La guerra della gomma
Gli pneumatici difficilmente ci impensieriscono più di tanto, tranne magari quando è necessario fare il cambio delle gomme stagionali. C’è stato un periodo durante la seconda guerra mondiale, però, in cui gli pneumatici diedero parecchio da pensare a generali, scienziati e politici. Questa è la storia di una guerra nella guerra, in cui l’esigenza ci ha spinto a trovare nuove soluzioni a problemi fino ad allora insormontabili.
Lì dove nasce la gomma
Innanzitutto, da dove viene la gomma degli pneumatici? Prima della seconda guerra mondiale, l’unico modo per ottenere degli pneumatici di buona qualità era recarsi in Asia, in Africa centrale o nel Sud America ed estrarre caucciù da alcune piante. Dopodiché, applicando alcuni trattamenti chimici, si otteneva una gomma resistente e in grado di sopportare le sollecitazioni tipiche degli pneumatici.
Problema!
Scoppia la seconda guerra mondiale e i siti in cui cresce il caucciù non son più facilmente raggiungibili come un tempo, soprattutto a causa del fatto che il Giappone aveva invaso gran parte dei paesi del sud est asiatico in cui si raccoglieva la maggior parte del caucciù.
Inoltre, la domanda di gomma era aumentata vertiginosamente per via dell’incredibile quantità di mezzi militari che dovettero essere costruiti a scopo bellico.
Mentre le potenze dell’Asse potevano contare sui siti di produzione asiatici, gli Alleati si trovarono in grave svantaggio. Uno svantaggio che, se non fosse stato adeguatamente colmato, avrebbe potuto portare a un diverso esito della guerra.
Gomma naturale vs gomma sintetica
La gomma naturale è un polimero, una lunga molecola a catena che contiene subunità ripetute. Il termine polimero deriva dal greco “poly” che significa molti e “mer” che significa parti. Il nome chimico della gomma naturale è poliisoprene. Il monomero (che significa “una parte”) da cui è costruito è l’isoprene. Riprodurre la chimica della gomma naturale non era uno scherzo, perché sebbene i chimici degli anni ‘30 fossero in grado di creare dei polimeri a base di isoprene, non erano però in grado di replicare l’orientamento delle singole sub-unità all’interno della catena. Ciò implicava che i prodotti della sintesi erano meno performanti dei loro analoghi naturali.
La gomma sintetica era nota fin dagli inizi del ‘900, ma l’utilizzo di questa non era considerato economicamente vantaggioso. I primi a sintetizzarla furono i sovietici nel 1910, che la utilizzarono durante la prima guerra mondiale, per poi tornare nuovamente alla gomma naturale alla fine del conflitto.
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale gli Alleati si trovarono davanti ad un’unica scelta: produrre gomma sintetica. Utilizzare il poliisoprene sintetico era fuori discussione, per via della sua scarsa qualità: dovettero sperimentare nuovi polimeri.
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Ameripol e BuNa-S
La svolta per gli Alleati arrivò nel 1940, quando Waldo Lonsbury Semon, genio della chimica e scopritore di circa 5000 polimeri, inventa l’AMERIPOL (AMERIcan POLymer) un mix di stirene e butadiene dalle ottime proprietà meccaniche e chimiche. Presto, grazie alla scoperta di Semon, gli Stati Uniti diventano i primi produttori di gomma sintetica al mondo. Ma le potenze dell’Asse non se ne stavano a guardare, i tedeschi in quel periodo nel settore chimico erano dei veri e propri pionieri, tant’è vero che conoscevano i polimeri a base di stirene e butadiene già dal 1929, grazie al chimico Walter Bock.
I tedeschi non capirono però l’importanza della scoperta di Bock fin da subito, infatti bruciarono il loro vantaggio sugli statunitensi e cominciarono a produrre la loro gomma sintetica, nota come BuNa-S solo negli anni ‘40. Anche perché con l’inasprimento del conflitto anche in Europa iniziarono ad esserci problemi per l’approvvigionamento di gomma naturale.
Gli Alleati passano all’attacco
Come detto nel capitolo precedente, anche le potenze europee dell’Asse iniziarono a darsi da fare per produrre gomma sintetica, vennero infatti costruiti numerosi stabilimenti per produrla. Uno dei più noti in Italia fu quello di Ferrara, che tra l’altro fu il primo a produrre gomma sintetica in Europa, non a caso a dirigere il polo c’era nientemeno che Giulio Natta.
Nel resto d’Italia e in Germania però le cose procedevano a rilento e nel ‘44 ancora nessun’altro stabilimento (oltre a quello di Ferrara) era riuscito a produrre gomma sintetica. Un grande sito di produzione era in costruzione nei pressi di Auschwitz e tra i vari prigionieri che vi lavoravano c’era anche Primo Levi. Fortunatamente però, nessuno degli stabilimenti in costruzione vide mai la luce perché furono pesantemente bombardati dagli alleati.
Anche la fabbrica di Ferrara fu bombardata e resa inutilizzabile.
Alla fine della guerra tedeschi e italiani comunque mantennero un ruolo centrale nella produzione dei polimeri, ma il potere produttivo andò quasi totalmente nelle mani degli statunitensi, che grazie alla loro caparbietà e capacità di investire nelle proprie idee riuscirono a vincere la guerra della gomma e, forse, grazie a questa vittoria, anche la seconda guerra mondiale.
Fonti
Sono laureato in chimica all’Università degli Studi dell’Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall’astrofisica al senso della moda nell’Impero Bizantino.
Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia.
Probabilmente utilizzerò questa descrizione anche su Tinder 🌰
Ciao, è sempre bello leggere i vostri articoli che parlano di cose particolari ed interessanti, però volevo dirvi che allo scoppio della prima guerra mondiale i sovietici non governavano ancora la Russia ed infatti essa era ancora un Impero e solo nel 1914 avvenne la rivoluzione.
Hai perfettamente regione, correggo subito l’errore. Grazie Gabi
Comunque, solo per dovere di cronaca (ammetto di averlo visto ora su Wikipedia) la rivoluzione d’ottobre avvenne nel 1917.