolgersi della cintura quando viene lasciata. In caso di strattone, il riavvolgitore blocca la cintura, ma non da solo. A concorrere a bloccare la cintura in caso di incidente c’è il pretensionatore, uno strumento, in origine pirotecnico (con una carica esplosiva, funzionava una volta e poi andava sostituito) e ora elettrico, composto da un motore elettrico che blocca la cintura riavvolgendola in caso di movimento brusco.
Diversi tipi di cinture di sicurezza
Esistono diversi tipi di cinture di sicurezza, a seconda dell’uso e della velocità del mezzo di trasporto. Anche se non sempre la velocità è la discriminante, come vedremo.
Cintura a due punti
Solitamente è usato come sinonimo di cintura addominale. Come quella che si usa in aereo, in tutti gli autobus non urbani, e, in auto, solo nel sedile centrale davanti o dietro. Ovviamente è una cintura non particolarmente sicura, in quanto va solo attorno all’addome. È chiaramente meglio rispetto a non avere nulla, ma ogni altro tipo di cintura è da ritenersi più sicura. È anche comoda in caso di poco spazio utilizzabile. Esiste anche la cintura a due punti diagonale, anche se in realtà viene usata molto poco, ha gli stessi vantaggi e svantaggi della cintura addominale.
Un caso interessante di come non funzioni l’equazione “maggiore velocità richiede maggiori punti di ancoraggio per le cinture di sicurezza (quindi cinture più sicure)” viene sicuramente dal mondo aeronautico. Tutti quelli che sono andati in aereo, avranno notato che nei posti per passeggeri ci sono queste cinture a due punti. Il motivo che adducono le compagnie aeree è la sensazione di costrizione e poca sicurezza che darebbero le cinture a tre o più punti. Secondo alcuni, invece, è solo una questione di peso utile trasportabile. Dicono infatti che se le compagnie usassero cinture a tre o più punti, i sedili sarebbero più pesanti e potrebbero caricare meno passeggeri.
Cintura a tre punti
Questa è la cintura standard utilizzata nelle automobili e, come dice il nome, hanno tre punti di ancoraggio. Sono formate dall’unione della cintura addominale e diagonale e presentano una maggiore protezione e supporto rispetto alle cinture a due punti, perché tengono fermo sia il torace che l’addome. È questa la cintura che sviluppò Volvo, ma che non venne brevettata, per renderla fruibile a tutti.
Cintura a più di tre punti
Di questa categoria fanno parte le cinture a quattro, cinque o sei punti. Si trovano in mezzi di trasporto ad alte prestazioni. Esempi di queste sono le cinture di sicurezza usate dai piloti di aerei commerciali, sugli elicotteri e sulle auto ad alte prestazioni o da corsa. Ovviamente danno un maggior supporto, hanno anche una parte centrale che passa attorno all’inguine per bloccare il movimento in avanti della parte bassa del corpo. Quelle a sei punti, usate in auto da corsa, richiedono anche tutta una serie di accorgimenti di sicurezza aggiuntivi, quale il collare HANS, che riduce la forza sul collo del pilota.
Fonti
https://www.nhtsa.gov/risky-driving/seat-belts
http://www.aci.it/laci/sicurezza-stradale/sistemi-di-sicurezza-passiva/cinture-di-sicurezza.html
Sono studente di ingegneria aeronautica full time, e altrettanto full time posso perdermi a parlare di tutto lo scibile umano, con una predilezione per i mezzi veloci o che hanno un grosso motore, per arrivare fino a cose che non c’entrano granché, come la filosofia o la letteratura.