Discendiamo da un verme

È stato ritrovato dai ricercatori della University of California il più antico fossile di un animale dalle fattezze semplici che però presenta tessuti, organi e una precisa organizzazione degli apparati.
 
A vederlo sembra poca cosa, è del tutto simile a centinaia di invertebrati e anche alle larve di molti insetti.
Eppure, da un punto di vista evoluzionistico è una scoperta importantissima.
 
L’Ikaria waariootia è la prima forma di vita conosciuta che presenta la simmetria bilaterale.
Se noi prendessimo un piano immaginario e dividessimo in 2 il “verme” partendo dalla testa e arrivando fino allo sfintere posteriore, otterremo infatti due metà speculari, una destra e una sinistra.
 
Se facessimo lo stesso gioco immaginario con la figura umana, facendo passare il piano dalla testa al naso, tra gli incisivi, segandoci lo sterno, tagliando a metà l’ombelico e i genitali, avremmo ottenuto la stessa cosa. Due estremità non identiche, ma speculari.
 
L’altro piano è quello che divide la parte dorsale da quella ventrale, in pratica c’è un sopra e c’è un sotto, o una fronte e un retro.
 
Ebbene, su quella bi-simmetria è basata la capacità di muoversi di un numero gigantesco di specie animali.

Le zampe, le ali, gli arti superiori e inferiori, il ventre strisciante, le pinne, non ce ne frega niente di cosa hai scelto per la tua motilità, ma sappi che sul pianeta Terra, per muoverti, utilizzi la simmetria bilaterale.

 

Schema della simmetria bilaterale. © https://medium.com/@jnnielsen/what-it-means-to-be-bilaterally-symmetrical-a601eadaa467
 
Esiste un numero di specie nettamente minore che presenta invece la simmetria radiale, tipo i celenterati e i ctenofori. Ma  la simmetria bilaterale è nettamente più rappresentata nel mondo animale.
 
Quindi loro restano esclusi da questo discorso, questa mega scoperta con loro non c’entra niente.
Trovatevi il fossile vostro, noi il nostro pare che l’abbiamo già trovato ed è stato un macello arrivarci.
 
Da 15 anni, infatti, gli scienziati Scott Evans e Mary Droser avevano intuito che gli stranissimi cunicoli e le tane rinvenute nei depositi geologici dell’Australia meridionale del periodo Edicarano, fossero state scavate da animali striscianti “bilateriani”. Mancavano sia i fossili che, soprattutto, il vile danaro per finanziare la ricerca.
 
L’intuizione e le prove erano lì, ce le avevano davanti, ma non avevano né strumenti né cash. Una tristezza infinita.

Il vecchio schifosamente ricco, con la barba bianca che ha finanziato Jurassic Park purtroppo non si è palesato.

Ma loro non hanno mollato.
 
Dobbiamo, infatti, ricordarci che esiste un ramo stupendo della ricerca che si chiama esobiologia. Questa si occupa di studiare le entità biologiche su altri pianeti, o meglio, indaga per capire con quali forme e soluzioni evolutive potrebbe esistere la vita su altri mondi. O come è potuta esistere. O come esisterà.
 
Ebbene, la cara mamma-NASA, ha finanziato il progetto e ha poi messo a disposizione uno scanner laser 3D adatto allo scopo.
 
Il risultato è valso la spesa: l’Ikaria waariootia ha mostrato la sua testa, ben diversificata dalla coda e il suo corpo cilindrico e allungato, la cavità orale, il tratto digerente e l’ano.
È stata poi rivelata una muscolatura organizzata in modo striato e con delle scanalature, totalmente in accordo l’ipotesi di un movimento basato sulla contrazione-distensione. Quindi si spostava tipo i lombrichi, per intenderci; un tipo di motilità chiamata “Locomozione peristaltica”.
 
Le dimensioni stimate potevano andare dagli 1 ai 5 mm di larghezza e dai 2 ai 7 di lunghezza, perfettamente compatibili con i tunnel e le tane da cui era nata l’ipotesi degli scienziati.
 
Una scoperta davvero bella, per il significato biologico ed evolutivo e per come è arrivata.
Sopratutto, perché ci ricorda che siamo tutti in qualche modo imparentati anche con il gatto in calore della vicina e che, senza soldi, è una vitaccia di stenti.
 
Fonti:
 

Scott D. Evans, Ian V. Hughes, James G. Gehling, and Mary L. Droser. Discovery of the oldest bilaterian from the Ediacaran of South Australia. PNAS, March 23, 2020 DOI: 10.1073/pnas.2001045117

What it Means to be Bilaterally Symmetrical di Nick Nielsen

Ancestor of all animals identified in Australian fossils by University of California

 

Emanuele Falorio

Laureato in biotecnologie, lavoro da anni nel settore dell'industria alimentare. NERD da molto prima che facesse fico;  appassionato di divulgazione scientifica da quando mi ci sono ritrovato dentro per puro caso. Scrivo per Missione Scienza ad orari improbabili quindi mi scuso per tutti refushi e gli erorri di battitura, è già un miracolo che non mi sia mai addormentato sulla tastieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *