Latte materno: un alimento complesso
C’è chi lo prende interno, chi senza lattosio, chi scremato, a chi non piace, chi è intollerante… Dite pure quello che volete ma ognuno di noi è stato dipendente dal latte. Un neonato, infatti, non può sopravvivere senza. E non un latte qualsiasi, ma quello “della nostra mamma”. Vediamo insieme come viene prodotto e da cosa è composto quest’alimento essenziale.
Come viene prodotto il latte dalla mammella
La mammella è una struttura complessa, formata da diverse componenti: le ghiandole mammarie, il tessuto adiposo e il tessuto connettivo.
Le prime sono ghiandole esocrine regolate dal sistema endocrino in risposta ai cambiamenti ormonali associati al parto. Il latte viene prodotto nei vari lobuli e poi trasportato all’esterno (e in parte modificato) nei dotti galattofori. Il secreto in questione è il latte, che è composto da acqua, lipidi, proteine, lattosio, vitamine…
Composizione del latte
Come detto nel paragrafo precedente, la composizione del latte è varia. Inoltre, le differenti componenti cambiano durante l’allattamento stesso: per esempio all’inizio avremo una percentuale maggiore di proteine e zuccheri, e aumenteranno solo successivamente i grassi, in modo che il bambino abbia il senso di pienezza che gli fa smettere di succhiare. Vediamo insieme le diverse componenti.
Lattosio
Spesso la prima cosa a cui si pensa quando si parla di latte è il lattosio, uno zucchero formato da una molecola di galattosio e una di glucosio. A livello intestinale, questo viene scisso nelle due molecole che lo compongono dalle lattasi, in modo da poter essere assorbito. Infatti, soltanto i monosaccaridi (il lattosio è un di-saccaride poiché formato da due molecole di monosaccaridi) possono passare la barriera intestinale ed essere assorbiti.
Ovviamente lo zucchero è una fonte di energia essenziale nei neonati. Spesso, negli adulti, la lattasi viene prodotta meno o non viene prodotta per nulla.
Questo è il motivo per cui alcune persone che prima potevano bere normalmente il latte, successivamente non riescono a digerirlo: il lattosio resta a livello intestinale, viene fermentato dai batteri ivi presenti, producendo gas, richiamando acqua nel canale intestinale, con tutto il corteo di sintomi: diarrea, gonfiore addominale…
Il deficit congenito di lattasi è, invece, una situazione molto più grave. Se l’adulto può fare a meno del latte, il neonato no. Questo è un deficit piuttosto raro perché molto grave.
Si manifesta sin dai primi giorni di vita, subito dopo l’inizio dell’alimentazione lattea, con diarrea acquosa, crampi addominali, flatulenza e distensione addominale. La lattasi è praticamente assente o quasi nella mucosa intestinale, mentre le altre disaccaridasi sono normali così come normale è l’assorbimento dei monosaccaridi.
Proteine
Nonostante la bassa percentuale, sono una componente essenziale. Un neonato cresce in media 25 cm in un anno (più o meno la metà della sua altezza alla nascita). Questo periodo è quello di massima crescita in tutta la nostra vita. Motivo per il quale un organismo in suddette condizioni ha bisogno di una quantità elevata di proteine per poter accrescere il proprio corpo. Questo vale per tutti i mammiferi.
Il latte materno è composto in proteine per l’1,1%, molto meno di quello di vacca, che ne ha il triplo, o di pecora, che ne ha più del quadruplo. Curiosamente il latte di topo è molto proteico: il 9%. Si pensa che ciò sia dovuto al fatto che un topolino raggiunge lo stadio adulto molto più rapidamente rispetto a un essere umano, ha una crescita più rapida e quindi richiede più proteine in un tempo ridotto.
Una delle differenze più importanti tra il latte materno e quello di “mucca” è quella del contenuto proteico. Quindi, dovendo usare il latte vaccino per alimentare un neonato, esso va assolutamente diluito, perché le proteine sono troppo elevate nel latte vaccino, e precipitano a livello dello stomaco in grossi fiocchi (flocculazione massiva).
Anticorpi
Altro componente fondamentale del latte materno sono gli anticorpi. Un neonato presenta il cosiddetto periodo critico che va fino ai primi 6 mesi di vita, nei quali non produce o produce pochissimi anticorpi. In questo contesto è molto vulnerabile, e il latte materno ha un ruolo protettivo fondamentale.
Durante la gravidanza, gli anticorpi materni passano la placenta. Così che un neonato sarà coperto con questi anticorpi fino a 5-6 mesi dopo la nascita, quando inizierà a produrli da solo.
Ma i neonati possono acquisire immunità passiva anche attraverso il latte materno. Il colostro è il primo latte che viene prodotto e ha una elevata densità di anticorpi, le IgA.
I neonati non sono in grado di assorbire questi anticorpi materni dal latte e dal colostro direttamente nel flusso sanguigno. Le IgA, infatti, proteggono dalle infezioni attraverso il tratto gastrointestinale. Esse penetrano e proteggono le mucose della bocca dei neonati, delle loro vie aeree, della gola e dell’intestino.
Queste due sono due linee di difesa fondamentali per tutti i neonati, senza le quali si troverebbero scoperti durante i primi mesi di vita.
È fondamentale ribadire che il latte materno protegge solo dalle infezioni tramite il tratto digerente e non fornisce anticorpi ematici che proteggono dalle malattie prevenibili tramite i vaccini, cosa che soltanto le IgG possono fare.
Fonti e approfondimenti
Ballard, O., & Morrow, A. L. (2013). Human milk composition: nutrients and bioactive factors. Pediatric Clinics, 60(1), 49-74. doi: 10.1016/j.pcl.2012.10.002
Jenness, R. (1979, July). The composition of human milk. In Seminars in perinatology (Vol. 3, No. 3, pp. 225-239). PMID: 392766
Come cambia la composizione del latte materno – mammedioggi.it [ita]