Prima e dopo: l’evoluzione di frutta e verdura
Forse non sai che, molto tempo fa, frutta e verdura avevano un aspetto e in alcuni casi un sapore molto diverso da quelli a cui siamo abituati oggi. A volte la differenza è così netta che, se aveste davanti ai vostri occhi le due versioni, pensereste siano di due specie completamente diverse.
Ma come sono stati possibili questi cambiamenti?
Da secoli l’uomo, attraverso la selezione artificiale, è riuscito a selezionare all’interno di una stessa specie vegetale la pianta con le caratteristiche che la rendevano la versione migliore, ovvero quella che produce frutti più appetibili e possibilmente in gran quantità. Questo processo viene comunemente chiamato domesticazione. Noterai sicuramente un’analogia con quanto avviene per certe specie animali, in particolar modo con i cani e le loro innumerevoli razze, frutto della selezione di determinati caratteri da parte dell’uomo.
I cibi geneticamente modificati (OGM) suscitano oggi forti reazioni da parte dell’opinione pubblica, eppure non è un mistero che l’uomo interviene da millenni sulla genetica del cibo!
Gli esempi che potrei proporti sono davvero tanti, qui di seguito ti mostro i più curiosi!
Anguria
L’anguria è una pianta della famiglia Cucurbitaceae, originariamente proveniente dall’Africa tropicale. Il famoso esploratore David Livingstone riportò che la pianta cresceva abbondantemente nel deserto del Kalahari, dove pare abbia avuto origine.
Ma come era in origine?
Una nota testimonianza di un’anguria selvatica risale al 117° secolo EU (XVII secolo d.C.), grazie al dipinto “Ghirlanda di fiori e farfalle” del pittore romano Giovanni Stanchi Dei Fiori ed esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze. L’anguria nel dipinto contiene sei sezioni di forma triangolare, all’interno delle quali è disposta in spirali la polpa rosea. I semi sembrano essere più grandi.
Chissà se anche il sapore fosse differente!
Banana
La banana è una pianta erbacea che ha iniziato a essere coltivata circa 6800 anni fa, nella terra che oggi corrisponde alla Papua Nuova Guinea.
Rispetto al frutto odierno, quello originario aveva molti semi e una buccia ben ancorata alla polpa. Di certo sbucciarle non doveva essere agevole!
Un giorno, una mutazione genetica casuale fece nascere un banano con frutti sterili, ovvero senza semi. Gli abitanti del posto dovevano aver apprezzato molto le proprietà del nuovo frutto, così iniziarono a propagare la pianta per talea dei polloni radicali.
Questa mutazione viene oggi indotta artificialmente per produrre molta della frutta senza semi che vediamo al supermercato.
Carota
Le carote sono state domesticate circa 8000 anni fa nell’attuale regione dell’Afghanistan. In Europa arrivano intorno all’11.100 EU (1100 d.C.) grazie agli arabi che le impiantarono in Spagna.
Ti faccio subito notare che non erano arancioni, ma viola o gialle.
La variante arancione compare come mutazione genetica nel corso dell’11.600 EU (1600 d.C.), in Olanda, e questa varietà domina presto tutto il mercato occidentale.
Lo studio della variazione del colore della carota in Europa è stato facilitato dai dipinti dei pittori fiamminghi, che avevano cominciato a ritrarre sempre più spesso scene ambientate nei mercati.
Uno dei problemi più grandi del tracciare una storia della carota delle origini è la confusione che esisteva in passato tra questa specie e una diversa, ma somigliante: la Pastinaca sativa, chiamata a volte carota bianca o semplicemente carota dagli antichi romani.
Mais
Il mais deriva da una pianta selvatica messicana chiamata teosinte, ancor oggi diffusa nella Sierra Madre messicana.
Col mais odierno ha ben poco a che fare, a partire dalle dimensioni notevolmente ridotte, fino all’esiguo numero di chicchi.
I biologi dell’Università della California di San Francisco hanno identificato un gene che sembrerebbe essere stato fondamentale nel consentire ai nativi americani, 7000 anni fa, di trasformare il teosinte in quella che oggi è la terza coltivazione più diffusa al mondo, il mais. Questo gene regolerebbe lo sviluppo delle ramificazioni secondarie nelle piante e potrebbe aver permesso al cespuglioso teosinte di essere trasformato nel moderno mais a stelo lungo.
Beati gli europei che sono sbarcati nelle Americhe con la pappa già pronta!
Mela
Questo frutto nasce nell’attuale Kazakhistan. E te che pensavi all’Alto Adige!
Nel paese dell’Asia centrale è stato domesticato partendo dalle varietà selvatiche… ma non dall’uomo! I responsabili della loro selezione sarebbero gli orsi, i quali, preferendo i frutti più grandi e dolci, avrebbero favorito la diffusione dei loro semi nell’ambiente.
La germinazione dei semi di mela era inoltre favorita dal passaggio lungo l’apparato digerente dell’animale, che eliminava le mucillagini intorno al seme!
Insomma… anni e anni di cacca per avere oggi delle mele belle grosse!
Melanzana
Le melanzane sono piante di origini indiane e sono state introdotte in Europa dai mercanti arabi nel corso del Medioevo.
Le melanzane selvatiche si distinguono da quelle attuali per le dimensioni ridotte e, soprattutto, per la forte amarezza.
Faceva così “schifo” che era addirittura ritenuta velenosa!
Solo anni di selezione da parte dei coltivatori asiatici hanno portato alla creazione di varietà commestibili. Oggi ne esistono dei colori più disparati, tra cui una cultivar di colore bianco che ha decretato la coniazione del termine inglese eggplant per riferirsi alle melanzane. La parola melanzana ha tra l’altro un’interessante etimologia.
Pesca
Il pesco è un albero originario della Cina, dove è tutt’oggi considerato simbolo d’immortalità.
Antichi noccioli di pesche recentemente scoperti in Cina indicano che le pesche venivano già coltivate almeno 7.000 anni fa. All’epoca erano piccole quanto delle ciliegie, poco polpose e con un sapore terroso e sapido che ricordava quello delle lenticchie crude.
Una prelibatezza, non credi?
Sono stati necessari migliaia di incroci (e migliaia di anni) per farne aumentare le dimensioni e renderle più succose e dolci.
Pensaci la prossima volta che ne mangi una!
Pomodoro
I pomodori sono delle bacche provenienti dalla zona dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale.
Ad oggi si contano numerose cultivar, dal grande pomodoro cuore di bue al piccolo pomodoro ciliegino. I pomodori originari erano ancor più piccoli di questi ultimi e soprattutto di colore giallo. Non a caso si chiama pomo d’oro. A proposito, se vuoi conoscere anche la storia del nome “pomodoro” puoi leggere questo articolo!
Negli ultimi anni i pomodori di colore giallo, seppur abbiano ben poco a che fare con quelli selvatici, sono tornati sugli scaffali dei supermercati. Tuttavia, peccano nel contenuto di una sostanza importante: il licopene. Questa molecola dalle spiccate proprietà antiossidanti, infatti, è presente in quantità rilevanti solo nei pomodori rossi.
Fonti
Gallavotti, A., Zhao, Q., Kyozuka, J., Meeley, R. B., Ritter, M. K., Doebley, J. F., … & Schmidt, R. J. (2004). The role of barren stalk1 in the architecture of maize. Nature, 432(7017), 630-635. doi: 10.1038/nature03148
Spengler, R. N. (2019). Origins of the apple: the role of megafaunal mutualism in the domestication of Malus and rosaceous trees. Frontiers in plant science, 10, 617. doi: 10.3389/fpls.2019.00617
Peeling Back the History of the Banana – SAPIENS [eng]
Carota: storia, proprietà benefiche, ricetta e orto – Campagna Amica [ita]
2.5-Million-Year-Old Fossilized Peaches Found in China – Sci.News [eng]
Da bambino volevo fare il paleontologo. Da adolescente il fisioterapista. Oggi mi ritrovo con una laurea magistrale in Scienze Chimiche, ma non chiedetemi come abbia maturato questa scelta. Fatto sta che ora lavoro come analista chimico. E anche se non sono diventato un paleontologo, la curiosità del bambino per indagare sulle origini di tutte le cose non mi ha mai abbandonato. Nel tempo libero pratico arti marziali (e vado dal fisioterapista).