Dormi abbastanza?
Non so perché, ma dormire poco fa figo.
Alcune personalità di spicco e imprenditori di successo (Donald Trump e Silvio Berlusconi, per citarne alcuni) fanno della loro insonnia una qualità di cui andar fieri. Si narra che Nikola Tesla dormisse appena due ore per notte. Ora, non per fare la polemica, ma se ciò fosse vero sarebbe morto in pochi giorni.
Studi sugli animali, infatti, hanno dimostrato che la mancanza di sonno può portare alla morte. Tuttavia, ci sono davvero persone che muoiono perché non dormono abbastanza?
Difficile dirlo. La privazione di sonno, sebbene sia di un’atrocità immane (è catalogata anche come strumento di tortura), non è causa diretta di morte, ma provoca effetti deleteri sull’organismo che possono causare scompensi così gravi da portare alla morte.
Okay, non voglio spaventarvi! Piuttosto, vorrei focalizzare l’attenzione sull’importanza del sonno e sul perché dormire sia un processo essenziale per il nostro organismo.
Prima, però, un piccolo “fun fact”.
Lo sleep coach
Navigando per il web in cerca di fonti attendibili, sono incappata in un articolo giornalistico in cui Cristiano Ronaldo spiega come lui si sia affidato a uno “sleep coach”, letteralmente un istruttore del sonno, per migliorare le sue prestazioni fisiche.
Vi chiederete: che caspita è uno sleep coach?
Devo essere sincera, quando ci si addentra nella “piaga” del coaching, risulta difficile distinguere chi abbia delle comprovate competenze da chi, invece, blatera cialtronerie.
Nick Littlehales, imprenditore inglese e sleep coach di Ronaldo, ha fondato una tecnica, specifica per sportivi di élite (così è riportato sul suo sito web) e utilizzata da numerosi atleti professionisti. A quanto ho capito, tale tecnica servirebbe a migliorare la qualità del sonno, sentirsi più energetici e più prestanti fisicamente.
Difficile capire se questo metodo è davvero un’innovazione geniale o siamo soltanto di fronte a un’astuta strategia di marketing. Quello che so è che l’esperienza di Littlehales non proviene dal mondo accademico o scientifico, bensì dalla manifattura e vendita di letti, materassi e cuscini. Sì, avete capito bene. Io me lo immagino tipo un Giorgio Mastrota d’oltremanica.
Okay, vi avevo promesso che non sarei stata polemica, quindi vediamo il lato positivo. Sebbene io stessa nutra ancora dei dubbi sulla validità della figura dello sleep coach, è bene che si sottolinei come dormire sia necessario per il nostro benessere fisico e psicologico.
Quindi, senza perderci in altre disquisizioni, vediamo insieme perché il sonno è così importante e quali sono le conseguenze della privazione di sonno.
La privazione di sonno
Un adulto ha bisogno di circa 7-8 ore di sonno a notte. Se ne dormite di meno siete in deficit di sonno.
Cosa significa?
Se una notte siamo stati svegli (lascio a voi trovare delle motivazioni valide per fare ciò) e dormiamo meno del dovuto, le ore di sonno perse costituiscono il deficit di sonno. Questo può essere recuperato con dei pisolini o andando a letto presto la notte seguente, ristabilendo così l’equilibrio sonno-veglia.
Il problema si pone quando si dorme poco in modo costante nel tempo e non si recupera il deficit di sonno.
Dati dell’Istituto Superiore di Sanità riportano che un italiano su tre dorme un quantitativo insufficiente di ore, ossia ha una durata del sonno pari o inferiore a 6 ore.
Gli effetti più comuni dovuti alla privazione di sonno sono la stanchezza psico-fisica e la difficoltà nella concentrazione.
Effetti neurologici
Per studiare gli effetti neurologici sul cervello esistono due metodologie.
La prima metodica si basa sull’attività di specifiche aree cerebrali. Quando un’area del cervello è attiva, infatti, le cellule hanno bisogno di più nutrienti e, quindi, di un maggior apporto di ossigeno e glucosio. Attraverso la tomografia a emissioni di positroni (PET) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI), si possono localizzare le regioni metabolicamente più attive del cervello.
Un secondo metodo si basa, invece, sull’attività neuronale descritta dall’elettroencefalogramma (EEG).
Attraverso queste tecniche, gli studiosi hanno dimostrato che la privazione di sonno porta alla diminuzione della funzionalità della corteccia prefrontale, nota per regolare diverse funzioni comportamentali. Il risultato è una ridotta performance cognitiva accompagnata da un umore negativo e alterazione delle capacità verbali.
Altri risultati hanno mostrato che le aree dedite al processamento degli stimoli uditivi, visivi e tattili sono intaccate dalla deprivazione di sonno, suggerendo che i neuroni non riescono a stare al passo con gli stimoli che ricevono.
Quest’effetto di “neuroni sonnolenti” è confermato anche dai ridotti livelli, nella corteccia cerebrale, di acetilcolina, una molecola responsabile della trasmissione nervosa che ci rende vigili e attenti.
Effetti sullo stress
Dal momento che dormire è fondamentale per il nostro benessere, la privazione di sonno costituisce un fattore di stress.
Negli animali e negli uomini, la privazione di sonno comporta un aumento dei livelli basali degli ormoni dello stress come il cortisolo e la noradrenalina.
L’interconnessione del sistema dello stress con quello che regola in sonno è evidente se si prende in considerazione l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e il sistema nervoso autonomo che, come spiegato in precedenza, regolano sia le fasi del sonno che la produzione degli ormoni dello stress.
Meno dormo, più sono stressato, quindi.
Effetti sul corpo
A lungo si è creduto, e purtroppo è ancora convinzione comune, che esistesse un processo di adattamento alla durata ridotta del sonno. Questo assunto è, in parte, vero, ma non esclude che la privazione di sonno porti, a lungo andare, a delle conseguenze deleterie. Inoltre, è bene chiarire che, sebbene la privazione di sonno sia uno stress, quest’ultimo non è sempre un fattore negativo!
L’innalzamento degli ormoni dello stress comporta una serie di reazioni fisiche come l’aumento della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e dell’afflusso del sangue al cervello. Questo ci aiuta a svolgere dei compiti che richiedono attenzione e concentrazione e ci permette anche di far fronte a situazioni pericolose.
Quando il fattore di stress è eliminato, i livelli degli ormoni ritornano basali e gli effetti svaniscono. Se, invece, il fattore stressante è prolungato nel tempo, il sistema si “adatta” a questa nuova condizione mantenendo i livelli di ormoni elevati. In questo modo, però, gli effetti sull’organismo non vengono eliminati e perdurano nel tempo provocando uno stato di ansia generalizzata.
Quando si dorme poco e male, gli effetti sul nostro corpo possono essere chiari ed evidenti. Tra i sintomi più comuni ci sono le palpitazioni e i tremori, effetti diretti degli ormoni dello stress.
Non finisce qui. Si pensa che la privazione di sonno possa influenzare anche la produzione degli ormoni della crescita e i meccanismi che regolano il glucosio (e, quindi, potrebbe essere un fattore di rischio per il diabete mellito e obesità).
Recenti studi hanno correlato la privazione di sonno anche a una diminuzione della risposta immunitaria e un aumento dell’infiammazione.
Insomma, gli effetti della privazione di sonno sono molteplici e interessano differenti organi e tessuti.
Buffo che, per sentirsi meglio, basterebbe soltanto dormire!
Fonti:
- Dati ISS
- Studio sulle abitudini degli italiani riguardo il sonno
- Effetti neurologici
- Asse ipotalamo-ipofisi-surrene
- Privazione del sonno e stress
Scienziata italiana, ricercatrice nel Regno Unito.
Impiego sempre troppo tempo a spiegare che, pur essendo un dottore, non sono un medico. Mi occupo di ricerca sul cancro, immunoterapia e cerco di capire come funziona lo stress nel corpo umano.