La velocità come stile di vita: i Clipper
Molti avranno sentito parlare del Cutty Sark, e in molti lo avranno visitato nel suo luogo di riposo a Greenwich, Londra, UK. Questo è un esempio di Clipper; navi commerciali a vela britanniche o statunitensi molto veloci. La nascita di questa classe, se classe la si può chiamare, viene fatta coincidere con i Baltimore Clipper. Queste navi, principalmente schooner (o scuna) e brigantini, erano piccole e maneggevoli; tanto da essere usate nel commercio di deperibili e anche come navi corsare, tra fine Settecento e inizio Ottocento.
Il nome viene da un vecchio significato del verbo inglese to clip, con il significato di “muoversi velocemente, correre, volare velocemente”. Significato che è rimasto anche nelle espressioni “to clip it” o “going at a good clip” con significato di muoversi velocemente. Bisogna anche tenere in considerazione il fatto che il nome deriva dai già citati Baltimore Clipper, ma l’uso di questo nome per queste imbarcazioni risale agli anni 30 dell’Ottocento, prima erano note con altri nomi, quali Virginia built, pilot boat model o Baltimore built. Da qui sorge la confusione degli storici a capire l’origine del nome
La Storia
Il periodo di vita di queste imbarcazioni è stato il canto del cigno di quella che in inglese viene chiamata Age of Sail, l’età della vela. Nate nella prima metà del XIX secolo, sfruttavano la nicchia di mercato che una nave veloce, anche se con poco volume di carico, poteva avere. Infatti, viaggiavano a una velocità media di 14 nodi, quando la madia delle navi cargo precedenti era di circa 9 nodi. Quindi, venivano utilizzati per raggiungere la Cina, l’Australia o collegare le due coste degli Stati Uniti. I carichi che portavano erano fortemente deperibili: solitamente le prime foglie di tè della stagione, oppure l’oppio.
La loro convenienza cominciò a scemare con l’apertura del canale di Suez, non richiedendo più la necessità della circumnavigazione dell’Africa, e il perfezionamento delle navi a vapore. Bisogna considerare infatti che le prime navi a vapore nacquero negli anni 20 dell’Ottocento, ma cominciarono a diventare preponderanti negli anni 60 dello stesso secolo. Infatti, le navi a vapore non erano sottoposte ai capricci del vento e potevano sfruttare il nuovo canale di Suez, decretando la fine dei Clipper.
La Tecnica
Dobbiamo dividere due diversi tipi di clipper che si sono imposti con il tempo. Uno è l’extreme clipper, in cui la forma estrema dello scafo era fatta per la velocità più che per il trasporto. L’altro era il medium clipper, costruito con una maggiore attenzione alla capacità di carico. A differenza delle successive navi a palo o windjammer, che avevano una struttura particolare e una costruzione in metallo, il Clipper era più uno stile che non un nome di una particolare armatura degli alberi. Comunque, una caratteristica comune era la presenza di almeno tre alberi e la grande superfice velica.
Extreme clipper
L’extreme clipper aveva una forma molto slanciata, tanto da sacrificare un’alta parte di stiva per avere una forma il più possibile aerodinamica. La paternità del disegno originale di questo tipo di clipper sembra essere dell’architetto navale John W. Griffiths. La prima nave ad avere questa filosofia di progetto è la Rainbow del 1845.
Nel libro “The Clipper Ship Era” (1910), scritto da Arthur H. Clark, troviamo una interessante descrizione della forma della Rainbow, primo Extreme Clipper, costruito nel 1845. Spiega che la linea dello scafo era molto esasperata rispetto a quella del Clipper visto fino ad allora. Scrive che la prua era più concava di quanto non fosse precedentemente, e che il punto di maggior larghezza dello scafo era molto più a poppavia di quanto non fosse pensato possibile fino a quel momento. Anche la poppa presentava una maggiore curvatura. Tutte queste soluzioni tecniche permettevano una maggiore velocità grazie alla diminuzione della resistenza data da forme più curve e più dolci.
Medium Clipper
Questa imbarcazione è nata successivamente al già citato Extreme Clipper. Serviva per portare una maggiore quantità di beni nelle tratte servite. Oltretutto, le forme molto spinte provocavano problemi non indifferenti alle strutture. Di conseguenza, si cercò di costruire una nave più bilanciata, lasciando ai capitani il compito di tenere le percorrenze simili alle precedenti, senza comunque rischiare di non avere abbastanza carico per rendere il viaggio economicamente conveniente.
Fonti
https://www.britannica.com/technology/clipper-ship
https://www.marineinsight.com/maritime-history/what-is-a-clipper-ship-2/
https://www.nationalgeographic.com/science/article/news-clipper-ship-opium-trade-gold-rush
https://uh.edu/engines/epi338.htm
https://www.britannica.com/technology/Baltimore-clipper
Sono studente di ingegneria aeronautica full time, e altrettanto full time posso perdermi a parlare di tutto lo scibile umano, con una predilezione per i mezzi veloci o che hanno un grosso motore, per arrivare fino a cose che non c’entrano granché, come la filosofia o la letteratura.