INGEGNERIA

Idraulica e città

Molte delle grandi città più note sono vicine a fiumi (o direttamente sul mare): Da Roma a Tokyo da Kyoto a Beijing, da Shanghai a Parigi, da Londra ad Alessandria d’Egitto.

Tanti sono i fattori che ne hanno permesso lo sviluppo. I più importanti sono sicuramente il trasporto, la possibilità di sfruttare l’energia idraulica, l’accesso all’acqua per le irrigazioni e altri usi.

Il trasporto su acqua

Dall’inizio del mondo “civilizzato”, nell’accezione di comunità cittadine, il trasporto di beni è stato un fondamentale fattore di crescita e prosperità, agevolando lo scambio dei beni attraverso il mercato e concentrando quindi all’interno delle città il prodotto delle campagne.

Il trasporto di beni su strada si è evoluto nel tempo dal semplice “trasporto a spalla”, all’utilizzo di animali, e all’utilizzo di animali e strumenti, come i carri. È però importante notare come il trasporto su strada sia sempre stato utilizzabile solo per piccole quantità: pensiamo al contadino che raggiunge la città con il raccolto della stagione.

I Romani impiegavano la loro estesa rete stradale per il trasporto di truppe o per il trasporto di missive veloci, attraverso il cosiddetto Cursus Publicus.

La carta dei canali navigabili artificiali e naturali dell’Europa. Visualizza in HD © Fonte: UNECE

D’altra parte, il trasporto di beni poteva avvenire anche via acqua, in maniera estremamente conveniente. Infatti, è stato il metodo di trasporto più efficiente fino all’Ottocento, con l’avvento del trasporto ferroviario.

Anche sulle vie d’acqua interne, dove la velocità era ridotta, il trasporto via acqua risultava comunque estremamente utile. In questi casi la velocità era simile a quella di un cavallo o di una persona. Per esempio, in Gran Bretagna le imbarcazioni nei canali avevano una velocità di 4 miglia orarie. Si pensi che in molti contesti le barche nei canali erano proprio trainate da cavalli.

Ma ovviamente la quantità di merci che una imbarcazione poteva portare rispetto a un essere umano o un carro era molto maggiore. Quindi, anche a parità di cavalli, via acqua era molto più alta la quantità di beni trasportati.

L’acqua come fonte di energia idraulica e di irrigazione

Soprattutto all’inizio della storia umana, la presenza di acqua che permetteva di avere piane fertili a ridosso dei fiumi fu fondamentale per la crescita prosperosa delle civiltà. Molti grandi fiumi avevano cicli di piena che riversavano sulle piane strati di utile humus.

Oltre a questa già molto utile prima motivazione, un’altra è semplicemente la presenza di acqua. Dalla presenza di un fiume è possibile costruire un sistema di irrigazione piuttosto semplice, perché l’acqua non va ricercata in sorgive o nel sottosuolo, ma è già al livello del suolo, rendendo quindi semplice la costruzione di infrastruttura idraulica per l’irrigazione e per la coltivazione.

Inoltre, l’acqua che corre su un fiume è una fonte di energia, e lo è stata da ben prima delle centrali idroelettriche. Infatti, la costruzione di opere di ingegneria idraulica che sfruttano corsi d’acqua è una delle più antiche forme di energia sfruttate.

Idraulica
Le rovine del complesso di mulini di Barbegal, Francia. © Fonte

L’elemento centrale per lo sfruttamento dell’energia idraulica è la ruota ad acqua, che con il tempo è diventata la turbina ad acqua.

La ruota ad acqua è stata usata da molte popolazioni diverse nel corso del tempo. Inoltre, si hanno notizie da Plinio il Vecchio sulla costruzione di magli idraulici nell’antica Roma.

Si hanno anche testimonianze dall’antica Cina, antica Babilonia e dall’Impero Romano sull’uso di opere di ingegneria idraulica. Uno dei più grandi mulini dell’antichità è stato costruito dai Romani vicino ad Arles, a Barbegal. Secondo stime moderne poteva produrre 4,5 tonnellate di farina al giorno, rendendolo capace di soddisfare i bisogni di tutta la città.

Alessandro Mantani

Sono studente di ingegneria aeronautica full time, e altrettanto full time posso perdermi a parlare di tutto lo scibile umano, con una predilezione per i mezzi veloci o che hanno un grosso motore, per arrivare fino a cose che non c'entrano granché, come la filosofia o la letteratura.

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