Essere un pinguino
Nei grandi classici Disney, i pinguini sono sempre stati associati al vestito ingessato ed elegante, il frac, per le loro movenze goffe e rigide, che li portano a fare un passetto e poi un altro, saltellando.
Non si può non sorridere quando li vediamo in gruppo che insieme scrutano l’orizzonte, si spulciano, stanno fermi ben dritti, con il loro sguardo apparentemente imbronciato.
Oggi esistono più di 17 specie di pinguini, di cui 13 a rischio di estinzione, e fanno tutte parte dell’ordine degli Sfenisciformi (classe: Uccelli).
Vediamo quali sono le specie, le caratteristiche e le peculiarità di questo goffo e simpatico uccello.
Il nome “Pinguino”
Il nome “pinguino” ha origine incerta, ma nell’ipotesi più realistica deriva dal bretone penngwen, da pen “testa” e gwyn “bianca”. Il termine bretone identifica una specie di uccello, Pinguinus impennis, che popolava l’Oceano Atlantico settentrionale, fino al 1844, anno in cui la specie si è definitivamente estinta per via della caccia incontrollata da parte dell’uomo per ottenerne il grasso.
È stata notata una somiglianza con l’aggettivo dallo spagnolo pingüe, o direttamente dal latino pinguis “grasso”, figurativamente inteso come: sordo, lordo, pesante.
L’antenato del pinguino: l’alca impenne [fonte].
Anche se effettivamente sono paffuti e goffi, questi uccelli (prevalentemente artici) hanno caratteristiche che li hanno resi colonizzatori, soprattutto, delle zone glaciali dell’Antartide.
Abili nuotatori
Nessuna specie di pinguino sa volare.
I pinguini possono essere ritenuti quegli uccelli da “mainagioia”, essendo pennuti muniti di piumaggio e ali —utilizzate però come pinne — incapaci di volare, pur essendosi evoluti tali.
I pinguini non sono tattici, né nucleari, ma la colonizzazione di habitat glaciali ha apportato una pressione evolutiva su questi pennuti che ha favorito la loro capacità di nuoto e penalizzato quella del volo.
Infatti, i pinguini passano circa tre quarti della loro vita in acqua! Sono, pertanto, abili nuotatori.
Hanno colonizzato il Polo Sud; luogo ideale grazie alla loro capacità di adattamento alle temperature glaciali sia dentro che fuori dall’acqua. Questo ha comunque richiesto diverse strategie anatomiche e comportamentali.
Grazie ai loro minuscoli filamenti di piume, i pinguini possono intrappolare l’aria sotto le loro piume. Si è scoperto che quando i pinguini imperatore sprimacciano (ovvero, quando scuotono e sbattono energicamente il corpo) queste minuscole piume sott’acqua rilasciano bolle che riducono la densità dell’acqua che li circonda.
Queste bolle agiscono come un lubrificante per ridurre la resistenza, proprio come il costume da bagno di un nuotatore olimpionico. In questo modo, con una semplice spinta possono raddoppiare o triplicare la velocità!
Questo tipo di adattamento può, quindi, aiutare a spingere gli individui sulla terraferma o aiutare a evitare un predatore, ma anche a rimanere più a lungo sott’acqua. Sono capaci, infatti, di rimanere in apnea per circa 30 minuti!
Il sangue è composto principalmente da emoglobina che aiuta a trasportare ossigeno intorno al corpo, mentre la mioglobina che si trova nel loro tessuto muscolare permette all’ossigeno di essere immagazzinato. In questo modo i pinguini riescono a resistere sott’acqua per la durata di tempo necessaria per cacciare.
Possono muoversi nell’acqua in tre differenti modi:
- nuoto in superficie
- volo subacqueo
- nuoto a focena: tecnica ideale per evitare i predatori, ma utilizzata anche per viaggiare su lunghe distanze per trovare il cibo.
I segreti dei pinguini: anatomia
I pinguini hanno sviluppato una forma del corpo idrodinamica che riduce la resistenza quando sono in acqua (adottata anche da pesci e mammiferi marini). Anche se le loro pinne non sono molto utili sulla terraferma, funzionano come eliche quando sono sott’acqua, permettendo loro di muoversi in avanti e di aumentare notevolmente la loro velocità. Mentre nuotano, i loro piedi palmati vengono posizionati ai lati della coda per potersi spostare in acqua.
Tutto il corpo dei pinguini è ricoperto di piume oleose, che creano uno strato impermeabile il quale permette all’acqua di scivolare via dal corpo e far si che non congelino! Proteggono inoltre l’animale dal vento, dal ghiaccio e dall’acqua gelida.
La camminata da “zoppo senza bastone” dei pinguini nasconde un elemento che nessuno avrebbe mai sospettato: le ginocchia!
La struttura dei loro arti inferiori è molto simile alla nostra, muniti di femore, ginocchia, tibia e perone! Il fatto è che sono molto corti e “affossati” in uno spesso strato di grasso che ne blocca le movenze.
Lo strato di grasso è fondamentale per fungere da riserva di cibo e protezione dal freddo polare.
Radiografia delle ginocchia di un pinguino ©Pinterest.
Sono, oltretutto, animali omeotermici (dal greco homoios “simile”; thermos “calore”), ovvero sono in grado di mantenere costante la temperatura corporea (termoregolazione).
Le comunità e l’approvvigionamento
Nelle comunità, i papà pinguino accudiscono le uova fra i piedi palmati, abbandonate da mamma pinguina che va intanto a procurare il cibo. La responsabilità del maschio è grande perché le uova non devono toccare terra, altrimenti si ghiacciano; per questo deve continuare a muoversi per non morire congelato anche lui nel frattempo. Insomma, più che padre sembra ricoprire il ruolo dell’equilibrista!
Quando devono cercare il cibo, la maggior parte delle specie di pinguini nuota in un piccolo o grande gruppo.
Tuttavia, per i lunghi viaggi molti pinguini usano una tecnica conosciuta come “porpoising” o nuoto a focena, molto simile infatti a quella usata dai mammiferi marini. Consiste nella spinta in avanti del pinguino per fuoriuscire dall’acqua, cosicché possano prendere fiato mentre nuotano e possono aumentare la loro velocità.
Specie di pinguini, il rischio di estinzione e le migrazioni
Si ritiene che, molto tempo fa, esistessero più di 40 specie di pinguini sul nostro pianeta.
Le diverse specie di pinguino sono oggi molte meno e in diverse aree del globo. Eccone riportate alcune:
- I pinguini Reali (Aptenodytes patagonicus), i più piccoli di statura, si trovano principalmente nelle regioni antartiche.
- I pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae) sono la specie più diffusa (le popolazioni raggiungono colonie di circa 10.000 pinguini). Si trova in Antartide e lungo la costa del Mar di Ross. Hanno il becco più corto tra tutte le specie. Il maschio può digiunare per oltre sei settimane, mentre si dedica alla cova.
- I pinguini Imperatore (Aptenodytes forsteri) raggiungono il metro di altezza e si riproducono in Antartide, come la specie Adelia.
- I pinguini Papua (Pygoscelis papua) sono i più veloci nuotatori e cacciano oltre i pesci, anche i calamari!
- I pinguini crestati (Eudyptes sclateri) sono endemici della Nuova Zelanda. Sfoggiano la cresta durante i periodi di accoppiamento.
- I pinguini Eudipte ciuffodorato (Eudyptes chrysolophus) sono i più nordici, in quanto nidificano nelle isole intorno all’Antartide e sulle coste dell’Australia, della Tasmania e della Nuova Zelanda.
- I pinguini Africani (Spheniscus demersus), o “pinguini dai piedi neri”, vivono solo in Africa, ovviamente.
- I pinguini Magellano (Spheniscus magellanicus) durante la loro migrazione lasciano le Falkland (Malvine) e nuotano a Nord-Ovest. Quelli che decidono di nuotare al largo lungo la piattaforma patagonica, arrivano più velocemente di quelli che nuotano nelle acque costiere del Sud America. Sono in grado di viaggiare fino a 75 giorni, percorrendo circa 35 km al giorno.
- I pinguini di Humboldt (Spheniscus humboldti) si trovano in regioni temperate, in Perù e Cile.
Oggi queste specie di uccelli continuano a diminuire di numero, rischiando l’estinzione; siamo, infatti, arrivati a meno della metà di quelli che esistevano circa 50 anni fa!
Per contare gli individui delle comunità di pinguini delle diverse specie, specialmente nelle zone artiche, alcune organizzazioni si stanno mobilitando con sistemi di monitoraggio in loco, realizzando vere e proprie mappe open data (dati disponibili per tutti).
I modelli di migrazione di specie di pinguini che vivono nelle isole Falkland, Argentina, (il pinguino di Magellano e il pinguino) sono stati monitorati via satellite dal 1997 al fine di scoprire le rotte migratorie e la velocità di percorrenza del viaggio.
Fino ad ora nessun pinguino ha completato una migrazione senza fermarsi. Gli scienziati hanno concluso che vi sono ampie variazioni nei loro modelli, per cui sembrano andare in posti diversi in diverse stagioni dell’anno.
Conoscere le rotte migratorie e i modelli dei pinguini è importante affinché si rispettino e, quindi, non si ostacolino queste fasi migratorie. La domanda dell’uomo del petrolio offshore è uno dei pericoli maggiori e può mettere ancora più a rischio la sopravvivenza di questi uccelli.
Se si potessero prevedere le rotte migratorie dei pinguini, l’ubicazione delle piattaforme di perforazione e delle esplorazioni potrebbe essere adattata in modo da non danneggiarli. Per ora si sa solo che tutti i pinguini migrano sempre verso ovest.
Questi simpatici NON volatili si sono ambientati e adattati a uno degli ambienti più ostici della Terra con temperature che arrivano fino a -40º o -60º C. Meritano tutto il nostro rispetto!
Curiosità
- Esistono specie che vivono in climi tropicali, come quelle che hanno colonizzato alcune aree della Nuova Zelanda, o il pinguino delle Galapagos (Spheniscus mendiculus), dove l’acqua non supera comunque i 28º C, che si estende lungo l’equatore.
- I pinguini possono andare a velocità fino a 24 chilometri orari nell’acqua. La velocità media del loro nuoto è nell’intervalllo tra 8 e 9,5 chilometri orari e la loro velocità di camminata è tra 2,7 e 3,8 chilometri orari.
Fonti
Come fanno i pinguini a nuotare così bene
Migrazioni delle colonie di pinguini
Curiosa su molti fronti, sono laureata in Analisi e Gestione dell’Ambiente. Dopo il lockdown, ho innalzato i valori di serietà e abbassato quelli del cazzeggio. Il team di Missione Scienza mi ha accolta in modo tale da poter recuperare questa mia “deficienza fisiologica”. Sono lunatica, cambio facilmente argomento quindi, per ora, vi dico che scriverò di ecologia, ma potrei inabissarmi in altro. Divulghiamo la divulgazione scientifica!
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.” (P. Levi)