Il gamberetto con il pugno più forte dell’Oceano
Guardate bene l’animale in questa foto… Fatto?
Si tratta di un Odontodactylus scyllarus, carino vero? Tutto colorato, con questi occhioni curiosi, lo si trova spesso negli acquari. Bene, se per qualche ragione vi ritrovaste a discutere cercate di non arrivare allo scontro, perché rischiereste tanto! Citando il buon Rocchio47 questo animale ha “i pugni nelle mani”!
La parola “gamberi” è più familiare accostata a “cocktail di” piuttosto che a “pugno letale”. In effetti non stiamo parlando proprio di un gambero (sebbene con questo termine vengano chiamate molte specie diverse): O. scyllarus è un crostaceo dell’ordine Stomatopoda, lo stesso delle più comuni cicale (Squilla mantis).
Ha due interessantissime peculiarità: una riguarda la vista, l’altra il pugno letale.
Gli occhi sono posti su dei peduncoli che permettono all’animale di avere una visione binoculare*, fin qui tutto normale.
Per capire meglio l’incredibilità di questo animale bisogna considerare che nella nostra retina abbiamo delle cellule, i coni, che contengono un pigmento visivo chiamato opsina che si presenta in tre tipi aventi un picco di sensibilità o blu, o rosso o verde (RGB). Abbiamo anche un quarto tipo di opsina su cellule chiamate bastoncelli che ci consente di vedere con poca luce. Un cane ha solo 2 tipi di fotorecettori quelli per il verde e quelli per il blu, possono quindi vedere uno spettro molto ristretto di sfumature di colori (come mostrato qui).
Bene, il nostro O. scyllarus ha ben 16 diversi tipi di fotorecettori!
Pensate a come potrebbe vedere il mondo un O. scyllarus! Beh in realtà non potete, poiché non possiamo immaginare altri colori al di fuori di quelli che percepiamo. Pensate quindi a quanto è soggettiva e legata alla fisiologia dell’occhio la visione che abbiamo della realtà… Ma sto divagando.
Dicevamo? Ah ora arriva la parte bella!
Se immaginate questi animaletti come degli esseri in pace con il mondo, che se ne vanno in giro per i sette mari vedendo colori allucinanti come se fossero strafatti di LSD, beh vi sbagliate.
Sono incazzosi come pochi! E hanno un arma micidiale: il fulmine di Pegasus.
Le appendici a martello di cui sono provvisti, lunghe appena 5 millimetri, possono sferrare colpi alla velocità di 23 m/s e generare una forza di 1000 Newton su una malcapitata preda.
Le appendici si muovono così velocemente da produrre cavitazione. La cavitazione è la formazione improvvisa di bollicine di vuoto all’interno di un liquido come conseguenza di un cambiamento di pressione.
Quando le bollicine collassano producono un’onda di shock che produce suono, luce e calore! Il fulmine di Pegasus è usato per rompere il guscio di una vongola ed è quindi accompagnato da un flash luminoso e da un suono.
Se anche la preda non venisse colpita fisicamente dalle appendici, l’onda d’urto potrebbe comunque ucciderla. Potete capire di cosa stiamo parlando guardando questo VIDEO di cui vi riportiamo un estratto qui di seguito:
Missione Scienza e i gamberetti dello zodiaco vi danno appuntamento alla prossima curiosità!
Note:
*visione binoculare: si intende un tipo di vista come quella umana, in cui si ha una sovrapposizione del campo visivo dei due occhi o, in altri termini, entrambi gli occhi partecipano a formare un’unica percezione visiva.
Plant Breeder di mestiere, divulgatore per hobby.
Nato sotto una foglia di carciofo e cresciuto a orecchiette e cime di rape, sono sempre stato interessato alla genetica. Ho studiato biotecnologie agrarie e, dopo un erasmus in Danimarca, ho proseguito con un industrial PhD nella stessa azienda sementiera presso cui stavo scrivendo la tesi. Dal 2019 sono rientrato in Italia e lavoro attivamente come plant breeder, realizzando varietà di ortaggi che molto probabilmente avete mangiato 🙂