I cani sono delle bussole (quando fanno la cacca)

I cani sono delle bussole?

Facciamo un passo indietro.

Ci sono programmi di ricerca che, obiettivamente. si comprendono a fatica, non solo per la complessità degli studi in sé, ma proprio per la scelta degli argomenti trattati.

Questo è il caso, per esempio, di un paper pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Zoology” che, nel 2013, ha fatto maggiore chiarezza sulla “MAGNETORECEZIONE ANIMALE”, analizzando la defecazione di cani in ambiente naturale.

In poche parole, gli autori hanno raccolto una gran mole di dati, osservando cani che espletavano le loro funzioni corporali private… eh sì, hanno spiato ‘ste povere bestie ignare, mentre facevano cacca e pipì. La cosa clamorosa è che hanno raccolto evidenze piuttosto consistenti che, nel defecare, i cani si allineino con il campo magnetico terrestre!

Ovviamente la pubblicazione non è passata inosservata e i ricercatori sono stati premiati con il meritatissimo premio IgNobel nel 2014 (se non sai cos’è il premio IgNobel stai tranzollo, lo spieghiamo a fine articolo!).

Immagine presa direttamente dal paper vincitore dell’Ignobel Prize per la biologia 2014. Cane orientato su asse nord-sud mentre sta defecando © Frontier in Zoology – 2013

Lo studio (che non ti aspetti) sulla Magnetorecezione

La curiosità che ha animato lo studio nasce dal fatto che è abbastanza evidente come i cani scelgano con cura il posto più adatto dove abbandonare le proprie scagazzate. Annusano l’ambiente circostante,  soprattutto il terreno e a volte si avvitano un po’ su loro stessi prima di sentirsi finalmente a loro agio.

Sappiamo poi che la Terra ha un campo magnetico generato dalla rotazione del nucleo metallico del pianeta e che si estende da un polo all’altro. Una bussola, infatti, non è altro che un magnete che si allinea col il campo geomagnetico e indica da quale parte sia il Nord.

Anche se noi esemplari di Homo sapiens sapiens non siamo in grado di sfruttarlo senza una bussola, il campo magnetico terrestre, in realtà, viene percepito ed utilizzato come strumento per l’orientamento da numerosissime specie animali, ma anche microbiche!

Questa abilità prende il nome di magnetorecezione e consente agli organismi che ne sono dotati di orientarsi, di esplorare nuove aree potendo poi tornare al punto di partenza, di effettuare i processi migratori o di sviluppare “mappe mentali” del proprio habitat. Una figata pazzesca e nemmeno poi così rara in natura.

Ne sono infatti provvisti alcuni batteri, artropodi, molluschi e tantissime specie di vertebrati. Prima abbiamo detto che l’uomo non è tra questi fortunati, ma in realtà non è del tutto vero. Sembra, infatti, che una proteina dell’ occhio (appartenente alla categoria dei CRIPTOCROMI) sia sensibile al magnetismo terrestre. Ma noi non ce ne accorgiamo quindi… possiamo definirci magnetorecettivi? Io queshto non CreTo (cit.).

Immagine di un classico animale MAGNETO-recettore (il piccione) © https://www.discovermagazine.com/

Cani che si ‘orientano’ prima di fare la cacca

Fatte le dovute premesse, vediamo ora come è stato condotto lo studio sui cani.

I ricercatori hanno analizzato, in circa due anni, 70 cani di 37 razze differenti, osservandoli 1893 volte mentre facevano la cacca e 5582 volte durante la minzione (è così che scientificamente si dice fare la “pipì”), il tutto ovviamente registrato in ambienti selvatici senza presenza di uomini o di apprecchiature o strutture che potessero fare da ‘disturbo’.

La presenza dell’uomo, infatti, ma soprattutto dei dispositivi elettronici, come ad esempio gli smartphones, avrebbe reso totalmente falsate le osservazioni. Quindi, volendo, possiamo anche provare a scaricare una app-bussola e a verificare l’orientamento caghereccio del nostro bel cane domestico, ma è importante sapere che difficilmente potremo apprezzare il super-potere canino, se ci troviamo nel centro di Roma o di Milano.

Non sorprendiamoci, insomma, se dovessimo rilevare che la fa ogni giorno in direzioni totalmente random e imprevedibili.

Oltre a tenere lontane le perturbazioni date dalla presenza umana, sono state considerate anche le variazioni puntiformi nel campo geomagnetico (di intensità e declinazione relativa) riferite ai periodi di campionamento e raccolta dei dati.

Le “preferenze per le deiezioni dei cani” sono state quindi analizzate statisticamente, in relazione a condizioni differenti del campo magnetico. Na robba seria ragazzi. Non parliamo di Rocket science, ma ci andiamo vicini!

I risultati della pubblicazione

Vi interessano?

Probabilmente no, ma ormai ci siamo quindi tanto vale citarli, anche perché sono, per certi versi, interessanti: “I cani preferiscono defecare con il corpo allineato secondo l’asse nord/sud e comunque evitando sempre l’orientamento est/ovest.”

Difficile dire il motivo alla base di questa scelta preferenziale, così come capire se la scelta sia controllata ad un livello totalmente inconscio.

Le conclusioni che di sicuro sono state raggiunte con questo lavoro demmerda (ma in senso letterale, non in accezione dispregiativa):

  • la magnetorecezione è stata provata per la prima volta nei cani;
  • è stata, inoltre, dimostrata la sensibilità di questi animali alle variazioni del campo magnetico e la diretta influenza delle fluttuazioni sul comportamento dei cani;
  • risulta, inoltre, dalle analisi statistiche, che i cani risentano maggiormente delle variazioni legate alla polarità, piuttosto che all’intensità del campo magnetico terrestre.
Giovane scienziata si congratula con una cavia per la sua sensibilità al campo magnetico terrestre.

Cani allineati

La coordinatrice dello studio, Hynek Burda, biologa nel settore delle neuro scienze dell’Università di Praga, è partita dall’evidenza che gli animali hanno la tendenza ad allineare i loro corpi da nord a sud quando si rilassano. Questa tendenza era stata precedentemente rilevata sia in animali selvatici (cervi ad esempio) che domesticati (bovini e animali da pascolo).

La biologa ha poi pensato che, in effetti, uno studio sui cani potesse essere di facile realizzazione perché sono ampiamente diffusi in tutti i continenti e si possono raccogliere tantissime informazioni in condizioni estremamente diverse.

I nostri amici loppidi sono poi in grado di orientarsi veramente bene tra la vegetazione e al buio ed i loro ancestrali erano abituati a percorrere distanze notevoli a dimostrazioni di una capacità di “navigazione” molto sviluppata.

Uno studio, insomma, tutt’altro che banale, molto ben progettato, realizzato con cura e chiaro, come spesso sono i lavori che vincono i premi IgNobel… ma infatti, che è sto premio?

Cos’è il premio IgNobel

Gli Ignobel Prize sono delle onereficienze molto meno sceme di quanto si pensi. Ovvio che il nome stesso sia un gioco di parole, ottenuto fondendo “Nobel” con “Ignobile”, ma, in realtà, servono a valorizzare una categoria di studi abbastanza importante. Premiano infatti tutte quelle ricerche, svolte con rigore e scientifico e che riportano dati riproducibili, che inizialmente fanno ridere, ma che poi in qualche modo fanno anche riflettere.

Sono ricerche che possono sembrare strambe e prive di senso, ma che, invece, nascondono un grado di tecnicismo molto elevato. Fanno luce su aspetti curiosi, danno risposte a domande che prima o poi capita di porsi. Hanno, quindi, anche un ‘appeal’ verso la comunità non-scientifica e ciò permette di ridurre le distanze tra ‘mondo accademico’ e persone non-addette ai lavori: individui che nella vita non si occupano di scienza in modo diretto, ma che sono curiosi o appassionati di quel “tema x”, possono trovare curiosa quella pubblicazione scientifica e quindi decidere di leggerla.

Un vincitore dell’IgNobel ha, per esempio, dimostrato che la presenza di esseri umani può aumentare l’eccitazione sessuale negli struzzi. Capite da soli che questi sono articoli che vorrebbe leggere letteralmente chiunque!

Un anno speciale

Il 2014 è stato un anno effettivamente interessante dal punto di vista degli IgNobel Prize. Lo testimonia il fatto che tra gli studi scientifici premiati, oltre a questo che riguarda le preferenze dei cani nel cagare,  abbiamo visto premiare:

-per neuro-scienze (con merito, ci sentiamo di aggiungere) il team canadese che ha indagato “cosa accade nel cervello delle persone che vedono il volto di Gesù sul pane tostato”. Uno studio improntato quindi sulla ‘pareidolia’ ovvero la tendenza a vedere strutture ordinate e forme definite (ad esempio dei volti) in immagini disordinate.

Hai visto il volto di Jesoo in questa patatina fritta? Complimenti! Hai appena avuto un’esperienza di PAREIDOLIA! © Willie J. Allen Jr./Tampa Bay Times

-per la fisica, è stata, invece, ritenuta degna del premio la messa appunto della formula “dell’attrito tra una buccia di banana e la scarpa”, uno studio giapponese.

Pensa questi che fulminati. Ma soprattutto, pensa a quando facevano i meeting per aggiornarsi sullo stato di avanzamento del progetto… boh. Una scena tipo: “Non ci ho dormito tutta la notte, ma forse ho capito come il coefficiente d’attrito del terreno influenza indirettamente l’interazione buccia-ciabatta” -“Ma è fantastico!” – “Sì, lo so vediamoci”.

I cani puntano a nord quando fanno al cacca… e quindi?

La domanda che viene veramente dal cuore è: ma adesso che lo sappiamo, cosa ne facciamo di questa informazione? Molto probabilmente nulla. A meno che non vi perdiate in un luogo desolato e senza bussola e vediate un cane fare la cacca in lontananza questa nozione non vi salverà mai la vita.

Il fatto è che, indagare la biologia e le capacità degli animali e identificare le aree del cervello coinvolte in particolari meccanismi fisiologici può avere implicazioni di natura diversa:  dagli sudi sull’etologia delle specie (la scienza che indaga i comportamenti animali), a quelli di ecologia e di salvaguardia della biodiversità. In realtà, paper di questi tipi possono essere anche il punto di partenza per la scoperta di interessantissime funzioni cellulari (o di tessuti), di espressioni geniche e di mutazioni interessanti anche per la medicina e lo studio delle patologie dell’uomo.

Può sembrare strano, ma anche uno studio sui cani che fanno la cacca, se fatto bene, può avere una sua enorme dignità e valenza scientifica.

Nota a margine dell’autore:

Amo gli animali, sono vegetariano e adoro tutte le bestie del mondo, pure quelle che la natura ha deciso di rendere particolarmente brutte e/o stronze.

Amo gli animali ma abito pure in centro storico.

Indi per cui, se vedi che il tuo cane percepisce particolarmente bene il campo magnetico proprio davanti casa mia, tutti i maledettissimi giorni, io ti prego: raccogli quella montagna fumante e maleodorante prima che la pesto per la 27esima volta e do di matto.

Grazie (sei stato attenzionato).

Fonti:

Dogs are sensitive to small variations of the Earth’s magnetic field 

The Effect of Extensive Human Presence at an Early Age on Stress Responses and Reactivity of Juvenile Ostriches towards Humans

IgNobel prize honors scoop on the way dogs poop

Emanuele Falorio

Laureato in biotecnologie, lavoro da anni nel settore dell'industria alimentare. NERD da molto prima che facesse fico;  appassionato di divulgazione scientifica da quando mi ci sono ritrovato dentro per puro caso. Scrivo per Missione Scienza ad orari improbabili quindi mi scuso per tutti refushi e gli erorri di battitura, è già un miracolo che non mi sia mai addormentato sulla tastieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

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