Gympie-Gympie in tutta la sua tossicità.

Ebbene eccoci qui con un nuovo articolo che riguarda la tossicità che alberga nel mondo. BONI, STATE BONI (semicit.) non voglio parlarvi dei vostri ex, ma di una pianta molto molto rara che cresce nella regione tropicale del Queensland, in Australia.

Dopo avervi parlato dell’antrace; dell’ oleandro; della Datura Stramonium; della tossina botulinica e della tossina del pesce palla oggi voglio parlarvi di una bella pianta con cui è meglio non fare infusi.

Gympie-gympie

La pianta Gympie-Gympie (Dendrocnide moroides) è nativa delle regioni tropicali dell’Australia, ed è nota per essere una delle piante più pericolose al mondo a causa della sua proteina tossica.

Le foglie della Gympie-Gympie sono cuoriformi o lanceolate, di colore verde scuro e foglie possono crescere fino a una dimensione di 10-15 centimetri di lunghezza. La pianta Può raggiungere altezze di 4-5 metri.

La Gympie-Gympie è nativa delle regioni tropicali del Queensland in Australia, dove si trova principalmente nelle foreste pluviali tropicali e subtropicali. Cresce spesso lungo i bordi delle foreste, in aree di foresta secondaria, vicino ai corsi d’acqua e lungo i sentieri.

Gympie Gympie
Gympie Gympie in tutta la sua tossicità. © Fonte: wikipedia

La gympie-toxin

La tossina presente in questa pianta è nota per causare gravi irritazioni cutanee quando entra in contatto con la pelle umana. Gli effetti più comuni includono:

  • Prurito: alcune persone lo descrivono come il prurito peggiore che abbiano mai avuto;
  • Bruciore: La pelle può iniziare a bruciare intensamente dopo il contatto con la tossina, aggiungendo ulteriore disagio al prurito;
  • Gonfiore: La zona interessata può gonfiarsi notevolmente, rendendo difficile il movimento della parte del corpo coinvolta;
  • Pelle arrossata e sensibile al tatto;
  • Reazioni allergiche: se avete la sfortuna di essere allergici ad una delle piante velenose più rare al mondo, mi dispiace per voi ma vi dovrete accollare anche un po’ di problemi alle vie aeree.

Gli studi disponibili su questa tossina sono davvero pochi, si sa però che si tratta di una miniproteina contenuta in due specie di Dendrocnide. Si stratta di un octapeptide identificato per la prima volta nel 1957 e successivamente confermato nel 2000. La tossina è stoccata nei peli della foglia della pianta. La punta dei peli, rompendosi, provoca l’avvelenamento tramite la fuoriuscita della sostanza.

Dettaglio con i frutti © Fonte: Wikipedia

Conclusione

I sintomi possono variare da persona a persona e il dolore, il bruciore, il prurito e il fastidio possono persistere per giorni o addirittura settimane. Per alleviare i sintomi è importante intervenire tempestivamente, soprattutto rimuovendo i peli residui rimasti sulla pelle.

Fonti

Sito del governo del Queensland [eng]

Australian Geographic [eng]

Hans-Jürgen Ensikat;Hannah Wessely;Marianne Engeser;Maximilian Weigend; (2021). Distribution, Ecology, Chemistry and Toxicology of Plant Stinging Hairs . Toxins, (), –. doi:10.3390/toxins13020141

Gilding EK, Jami S, Deuis JR, et al. Neurotoxic peptides from the venom of the giant Australian stinging tree. Sci Adv. 2020;6(38):eabb8828. Published 2020 Sep 16. doi:10.1126/sciadv.abb8828

Maor D, Little M. Skin contact with a stinging tree requiring intensive care unit admission. Contact Dermatitis. 2017 Nov;77(5):335-337. doi: 10.1111/cod.12830. PMID: 29063683.

Hurley, Marina. “Selective stingers.” Ecos 105 (2000): 20-23.

Kersten, Roland D., et al. “Gene-guided discovery and ribosomal biosynthesis of moroidin peptides.” Journal of the American Chemical Society 144.17 (2022): 7686-7692.

PlanetNET [eng]

Melissa Collacciani

Mi chiamo Melissa e sono una studentessa di chimica approdata su Missione Scienza con il preciso scopo di trasmettere al pubblico tutto ciò che mi affascina della scienza e l'amore per gli scoiattoli. Uh, se mi piacciono gli scoiattoli. Li adoro!

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