I parassiti della malaria
Già nell’antica Grecia del 96° secolo EU (V secolo a.C.), Ippocrate diede una prima dettagliata descrizione della malaria e delle sue caratteristiche manifestazioni cliniche, pur non identificandone l’agente causativo.
Testimonianze di questa malattia provengono da tutte le epoche della storia europea, ma solo dalla seconda metà dell’11.800 EU (1800 d.C.) si riuscirono a determinarne eziologia e patogenesi.
Ad oggi, la malaria è praticamente scomparsa nelle aree temperate del mondo, eccezion fatta per casi sporadici di importazione, ed è diffusa in forma endemica nelle aree tropicali e subtropicali, soprattutto in Africa, in America Centrale e Meridionale e nel Sudest asiatico.
Eziologia
La malaria è una parassitosi, ovvero una malattia causata dall’infezione da parte di parassiti protozoi appartenenti al genere Plasmodium.
Le specie di plasmodi più frequentemente responsabili di malaria nell’uomo sono cinque, ovvero Plasmodium falciparum (P. falciparum), Plasmodium vivax (P. vivax), Plasmodium ovale (P. ovale), Plasmodium malariae (P. malariae) e Plasmodium knowlesi (P. knowlesi), quest’ultimo in maniera meno frequente.
Le diverse specie di Plasmodium si distinguono principalmente per la patologia di cui sono causa e per l’area geografica di diffusione.
Tutte le specie di Plasmodium però necessitano delle femmine di zanzara del genere Anopheles come veicolo, o meglio dire vettore, per infettare l’uomo. Nel mondo esistono circa 400 specie diverse di zanzara del genere Anopheles, di cui circa 60 sono in grado di trasmettere il parassita, tra cui A. gambiae e A. darlingi.
Questo è il motivo per cui il ciclo di vita del Plasmodium coinvolge due ospiti, l’uomo e la zanzara appunto, e si articola in molteplici fasi.
Cerchiamo di capire insieme le caratteristiche fondamentali del complesso ciclo vitale del Plasmodium.
Ciclo di vita del Plasmodium
Il ciclo di vita del Plasmodium si può suddividere in due grandi fasi, una asessuata (o ciclo schizogonico) nell’uomo e una sessuata (o ciclo sporogonico) nella femmina di zanzara. La femmina di zanzara Anopheles si infetta tramite un pasto di sangue da un individuo portatore del Plasmodium.
Ciclo sporogonico
Il Plasmodium è contenuto all’interno dei globuli rossi del soggetto portatore e si presenta nella forma sessuata di gametocita, di cui distinguiamo un gametocita maschile e un gametocita femminile.
I gametociti fuoriescono dai globuli rossi nello stomaco della zanzara e comincia così il ciclo sporogonico, che vede come prima fase il gametocita maschile penetrare in quello femminile per dare origine allo zigote.
Questo origina migliaia di parassiti immaturi, chiamati sporozoiti, i quali raggiungono le ghiandole salivari delle zanzare. A seconda della specie di Plasmodium e delle condizioni ambientali, questa fase può avere durata di qualche giorno fino a settimane.
Gli sporozoiti generati infettano l’uomo a seguito dell’inoculazione tramite la puntura della zanzara. Inizia così il ciclo schizogonico del Plasmodium.
Ciclo schizogonico
Gli sporozoiti inoculati raggiungono rapidamente il fegato, dove infettano le cellule epatiche.
Qui gli sporozoiti si moltiplicano per via asessuata, ovvero in assenza di una unione di gameti, e originano i merozoiti. Essi sono poi rilasciati nel circolo sanguigno a seguito della morte delle cellule epatiche.
Questa fase dura dai 5 ai 15 giorni a seconda della specie di Plasmodium e termina con la generazione di parassiti in grado di infettare i globuli rossi (o eritrociti).
I merozoiti continuano a moltiplicarsi per via asessuata nei globuli rossi fino a provocarne la morte. A questo punto il Plasmodium viene rilasciato nuovamente nel torrente circolatorio e infetta altri eritrociti.
Questo evento determina la produzione e il rilascio di numerose molecole infiammatorie e l’insorgenza del picco febbrile.
Questo ciclo ha una precisa regolarità e dura 48 ore per P. falciparum, P. vivax e P. ovale e 72 ore per P. malariae. Da qui deriva appunto la ciclica ricorrenza dei sintomi e dei picchi febbrili tipici della malaria.
Sintomi e terapie
Come detto, la manifestazione clinica caratteristica dell’infezione da tutte le specie di Plasmodium è la febbre, che compare in maniera ricorrente, associata a brividi intensi e seguita da abbondante sudorazione e senso di estrema debolezza.
Dato il coinvolgimento del fegato come organo bersaglio del parassita, il soggetto infettato può presentare anche ittero ed epatomegalia. Questi sintomi sono spesso accompagnati da splenomegalia, condizione clinica che identifica l’ingrossamento della milza.
A differenza dell’infezione da altre specie di Plasmodium, l’infezione da P. falciparum può portare a forme di malaria molto gravi e addirittura alla morte. La quantità di parassita nel sangue può raggiungere livelli molto elevati e causare forte anemia, convulsioni ricorrenti e coma.
Una diagnosi precoce dell’infezione aiuta sicuramente la gestione della malattia dal punto di vista terapeutico. Ad oggi, molti farmaci sono stati sviluppati per il trattamento della malaria.
La scelta della terapia viene definita sulla base di diversi parametri, tra cui la gravità della malattia e la specie di Plasmodium responsabile dell’infezione. In linea generale, la terapia di prima linea è rappresentata dalla combinazione di derivati dell’artemisinina e clorochina.
Come accade per molte malattie infettive, la migliore arma di difesa consiste nel prevenire la puntura d’insetto.
La misura profilattica più semplice deriva certamente dall’utilizzo di insetticidi e repellenti per zanzare. Un’altra strategia molto efficace nel prevenire l’infezione è rappresentata dalla chemioprofilassi.
Essa consiste nella somministrazione di bassi dosaggi di farmaci antimalarici prima, durante e dopo l’eventuale esposizione al parassita, in modo da ottenere livelli costanti di farmaco e impedire l’infezione.
Conclusioni
Dopo oltre trent’anni di ricerca biotecnologica, è stato sviluppato un vaccino che ha dimostrato una parziale efficacia nella protezione dall’infezione da P. falciparum nei bambini.
Nonostante questi timidi risultati, l’utilizzo del vaccino potrà comunque essere testato in futuro in combinazione a terapie esistenti in modo da abbattere ulteriormente la diffusione di questo insidioso parassita.
Fonti
Informazioni Malaria – Epicentro ISS [ita]
Sintomi e terapie – Manuale MSD [ita]
Mi sono laureato in Biotecnologie Mediche, Molecolari e Cellulari all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e sto svolgendo il PhD in Medicina Molecolare con indirizzo Immunologia e Oncologia nello stesso istituto. Ho deciso di entrare a fare parte del team di Missione Scienza per raccontare e condividere con i lettori la mia passione per la scienza, sempre divertendomi!