Gli astronauti col pollice verde

Fiori a bordo della Stazione Spaziale Internazionale

 

Quello che vedete in foto è un fiore di Zinnia hybrida che fluttua a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Diversi astronauti, tra una passeggiata spaziale e un selfie con alle spalle il nostro Pianeta, trascorrono parte del loro tempo a coltivare piante.
Ma non pensiate che quello del giardinaggio tra le stelle sia solo un hobby stravagante: a bordo della ISS vengono condotti accurati studi sulla crescita delle piante in condizioni di microgravità.

Ma perché? I motivi sono diversi, vediamone alcuni.

 

Piante e viaggi spaziali a lungo termine

In primis, l’importanza della conoscenza: sulla stazione spaziale ci sono condizioni difficilmente replicabili sulla Terra. Studiare come un organismo reagisce e si modifica in risposta a certi tipi di stimoli, ci aiuta a capire come funziona lo stesso in condizioni standard.

Si fa sempre più concreta l’ipotesi di viaggi spaziali a lungo termine, ad esempio verso Marte. Date le distanze piuttosto lunghe (si parla di mesi di viaggio) che ci separano dal Pianeta Rosso, l’eventualità di rifornimenti durante il tragitto è da scartare. Si rende necessaria quindi la possibilità di autoprodurre il cibo necessario ai coraggiosi pionieri interplanetari.

Sandra Häuplik-Meusburger, architetto spaziale del politecnico di Vienna; Alexandra Whitmire, del settore Behavioral Health della NASA; gli ex-astronauti Scott Kelly e Clayton Anderson sono solo alcuni degli scienziati che sostengono l’importanza non esclusivamente scientifica del coltivare nello spazio.

Per quanto ai nostri occhi possano sembrare supereroi, gli astronauti sono pur sempre uomini che nonostante i duri allenamenti possono soffrire lo stress psicologico di essere chiusi in un ambiente totalmente asettico ed esclusivamente tecnico. Occuparsi del verde, vedere qualcosa di vivo e colorato, sentire il profumo di un fiore è di sicuro “una sorta di fuga privata” come la definisce la Meusburger, che ha raccolto diverse interviste agli astronauti nel suo libro “Architecture for astronauts”.

Questi sono solo alcuni dei “perché” è opportuno coltivare a bordo di moduli spaziali. Ma il “come”?

 

L’importanza fondamentale dei sistemi di supporto vitale

Attualmente i progetti sono diversi ma con un unico denominatore comune: costruire sistemi di supporto vitale a circuito chiuso. In parole povere: serre.
Il progetto MELISSA, la missione Amadee-18 in Oman, il Mobile Test Facility (MtF) in Antartide sono solo alcuni esempi di progetti sviluppati sulla Terra in condizioni estreme e atti a sviluppare moduli per coltivare, produrre acqua e ossigeno durante i viaggi spaziali.

Sì, ok, tutto bello ma… sti astronauti nel frattempo se sono magnati qualcosa?

Certo che sì, grazie al “Project Veggie” questi agricoltori del cosmo hanno potuto assaggiare lattuga romana, cavolo e sono riusciti a fare il primo raccolto di cereali. Sulla fonte di wikipedia inglese troverete un elenco esauriente di tutto ciò che si è riusciti a coltivare (o almeno a far germogliare) nello spazio.

È da gli anni ’70, ad opera dei russi, che si sperimenta la crescita di semi e piante in condizioni di microgravità. Ma la ricerca è ancora agli inizi, i problemi da affrontare sono ancora molti (tra cui la muffa presente in qualche serra a bordo della ISS) e difficili. Sicuramente però è un campo che riserverà molte sorprese e necessita ovviamente di team multidisciplinari: agronomi, ingegneri, architetti, giardinieri… spaziali! 😃

 

P.S. Vedere fiori a bordo della Stazione Spaziale Internazionale è qualcosa di assolutamente affascinante, non vi pare?
Forse sarà una visione un po’ troppo romantica ma il giorno in cui il primo uomo poggerà piede sul suolo marziano sarebbe bello se, al posto di una bandiera, piantasse (***) un fiore: come simbolo per ricordarsi da dove viene e non dimenticarsi di essere delicato interagendo con un nuovo mondo.

(***) Ovviamente sarebbe impossibile (oltre che scorretto) piantare un fiore terrestre sul suolo marziano. Missione Scienza è totalmente contraria a favorire la colonizzazione di specie aliene in habitat ove queste non siano già presenti.

 

FONTI:

https://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/10-074.html

https://en.wikipedia.org/wiki/Plants_in_space

http://www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy/ESA_Euronews_Coltivare_cibo_nello_spazio._Realta_o_fantascienza

http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2014/01/23/foto/serre_spaziali-1979068/1/#media

http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/04/15/i-primi-raccolti-di-cereali-nello-spazio_9fa299ad-c19d-418a-9048-7c0ea5e86a2e.html

https://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/experiments/383.html

https://motherboard.vice.com/it/article/mg3dw3/storia-del-giardinaggio-spaziale

Giulio D'Onofrio

Fin da bambino le mie più grandi passioni sono la natura e i libri: ho fuso le due cose nella divulgazione scientifica e dal 2018 faccio parte del Team di MissioneScienza. Sono un Perito Agrario iscritto al CdL in Scienze Agrarie all'Università degli Studi di Udine e mi piacerebbe specializzarmi in Agricoltura di Precisione. Mentre completo gli studi, lavoro come Insegnante Tecnico-Pratico in una scuola superiore in provincia di Pordenone. Insomma, la divulgazione è parte integrante della mia vita!

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