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Diossine: tra tossicità e persistenza!

Le diossine sono un gruppo di composti chimici organici altamente tossici e persistenti nell’ambiente.

Questi inquinanti ambientali possono essere prodotti sia da processi naturali, come incendi di foreste o eruzioni vulcaniche, sia da specifiche attività antropiche, come l’incenerimento dei rifiuti o la produzione industriale di cloro.

La loro diffusione nell’ambiente è ampia, tanto che ne è stata segnalata la presenza persino ai poli!

Le diossine tendono ad accumularsi soprattutto nel terreno, nei sedimenti e nei tessuti adiposi degli animali. Questo fenomeno rappresenta una seria minaccia per la sicurezza della catena alimentare, poiché può portare a un loro accumulo nei prodotti alimentari di origine animale. Inoltre, la presenza di diossine costituisce un significativo rischio per la salute pubblica, a causa dei loro effetti tossici e cancerogeni sulla salute umana.

Ma iniziamo con il conoscerli meglio…

Identikit delle diossine

Le diossine sono composti organici eterociclici, ovvero molecole organiche ad anello nella quale uno o più atomi dell’anello sono diversi dal carbonio. Volendo fare i precisini, esistono solo due tipi effettivi di diossina, o meglio due isomeri.

Gli isomeri sono sostanze chimiche che hanno la stessa formula molecolare ma differiscono nella disposizione degli atomi all’interno della molecola. In altre parole, due isomeri sono come due puzzle con le stesse tessere, ma con forme diverse. Questi isomeri sono la 1,2-diossina e la più stabile 1,4-diossina. [1]

Gli isomeri 1,2-diossina e 1,4-diossina.
Gli isomeri 1,2-diossina e 1,4-diossina. © Fonte

Poi ci sono le diossine in senso lato, detti composti diossino-simili, che derivano dai due isomeri citati prima e che contano circa 200 composti diversi! Tra tutte, la diossina più temuta è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, ma per semplificarci la vita possiamo chiamarla “TCDD”. [1]

Formula di struttura della TCDD (Tetracloro-dibenzo-diossina).
Formula di struttura della TCDD (Tetracloro-dibenzo-diossina). © Fonte

La sua notorietà è legata principalmente a due eventi tragici della storia umana, vale a dire la guerra del Vietnam (era contenuta nel defoliante Agente Arancio che fu ampiamente irrorato su tutto il Vietnam del Sud) e il disastro di Seveso del ’76 (si verificò la fuoriuscita di una nube di TCDD dall’azienda ICMESA di Meda che investì una vasta area di terreni dei comuni limitrofi della bassa Brianza). [2]

In entrambi i casi, purtroppo, le conseguenze furono neoplasie e teratogenesi.

Il problema alimentare

La principale fonte di accumulo di diossine nel nostro corpo è il consumo di cibi contaminati da queste sostanze tossiche. Nel corpo umano e negli animali, le diossine vengono immagazzinate e trattenute nei tessuti adiposi. [3]

La carne, le uova e il latte sono gli alimenti più colpiti dalla contaminazione da diossine attraverso l’alimentazione degli animali che li producono. Anche il pesce d’acquacoltura è molto soggetto. [3]

Questa forma di contaminazione può essere causata da elevate concentrazioni di diossine presenti nell’ambiente in cui gli animali vivono o dall’utilizzo di alimenti per animali prodotti in zone in cui sono presenti inceneritori di rifiuti o aziende che utilizzano cicli di combustione ad alta temperatura.

Alcuni gruppi di popolazione, come i neonati lattanti o i consumatori di diete ad alto contenuto di grassi in zone ad alto livello di contaminazione ambientale, sono maggiormente esposti ad alti livelli di queste sostanze. L’accumulo di diossine nell’organismo può provocare una serie di gravi conseguenze per la salute, tra cui lesioni cutanee, alterazioni della funzionalità epatica, problemi ormonali, riproduttivi e dello sviluppo, danni al sistema nervoso e al sistema immunitario, nonché un aumentato rischio di sviluppare il cancro. [4]

Negli ultimi decenni, sono stati documentati diversi casi di contaminazione alimentare causati da diossine, che hanno avuto e continuano ad avere gravi conseguenze per la salute della popolazione.

Ciò è dovuto alla lunga emivita delle diossine nell’organismo, che può variare tra 6 e 11 anni. [1] L’emivita è il tempo che impiega un dato composto per ridursi della metà della sua concentrazione iniziale nell’organismo. In altre parole, è il tempo necessario affinché la metà della quantità di una sostanza presente nel nostro corpo venga eliminata o trasformata in altri metaboliti.

Tra i casi più noti di contaminazione alimentare da diossine abbiamo:

  • Il caso del pollame belga: nel ’99, l’Unione europea ha scoperto che il pollame belga era stato contaminato da diossina a seguito dell’uso di oli esausti contenenti la sostanza in alimenti per animali. La contaminazione ha portato al blocco delle esportazioni di pollame belga e alla distruzione di milioni di uova e di animali.
  • Il caso della carne suina irlandese: nel 12.008 EU (2008 d.C.), dopo la scoperta di livelli elevati di diossine in carne di maiale e prodotti alimentari correlati, con concentrazioni che superavano fino a 200 volte il limite di sicurezza, è stato avviato uno dei più grandi richiami alimentari della storia, a causa del rischio chimico per la salute pubblica.

Come controllare le diossine?

Per ridurre l’esposizione alle diossine tramite il cibo che mangiamo è importante controllare attentamente i processi industriali per ridurre al minimo le emissioni di diossine.

Ma non basta: dobbiamo anche fare attenzione alla contaminazione degli alimenti in tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla distribuzione. Per farlo, è fondamentale effettuare controlli analitici su tutte le materie prime e i prodotti finiti.

Inoltre, dobbiamo seguire le migliori pratiche di fabbricazione degli alimenti e rispettare le normative in vigore. Per prevenire il rischio di contaminazione, sarebbe inoltre auspicabile mettere in atto sistemi di monitoraggio delle contaminazioni e avere piani di emergenza pronti per individuare e smaltire in modo sicuro eventuali alimenti non idonei al consumo.

Insomma, per godere appieno del cibo che mangiamo senza correre rischi, dobbiamo prestare attenzione a ogni fase del processo produttivo, dalla materia prima al piatto finito.

Le misure di prevenzione e controllo a livello individuale per ridurre l’esposizione a potenziali contaminanti sono piuttosto limitate e consistono principalmente in diverse azioni. In primo luogo, è importante ridurre il consumo di grassi di origine animale e altri alimenti derivati dagli animali, come carne, latticini e uova.

Inoltre, è consigliabile seguire una dieta equilibrata e varia il più possibile, evitando di basarsi principalmente su alimenti provenienti da zone fortemente inquinate, come ad esempio il pesce del Baltico.

Una dieta ricca di cibi di origine vegetale e in generale molto varia permette di ridurre l’esposizione a potenziali contaminanti.

Leggere attentamente l’etichetta degli alimenti prima di acquistarli è una buona pratica da seguire, privilegiando quelli provenienti da aree in cui sono in atto controlli di qualità. Infine, è importante evitare di bruciare rifiuti che potrebbero contenere plastica, in quanto ciò potrebbe rilasciare sostanze tossiche nell’ambiente.

La situazione europea

Nel 12.001 EU (2001 d.C.), per la prima volta, la Commissione europea ha stabilito i livelli massimi di diossine, estesi poi nel 12.006 EU (2006 d.C.) ai PCB diossina-simili (bifenili policlorurati).

I livelli massimi ammissibili sugli alimenti normati sono consultabili sul Regolamento (CE) n. 1881/2006.

Nel 12.018 EU (2008 d.C.), l’EFSA (European Food Safety Authority) ha pubblicato una valutazione globale dei rischi associati alle diossine e ai PCB diossina-simili presenti negli alimenti e nei mangimi. Grazie all’utilizzo di nuovi dati e metodi, la dosi settimanali tollerabili sono state ridotte di sette volte rispetto ai valori precedenti.

La valutazione ha rivelato timori per la salute a causa del superamento della nuova assunzione settimanale tollerabile (TWI, Tolerable Weekly Intake) in tutta la popolazione dell’Unione Europea. In sostanza, è stata evidenziata la necessità di adottare misure più rigorose per proteggere la salute dei consumatori. [5]

Fonti

[1] Diossine – Wikipedia

[2] Tetracloro-dibenzo-diossina – Wikipedia

[3] Approfondimento PCB e Diossine: un rischio alimentare – CeIRSA

[4] Diossine: cosa sono e quali effetti sulla salute – ISSalute

[5] Diossine e PCB | EFSA – europa.eu

Angelo Ermelindo

Da bambino volevo fare il paleontologo. Da adolescente il fisioterapista. Oggi mi ritrovo con una laurea magistrale in Scienze Chimiche, ma non chiedetemi come abbia maturato questa scelta. Fatto sta che ora lavoro come analista chimico. E anche se non sono diventato un paleontologo, la curiosità del bambino per indagare sulle origini di tutte le cose non mi ha mai abbandonato. Nel tempo libero pratico arti marziali (e vado dal fisioterapista).

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