I nostri cugini parantropi
I parantropi furono ominini africani che vissero in un periodo compreso tra 2,7 e un milione di anni fa. Non furono gli antenati delle specie di Homo, quanto, piuttosto, dei cugini che si estinsero e non lasciarono discendenza.
Si tratta di ominini appartenenti al genere Paranthropus, di cui attualmente conosciamo tre specie: P. boisei, P. robustus e P. aethiopicus. Queste condividono alcune caratteristiche fisiche, come un corpo piccolo e un cranio robusto, con grandi mascelle e denti premolari e molari molto (troppo?) sviluppati.
La scoperta dei parantropi
A scoprire per la prima volta un parantropo fu lo studente Gert Terblanche presso il sito fossilifero di Kromdraai, nell’11.938 EU (1938 d.C.). I reperti furono analizzati da Robert Broom (paleontologo del Transvaal Museum), secondo cui appartenevano a una nuova specie di ominini: Paranthropus robustus.
La seconda importante scoperta avvenne nella gola di Olduvai, in Tanzania, ma solo alcuni anni dopo l’esemplare scoperto venne ascritto alla specie P. boisei. Infatti, inizialmente si pensava che il fossile appartenesse alla linea evolutiva che avrebbe portato al genere Homo.
Come si sono evoluti?
Per molti studiosi, i parantropi deriverebbero da una biforcazione della linea evolutiva degli australopiteci, che da una parte avrebbe portato, per l’appunto, ai parantropi, e dall’altra agli ominini del genere Homo.
Sudafrica, la culla dell’umanità
Due milioni di anni fa, in Africa, esistevano due gruppi di ominini. Uno è quello degli “ominini arcaici megadonti”, con grandi denti e un piccolo cervello, a cui appartenevano i parantropi. L’altro è quello degli “Homo premoderni”, che possedevano un cervello sviluppato e denti più piccoli. I due gruppi convissero nella stessa zona e, per un certo periodo, nella stessa epoca.
I parantropi vissero contemporaneamente agli australopiteci e all’Homo erectus.
Questo è dimostrato da uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Science, che analizza alcuni reperti ritrovati nel sito di Drimolen in Sudafrica. La contemporaneità tra questi primati, ovvero australopiteci, parantropi, e Homo erectus, ma anche la loro vicinanza geografica, evidenziano un quadro complesso e un’elevata biodiversità di ominini in una zona limitata.
Non possiamo sapere ad oggi, però, se ci fossero relazioni tra questi gruppi di ominini e, soprattutto, la loro natura. I dati ci dicono però che, probabilmente, 2 milioni di anni fa i parantropi erano molto più comuni di Homo erectus.
Due diversi esperimenti evolutivi
A conferma di quanto appena detto, sappiamo infatti che Homo erectus e una specie di parantropi, Paranthropus robustus, comparvero nello stesso periodo, ma furono il risultato di due diversi “esperimenti evolutivi”.
A differenza di Homo erectus, i parantropi avevano evoluto apparati boccali robusti, in grado di triturare le fibre più dure di alcuni alimenti vegetali. Si pensa quindi che la loro dieta fosse vegetariana, e che consumassero frutti, foglie e radici.
O forse no?
In realtà, un recentissimo studio, pubblicato a febbraio di quest’anno, evidenzia la presenza di strumenti litici atti a processare la carne in un sito keniano. Nella ricerca si dimostra che in questa zona, già prima di 2,6 milioni di anni fa, alcuni ominini usassero strumenti litici per lavorare una grande varietà di alimenti, tra cui la carne di ippopotamo.
Di quali ominini stiamo parlando?
Probabilmente dei parantropi. In corrispondenza della carcassa di ippopotamo è stato trovato infatti un loro dente. Secondo alcuni studiosi sarebbe possibile. I primi strumenti litici risalgono, infatti, a prima della comparsa di Homo habilis.
Non è così strano che altri ominini come i parantropi potessero usare quel tipo di strumenti. In realtà, altri ricercatori sostengono il contrario. Come potrebbe un parantropo mangiare la carne stopposa di un ippopotamo, considerando la sua dentatura? Probabilmente, un parantropo non avrebbe neanche avuto la necessità di utilizzare strumenti litici. Tantomeno di mangiare carne, azione che “cozza” con la morfologia dei denti.
Insomma, la scoperta è recente, e dobbiamo aspettare ancora un po’ per avere le idee più chiare! In generale, però, possiamo dire che la loro dieta era molto diversificata, e si adattava alle diverse risorse alimentari disponibili nelle regioni in cui vivevano.
Una cosa è certa
Tra 1,5 e 1 milione di anni fa, i parantropi, ovvero gli ominini “megadonti” scomparvero dal record fossile e rimasero soltanto gli “Homo premoderni”. L’estinzione dei parantropi, come quella di molte altre specie di ominidi, è ancora oggetto di dibattito tra gli scienziati.
Per molto tempo si è pensato che la causa dell’estinzione fosse correlata alla loro incapacità di adattarsi ai cambiamenti climatici avvenuti in quel periodo. Sarebbero stati troppo specializzati, principalmente per quanto concerne l’alimentazione, per adattarsi alle nuove condizioni ambientali. Invece, i primi esponenti del genere Homo sarebbero riusciti a sopravvivere e adattarsi grazie alla loro dieta generalista.
È davvero così?
Uno studio ci dice che, in realtà, i parantropi non erano poi così specializzati. Forse le cause che hanno portato all’estinzione di Paranthropus sono da associare ad altri fattori, quali l’impiego e il grado di utilizzo degli strumenti, la competizione, la struttura sociale e le capacità di apprendimento, ma anche la loro abilità nell’evitare i predatori.
Una prova di microevoluzione
La teoria del “mancato adattamento” alle condizioni ambientali sarebbe poi stata definitivamente smontata da una prova di microevoluzione e adattamento all’ambiente da parte dei parantropi.
Se andassimo a confrontare il reperto più antico appartenente a Paranthropus robustus e i fossili di circa 200 mila anni dopo, noteremmo un’importante differenza. Il cranio più antico è molto più piccolo degli altri reperti. Questo andrebbe a provare che un clima più secco (o xerico) portò all’evoluzione di un cranio e un apparato alimentare più efficiente e potente.
Questi cambiamenti non furono così evidenti, ma si verificarono in un breve lasso di tempo, circa 200 mila anni.
Conclusioni
I parantropi furono ominini sicuramente diversi dall’Homo erectus con cui convissero. I due gruppi rappresentano infatti due diverse vie di biforcazione della linea degli australopiteci.
Non possiamo, però, dire ancora con esattezza perché si estinsero.
Probabilmente non perché la loro dieta era troppo specializzata, o forse solo in parte. Sono necessarie altre scoperte per avere le idee più chiare, ma siamo sulla giusta strada.
Mi chiamo Erika, sono laureata in Scienze dei Sistemi Naturali all’Università di Torino e mi diverto a scrivere.
Mi piace creare nuovi contenuti originali: grafiche, video, articoli al fine di spiegare la scienza in modo semplice ai “non addetti ai lavori”.
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