Il tasso del miele, una bestia che di dolce ha solo il nome

Se, almeno una volta nella vita, hai visto il film “Lassù qualcuno è impazzito” (1989); prima di tutto vorrei stringerti la mano, perché è un film sconosciuto, assurdo e il preferito della mia infanzia, e poi sarei certa che ricordi una bestiola bicolore, dall’aria super incazzata, ma relativamente inoffensiva, che perseguita uno sciagurato scarpone. Per chi non avesse visto il film (guardatelo! guardatelo! guardatelooo!), questo animaletto è il tasso del miele, effettivamente super incazzato, ma per niente inoffensivo! La sua reputazione di spavaldo sbruffone ha contribuito alla diffusione di numerose curiosità che lo riguardano, purtroppo non sempre esatte, come scopriremo in questo articolo. Non farti ingannare però, l’unico vero obiettivo di questo pezzo è di farti amare questo bulletto come merita, buona lettura!

Una vita da tasso del miele

Il tasso del miele (Mellivora capensis) è un mustelide, come la puzzola, il furetto e la lontra. Viene anche chiamato ratele, dall’afrikaans ratel, o mellivora, mentre in swahili si chiama nyeg(h)ere…  in bocca al lupo a pronunciare questa parola. Vive in gran parte dell’Africa, in alcune regioni del Medio Oriente e nella penisola indiana, preferendo i luoghi né troppo umidi né troppo aridi, chiamalo scemo. I suoi habitat ideali sono la savana e la foresta, dove si nutre indiscriminatamente di ogni altra specie animale e vegetale che gli entri nello stomaco… anche se la cosa che preferisce in assoluto è il miele, che sorpresa eh?

 

Tasso del miele
Ratele che magna. ©www.honeybadger.com

 

Questa bestiola, dalle dimensioni simili a quelle del suo cugino più famoso, il tasso, per mantenere il suo magnifico pesoforma, si magna qualsiasi cosa, ad esempio (mettetevi comodi): radici, bacche, frutti, insetti, rane, lucertole, tartarughe, roditori, serpenti, uccelli, uova e cuccioli di tutti gli animali che sono troppo grossi per mangiarli da adulti. Inoltre non avanza nulla, quando mangia una preda ne trangugia ogni parte: ossa, pelliccia, piume, scarpe e calzini.
I suoi unici predatori sono il leone, la iena, il coccodrillo, il pitone e il ghepardo, anche se a dire il vero pure loro preferiscono evitarlo. Il tasso del miele è così simpatico che nemmeno gli altri tassi del miele lo sopportano, infatti sono animali solitari che vivono con la mamma, che fa un solo cucciolo per volta, per il primo anno di vita. Dopodiché, questo scarrafone non è più bello nemmeno per la sua mamma, che lo sbatte fuori di casa.

 

Madre e figlio traslocano ©animals.howstuffworks.com


Va specificato che a volte la casa non è nemmeno la loro, perché capita che questi opportunisti occupino abusivamente le tane che altri animali hanno abbandonato. Per fortuna non hanno grandi pretese, tant’è che non si preparano nemmeno un pagliericcio e dormono direttamente sul suolo di un pertugio profondo un paio di metri con una sola uscita. Al contrario di altri animali, se un ospite indesiderato si avvicina alla loro tana, loro non vogliono una via di fuga, vogliono solo una buona scusa per fare rissa… e per loro una buona scusa è che li avete incontrati.

Aspetto del tasso del miele

La testa

Il tasso del miele ha una testa piccola e piatta e un muso corto, le orecchie sono piccole creste mobili, che possono ripiegarsi a proteggere la porzione auricolare interna in caso di necessità, ad esempio durante una lotta, mentre assalta un alveare o quando sua madre gli sta troppo addosso. La sua dentatura è simile a quella di un cane, o meglio lo sarebbe se il ratele avesse un buon dentista, perchè i suoi denti si sviluppano in modo irregolare, sia per quanto riguarda la dimensione che la direzione, mentre alcuni sono del tutto assenti. Roba che il giovane Cristiano Ronaldo, a confronto, pare una principessa Disney!

 

Una rara immagine di Princess Cristiano Ronaldo

 

Il corpo

Il ratele è piuttosto grosso, per essere un mustelide, e la forma a pera del suo corpo può dare l’impressione che sia appesantito dai suoi variegati banchetti, ma, in realtà, la sua corporatura è tanto robusta e muscolosa da permettergli di affrontare a testa alta animali anche molto più grandi di lui. La sua pelliccia è soffice e vaporosa… no, non è vero, la sua pelliccia è come la sua anima: ruvida, irsuta e nera, ma cambia colorazione sul dorso e sulla coda, dove diventa grigio-argentea.

La pelle

La pelle del tasso del miele è spessa ed estremamente resistente, è difficile che venga penetrata da punture d’ape e di scorpione e morsi di serpente, spesso non riescono nell’impresa nemmeno i morsi dei suoi predatori, o le rudimentali armi da lancio e da taglio delle popolazioni tribali che vivono nelle stesse zone del ratele. Inoltre, la pelle del ratele è “over-sized” rispetto al corpo, gli veste larga insomma, e si ispessisce nella zona del collo. In questo modo, se, ad esempio, un leone mordesse un tasso del miele al collo, il micione si ritroverebbe con la bocca piena della coriacea pelle sovrabbondante del ratele, che sarebbe libero di girare su se stesso e contrattaccare il felino, il tutto mentre è ancora tra le sue fauci. Un po’ come quando ti meni con tuo fratello, lui ti acchiappa per la felpa e tu ti rigiri male per fargliela pagare.

 

Un ratele fornisce indicazioni a tre passanti ©pperrywildlifephotos.org

Le zampe

Questa adorabile bestiola ha zampe corte e tozze, con cinque dita, che nelle zampe anteriori sono munite di artigli stile velociraptor, utili sia per attaccare e difendersi, che per scavare profonde buche nel terreno… occasionalmente allo scopo di fare una tana, molto più spesso alla ricerca di cibo. Ovviamente ha le unghie pure dietro, ma preferisce tenerle corte, perchè le unghie dei piedi lunghe fanno schifo pure a una bestia brutta come questa, a tutto c’è un limite.

Il deretano

Ebbene sì, un intero paragrafo parlerà del suo culo, perché il tasso del miele ha un sedere davvero speciale. Possiede una tasca anale “rovesciabile”, caratteristica unica tra i mustelidi, ma condivisa con manguste e iene. Lo scopo di questa tasca non è il contrabbando di beni di prima necessità in caso di arresto, ma è quello di rilasciare un delizioso aroma di morte, con un raggio d’azione di 40 metri, escamotage che il ratele ama usare durante i combattimenti, poiché il suo culo è così fetido che soffoca i suoi avversari.

Curiosità sul tasso del miele

Honey badger e honey guide, uniti nel nome del miele?

Il tasso del miele (in inglese “honey badger”) per anni è stato associato all’uccello indicatore (in inglese “honey guide”), quanta fantasia. Si supponeva che il volatile guidasse il tasso agli alveari, cosicché quest’ultimo potesse distruggerli, cibandosi di miele, struttura dell’alveare e larve, un vero schizzinoso; a quel punto l’uccello poteva banchettare sugli avanzi. C’è solo un problemino, non solo questo comportamento non è mai stato osservato, ma per di più il ratele è un animale prevalentemente notturno e l’uccello indicatore è diurno, quindi la loro collaborazione risulta piuttosto improbabile.

 

Uccello indicatore. ©washingtonpost.com

A onor del vero, non sono mai state fatte ricerche a riguardo, ma il comportamento del volatile è stato analizzato in alcuni studi sulla relazione intraspecie “uccelli indicatori – umani”. Numerose tribù africane, ad esempio i Boran in Kenya e gli Hadza in Tanzania, si procacciano il miele seguendo gli uccelli indicatori, ma non spartiscono il bottino con i volatili, anzi bruciano o seppeliscono i resti degli alveari per non soddifare lo sfizio dei poveri uccelli, che così continuano a guidare gli umani ad altri alveari… tipico della nostra specie. La cosa interessante è che questo sistema appare così collaudato da lasciar intendere che la relazione sia nata già ai tempi dei “proto-ominidi” e che sia stata esclusiva tra le due specie. Niente cose a tre insomma, l’uccello indicatore preferisce accontentarsi di qualche raro boccone, piuttosto che associarsi a brutte compagnie come i tassi del miele.

Così incazzato che non si lascia avvelenare il sangue?

Online si trovano bizzeffe di video sul tasso del miele che affronta o si ciba di serpenti velenosi, senza accusare l’effetto dei loro morsi, quando i denti riescono a penetrare la sua pellaccia. Ovviamente non solo ci combatte e li uccide, ma se li mangia pure, ghiandole velenifere comprese, che novità! Il veleno dei serpenti, tra cui cobra del Sudafrica e vipera soffiante, sembra avere un’unica controindicazione sul ratele: gli viene l’abbiocco del post-pranzo della domenica a casa della nonna, quindi si fa una pennichella e riparte alla ricerca di cibo, come se niente fosse.

 

Il gioco di incastri di un ricettore nicotinico. ©wikipedia.org

 

Il segreto della sua invincibilità sta nei suoi recettori nicotinici (nAChR)… chiaro no? No, ma se tutto va bene, tra poco lo sarà! Gli nAChR sono ricettori cellulari che solitamente legano l’acetilcolina (uno dei neurotrasmettitori più importanti), ma anche altre sostanze, ad esempio le neurotossine alfa dei serpenti. Uno studio ha rivelato che gli nAChR, nei tassi del miele, nei ricci e nei maiali, hanno accumulato, in modo indipendente l’uno dall’altro, modifiche al livello del sito di legame delle neurotossine. Queste piccole modifiche nella sequenza degli amminoacidi del recettore non interferiscono con l’acetilcolina, ma rendono più difficile l’accesso alle neurotossine. In poche parole, è come il gioco per bambini con i buchi di diverse forme e gli oggetti da infilare all’interno, il sito di legame solitamente è un buco quadrato, nei tassi del miele è un cerchio e le neurotossine sono un cubo… passa solo se lo prendi a martellate. Alla facciazza dei serpenti velenosi, il ratele c’ha gli nAChR mutanti!

 

Prossimo stadio evolutivo del tasso del miele.

 

Per saperne di più sui suoi poteri da x-men, fai come un ratele con la sua preda: segui https://www.missionescienza.it, è in arrivo un articolo sul gioco d’incastri dei recettori!

Spessi, incazzati e pure furbi

Con tutto quello che sappiamo sul ratele, è facile capire quanti danni possa causare ai proprietari delle fattorie nei dintorni. La maggior parte cerca di uccidere i tassi del miele, ma uno di loro ne ha catturato un esemplare giovane e lo ha affidato alle cure del Moholoholo Wildlife Rehabilitation Centre, in Sud Africa. Essendo cresciuto in cattività, Stoffle, il ratele in questione, non può essere reintrodotto in natura, ma non sembra essere d’accordo, poiché negli anni ha cercato la fuga in numerosi modi.

Inizialmente ostacolato da un recinto, ha imparato ad aprire il complesso meccanismo del cancello. Quando è venuto il turno di un muro, ha scavato la sua via di fuga nel terreno sottostante. Con l’arrivo della soluzione finale, un muro in cemento che si estende sottoterra, si è dondolato sui rami degli alberi per raggiungere la cima della barriera. Quando gli alberi vicini al muro sono stati tagliati, ha costruito una piramide di sassi contro un angolo della parete in cemento per potervisi arrampicare. Quando le pietre sono state tolte, ha creato grosse palle di fango per sostiruire i sassi. Appoggiandoli al muro di cinta per arrampicarsi, ha usato rami spezzati, rastrelli e vanghe dimenticati, pneumatici abbandonati e qualsiasi cosa a sua disposizione.

 

Stoffle e la fuga per la libertà. ©BBC Two

 

Con ogni tentativo di fuga, il tenace Stoffle ci insegna qualcosa di più sull’ingegno di questi strani animali. Con le azioni che compie dopo la fuga, non fa che confermare ciò che sappiamo su di loro… eh già, perché, quando il buon vecchio Stoffle riesce a fuggire, in genere va a procacciarsi cibo nei bidoni della spazzatura, fa irruzioni notturne in casa dell’esperto di conservazione della fauna selvatica che si occupa di lui e, ovviamente, va nel recinto dei leoni a litigare.

Conclusioni

La natura del tasso del miele ha fatto sì che popoli indigeni, agricoltori ed allevatori lo temessero, insieme alla maggior parte degli esseri viventi nei suoi dintorni.
La sua reputazione è la causa per cui un veicolo da combattimento della fanteria meccanizzata sudafricana si chiama Ratel.
La sua resistenza, determinazione e astuzia, sono il motivo per cui lo si ammira almeno un pochino.
Il suo muso bruttino, il carattere scorbutico e irritabile, sono la ragione per cui non si può fare a meno di amarlo… perché si è capito che lo amo, vero?

 

Ratele corazzato ©tanks-encyclopedia.com

 

FONTI:

“Atlas of the World’s Strangest Animals” di Paula Hammond, Marshall Cavendish Corporation, New York, 2011

http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.466.2072&rep=rep1&type=pdf

https://pdfs.semanticscholar.org/f21c/4d0163797f7c3c05b3f856ac92f76b96b691.pdf

http://honeybadger.com/pdfs/Scentmarking.pdf

https://www.researchgate.net/profile/Susanta_Kumar_Chakraborty/publication/326174513_OF_HONEYGUIDES_AND_HUMANS-A_UNIQUE_INTERSPECIFIC_ASSOCIATION_FORMED_OVER_HONEY/links/5b3c61190f7e9b0df5ec870b/OF-HONEYGUIDES-AND-HUMANS-A-UNIQUE-INTERSPECIFIC-ASSOCIATION-FORMED-OVER-HONEY.pdf

http://www.brianwoodresearch.com/papers/Wood%20et%20al%202014%20Mutualism%20and%20manipulation%20in%20Hadza%E2%80%93honeyguide%20interactions%20–%20Evolution%20and%20Human%20Behavior.pdf

https://d1wqtxts1xzle7.cloudfront.net/43436458/Drabeck_et_al._2015.pdf?1457312469=&response-content-disposition=inline%3B+filename%3DWhy_the_honey_badger_dont_care_Convergen.pdf&Expires=1592758468&Signature=X8XGdXieoVving4sH4BJ5ADpPjf~rUx4GjE7F1xl3K5R2jRP2kbYjLFGnQseqNK0EfhD1JI0BlsMqqs62HZxlriPwa6~x74koVAgPSMmNMWgMe3G40fkSYF5~ChTp-dEBOMIyTPf0lt3wL9ykq1JOTjPghhzC2~Mjj468m4kjIwmoV96TkytIrVnNbGkxd7CeEDG~3vB77L7iZJn95bWtbpbu80mJ5qxaFLf~RC~MZlw4pxJiS1uFnWSK2bjnzXu5wb~zTgDp2cGTXM4FSaWHnug4Ym6XEfDv8fuOUKI1mnhjZW5vBC1QFTva5ptAil9DUWQIGpKMssCn5xE9m8kbQ__&Key-Pair-Id=APKAJLOHF5GGSLRBV4ZA

https://africageographic.com/stories/story-stoffel-honey-badger/

https://africageographic.com/stories/honey-badger-houdini/

 

 

 

 

Cage

Non so cosa sono, sono come Balto, so solo quello che non sono. Ogni tanto, scrivo qualcosa. Spesso, correggo.

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