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Kary Mullis: dal Nobel strafatto di LSD alle fake news sul Covid

Ogni scienziato che si rispetti, dovrebbe urlare “EUREKA!” nel momento in cui ha un’intuizione folgorante. Kary Mullis però era fatto di LSD a livelli fotonici quando ha rivoluzionato la genetica, quindi al massimo avrà sbiascicato qualcosa tipo “EUfechtsKA!”.

Noi gli vogliamo bene lo stesso, anche se non ha rispettato questa tradizione millenaria.

Il personaggio di Mullis è stato in effetti quello di uno scienziato eccentrico e sregolato sotto tanti punti di vista e non solo per l’abuso di droghe, che ha caratterizzato per anni la sua vita.

Per avere meglio un’idea del soggetto, basta considerare che era fermamente convinto di avere subito un rapimento alieno, e che a rapirlo fosse stato un extra-terrestre simile ad un procione e dai modi molto educati!

“Trova qualcuno che ti ami come Kary Mullis amava l’LSD” semi-cit.

Eh sì, il caro Mullis, alla fine era proprio scoppiato, ma ci ha lasciato comunque una bella eredità scientifica!

Chissà se anche questa sua stravaganza ha fatto in modo che alcune sue parole (dette anni fa!) siano state completamente travisate e riarrangiate per far circolare una bufala, veramente pessima, sul SARS-CoV-2.

Lo diciamo subito: no, questo scienziato geniale, scomparso nell’agosto del 2019, non ha mai detto che i tamponi sono inutili e che servono ad aumentare il numero di positivi al coronavirus. Questa affermazione è una “cagata pazzesca”.

Tra poco torneremo sulla fake news “Mullis/Covid-19” ma prima facciamo in modo di capire che razza di mega intuizione abbia avuto Kary Mullis mentre era fatto come un cavallo.

Una scoperta ‘stupefacente’

La scoperta di Mullis ha davvero cambiato la storia della scienza e il premio Nobel per la chimica che gli è stato conferito nel 1993 è molto più che meritato.

Lo scienziato e biochimico è stato il primo a descrivere e a realizzare il processo di replicazione in vitro di porzioni di DNA.

In pratica, grazie alla sua scoperta oggi, nei laboratori di tutto il mondo, è possibile far moltiplicare all’interno di apposite provette un tratto di DNA che ci interessa in modo particolare. Per farlo, ci basta semplicemente aggiungere i corretti reagenti.
Stop.

Questa tecnica prende il nome di PCR (Reazione a Catena della Polimerasi).

Nel 1983, Mullis stava lavorando in una ditta di biotecnologie. Il suo progetto analizzava le cause genetiche che provocano la patologia nota come ‘anemia falciforme‘, una malattia che ha effetti sulla struttura e sulla funzionalità dei globuli rossi.

Come tutti i ricercatori dell’epoca, Mullis doveva far fronte ad un problema non da poco: nei campioni che lui analizzava, solamente una parte infinitesima di tutto il DNA era composta dai geni con le mutazioni che gli interessavano.

Tutto il resto era materiale inutile.

Una sfilza di porzioni del genoma fatta da altri geni, di altri cromosomi, sequenze ripetute, sequenze non codificanti… insomma c’era, ovviamente di tutto.

Questo perché i nostri geni, presi singolarmente all’interno dell’intero genoma, sono come la pagina di un libro dentro una biblioteca con migliaia di libri… una roba da uscire di testa.

Come fare allora a replicare in un numero significativo solamente le particolari regioni di DNA che si vogliono studiare?

Rappresentazione di come i geni si trovano dispersi in un genoma. Spiegato in modo veramente brutto ma funzionale © Wikipedia

Oltre a porsi questa domanda va detto che Mullis abusava di LSD dalla metà degli anni ’60 ed era convinto che sotto l’effetto dell’LSD le percezioni sensoriali fossero amplificate al di là dei normali limiti, che le capacità cognitive raggiungessero soglie altissime e addirittura che si potesse comunicare telepaticamente.

Quest’ultima considerazione veniva da alcuni “test” che aveva effettuato in laboratorio con il suo assistente. Chissà che cavolo succedeva dentro quelle quattro mura! Pagherei per vedere 2 NERD drogati che si fissano intensamente per 5 ore di fila!

Una sera, Kary era in auto con la sua compagna in viaggio verso Mendocino County, quando ebbe l’illuminazione. Guidava strafatto ma ad un tratto fermò la macchina.

Scese e rimase in silenzio.

Nella sua mente la strada non era più una distesa di asfalto in cui le macchine correvano in direzioni opposte nelle due corsie. La strada era diventata di colpo un tratto di DNA in cui i due filamenti complementari si stavano separando e venivano duplicati.
Vide la reazione che si materializzava nella “provetta immaginaria” e si stupì che nessuno ci avesse pensato prima.

Quello che più o meno può aver visto Mullis nel momento d’ispirazione

Aveva realizzato che per replicare le porzioni di DNA bastava far separare i 2 filamenti alzando la temperatura all’interno della provetta e fornire un breve “avviamento” alla reazione, oltre che un “nano-macchinario” che si occupasse di unire i “mattoni” nella giusta sequenza.

La reazione a catena della polimerasi

La PCR sviluppata da Mullis sfruttava (e sfrutta ancora oggi) l’enzima polimerasi, che è il vero artefice del corretto assemblaggio dei nuovi filamenti.

Insieme all’enzima si forniscono le sequenze “primer” per avviare la reazione e poi migliaia di unità delle famose 4 basi “A, T, C e G” che compongono il codice genetico della vita (ovvero i nucleotidi trifosfati).

I primer sono delle brevi sequenze di nucleotidi che sono in grado di unirsi ai filamenti di DNA singoli, ovvero quando questi non sono appaiati né avvolti nella celebre forma a doppia elica.

Tornando alla nostra metafora della biblioteca, i primer indicano all’enzima quale pagina di quale libro deve essere moltiplicata, permettendo l’avvio della replicazione nel punto esatto.

Per ciascun gene che si vuole duplicare occorrono due primer, detti Forward e Reverse, perché nei 2 filamenti di DNA la sequenza viene copiata procedendo in direzione diversa, proprio come le auto sulla strada a doppio senso che aveva ispirato Kary Mullis.

Una gif per capirci meglio: l’alta temperatura (94°C) separa i filamenti di DNA. I primer a questo punto si appaiano alle porzioni complementari (54°C) e l’enzima DNA-polimerasi può quindi andare a formare i nuovi appaiamenti e duplicare la doppia elica di DNA (72°C). Facile ed efficace.

Dal 1983 in poi la tecnica della PCR è stata finemente rivista e migliorata. Oggi trova applicazione in pratica in tutti i campi della ricerca che sfruttano la biologia molecolare ma rimane incredibile che l’intuizione sia scaturita in un momento di puro delirio causato dalla droga.

Mullis è stato un personaggio strano davvero, con visioni personali molto discutibili sul riscaldamento globale, sul buco dell’ozono e su altri temi d’attualità; un’autentica voce fuori dal coro, lontanissimo dallo “standard” dello scienziato medio.

Magari anche da qui nasce la cagata della fake news che lo vede protagonista.

Kary Mullis non ha mai detto che i tamponi per SARS-CoV-19 siano fatti per aumentare i positivi

Se esistesse uno strumento in grado di convertire in elettricità l’energia prodotta dalle palle che girano ogni volta che una fake-news viene diffusa, beh, allora nel 2020 avremmo illuminato città di grandi dimensioni a costo zero, vista la quantità enorme di boiate che abbiamo dovuto leggere.

Sul defunto Mullis è girata parecchio una fake che diceva più o meno questo:

Kary Mullis, Premio Nobel per la chimica nel 1993 inventore del Test PCR: “Questo test non dovrebbe essere usato per diagnosticare malattie infettive”. I tamponi servono a creare un numero elevato di positivi.

Tra l’altro, il buon amante dell’LDS aveva pensato bene di morire l’anno prima della pandemia proprio a causa di una polmonite. Quando i complottari hanno scoperto anche questa cosa hanno ripompato la stronzata sul web asserendo che Mullis sarebbe stato morto-ammazzato-malissimo e messo a tacere proprio infettandolo col SARS-CoV-2.

Quindi (secondo i sostenitori di questa fregnaccia), quelli che tessono le trame del ‘grande complotto mondiale del Covid‘ sarebbero dei soggetti estremamente ironici e vendicativi. Persone che ti ammazzano proprio con il Covid se provi a dire che i tamponi sono fasulli.

Una roba contorta.

Una cosa va riconosciuta a chi sostiene teorie complottistiche: hanno una fantasia spettacolare, che riesce a produrre multilivelli-complottistici che a confronto Inception è una favoletta per l’asino nido.

Volendo però tornare alla realtà, le cose stanno così: Mullis nel 1996 aveva rilasciato un’intervista a John Lauritsen e, tra le altre cose, si era parlato di HIV e AIDS.

In quell’occasione Mullis aveva detto che, secondo lui, la PCR non poteva essere d’aiuto per la diagnosi della patologia perché avrebbe mostrato solo al livello qualitativo la presenza/assenza di specifiche porzioni del virus. La tecnica, tuttavia, non avrebbe dato informazioni riguardo la quantità di virus né della reale presenza delle particelle virali.

L’affermazione è  abbastanza controversa ma in ogni caso è riferita ad un contesto del tutto diverso. Nei test-rapidi è ovvio che si faccia ricorso alla PCR proprio per la sua velocità diagnostica e per la facilità intrinseca dell’analisi.

Esiste la possibilità di “falsi positivi“? No, in senso stretto non è possibile. Il tampone ricerca 3 particolari sequenze del SARS-CoV-2 ed è quindi estremamente specifico in questo senso.

Può succedere però di essere malati e di avere particelle virali del SARS-CoV-2 dentro le nostre mucose (le cui sequenze verranno quindi amplificate), che però non sono le responsabili della nostra patologia.

Questo sì, può succedere, ma non è comunque corretto parlare di falsi positivi in questi casi.

Per capirci, se sono malato di cancro ed ho anche il covid-19 ovvio che la mia patologia debilitante è il tumore, ma questo non vuole dire che io non sia anche positivo al coronavirus!

Esiste una casistica di errore nei tamponi, molto marginale,  che riguarda invece i “falsi negativi“, ma in questo caso significa che la parte di cotone sterile non ha raggiunto bene le mucose. In pratica i falsi negativi sono attribuibili ad un tampone infilato male nel naso.

Il tampone inserito in orofaringe e rinofaringe. Perché il 2020 ci teneva in modo particolare ad essere incorniciato come ‘anno demmerda’ e quindi ha pensato bene di violarci pure negli orifizi privati.

In poche parole i test basati sulla PCR non saranno magari infallibili (ma cosa lo è?) ma sono fondamentali in questa fase di totale emergenza.

Ah, quando Mullis disse quella frase il genoma del virus dell’HIV non era ancora stato sequenziato e quindi la cosa poteva anche avere un po’ senso: non sapevamo all’epoca quali sequenze andare a cercare e a moltiplicare,

Anche sul fatto che la PCR non sia un’analisi “quantitativa” ci sarebbe da ridire. Esistono particolari varianti della PCR che sfruttano proprio il fattore della ‘amplificazione dei frammenti come potenza di 2’ per capire quanto DNA di partenza ci sia nel campione.

Queste tecniche, più recenti rispetto alla dichiarazione di Mullis, prendono il nome di PCR real time o, appunto, PCR quantitativa. Spesso sono utilizzate, se si vuole dichiarare un alimento OGM-free per cercare appunto tracce di prodotti geneticamente modificati e per quantificarle.

Viviamo nell’epoca d’oro dell bufale. Yuppy -.-

Quindi, ricapitolando, l’affermazione attribuita a Mullis è (in ordine):

  • falsa;
  • decontestualizzata;
  • vecchia come il cucco;
  • tecnicamente superata e inesatta;
  • la più classica delle bufale complottare contro non si sa bene quale disegno malvagio.

Mullis è stato un personaggio difficile da inquadrare

Kary Mullis ha lasciato davvero tanto alla scienza e, per non farsi mancare nulla, ha anche detto una serie di cavolate. Tuttavia, Missione Scienza è anche questo: riconoscere i traguardi e i meriti oggettivi di un individuo anche se stiamo parlando di un soggetto abbastanza fulminato, ed evitare che gli vengano appioppate (post-mortem) delle affermazioni stupide e non veritiere.

Che poi Mullis era bravissimo di suo a fare figure pessime e a spargere le cagate che lui stesso aveva immaginato, non c’è  veramente motivo di addossargliene pure altre random.

Una storia, quella di Kary Mullis, “stupefacente” in tutti i sensi che entra di diritto nella rubrica #missionebiotech

Ah, se ti eri perso la prima puntata, quella introduttiva, della rubrica di cui tutto il web non sentiva assolutamente bisogno te la linkiamo qui.

Le fake-news, anche quelle che crediamo innocue, fanno danni pessimi, come quando hai un telefono in mano, sei ubriaco come le merde, e pensi che sia un’ottima idea scrivere alla tua ex.

Per esempio:
fake news che causano strage di squali, Trump e la Clorichina, pseudoscienza e carestie e la totalmente immotivata dottrina del ghiaccio cosmico.

Altre leggende metropolitane, invece, fanno solo sorridere, tipo le scie chimiche o il ciclo mestruale sincronizzato

Vabbè se non l’avete capito questo sito è pieno di cose NERD spiegate in modo che tu le possa capire anche chi ha appena fatto serata con Kary Mullis!

Fonti

Il pezzo dal quale ho attinto maggiormente:
KARY MULLIS: PCR, LSD E PREMIO NOBEL

Kary Mullis, la citazione inesistente e la confusione dei complottisti tra tampone e test PCR

L’INVENTORE DEL TEST PCR NON HA DETTO CHE È INUTILE «PER DIAGNOSTICARE MALATTIE INFETTIVE»

https://it.wikipedia.org/wiki/Kary_Mullis

(Iafrate, 2014) Kary Mullis, il Bad Boy della Scienza.

(Meli, 2011) Kary Mullis, in un week-end ha cambiato il corso della Scienza.

(Connor, 2014) Kary Mullis: the man who cracked cold cases with a DNA revolution.

(Vanetti, 2014) La sfida alla scienza di Mullis, il nobel rapito dagli alieni.

(Watson, et al., 2015) Watson, James D., Biologia Molecolare del Gene, Zanichelli. 2015

Emanuele Falorio

Laureato in biotecnologie, lavoro da anni nel settore dell'industria alimentare. NERD da molto prima che facesse fico;  appassionato di divulgazione scientifica da quando mi ci sono ritrovato dentro per puro caso. Scrivo per Missione Scienza ad orari improbabili quindi mi scuso per tutti refushi e gli erorri di battitura, è già un miracolo che non mi sia mai addormentato sulla tastieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

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