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Cupping therapy e scienza. Un approccio scientifico alla medicina tradizionale.

La cupping therapy è una pratica molto comune e popolare, diventata famosa perché usata anche negli ambienti vip. In italiano si traduce con il cacofonico termine “coppettazione”. E’ una forma di medicina alternativa utilizzata già migliaia di anni fa, abbastanza comune in alcune comunità islamiche e tornata in auge recentemente. Ci sono evidenze scientifiche riguardo la sua efficacia? Per cosa viene utilizzata? Quanto ne sappiamo? Scopriamolo insieme!

Brevi cenni storici

Sebbene spesso il metodo venga annoverato fra le tecniche della “medicina tradizionale cinese”, la sua origine non è asiatica. Già Ippocrate, circa 400 anni prima di Cristo, parlava del cupping nel trattamento di dolori e problemi strutturali dei propri pazienti, ma le sue origini sono ben più antiche! Viene infatti citata nel Papiro Ebers, datato al 1550 a.C. (uno dei testi medici più antichi dell’occidente), che ne descrive l’uso presso gli egiziani, probabilmente i primi ad utilizzare tale pratica. Il metodo prese piede nel mondo musulmano poiché comparve negli insegnamenti del Profeta Maometto nella sua forma chiamata Hijama o “coppettazione bagnata” (ne parleremo fra un po’). È solo a questo punto che la coppettazione si diffuse in maniera capillare nella medicina asiatica ed europea.

In Cina, il documento più antico che descrive l’uso della coppettazione è del famoso alchimista ed erborista taoista Ge Hong (281-341 a.D.). Nel XV secolo divenne comune anche nelle saune Finlandesi.

Figura del XVII secolo che mostra un cupping sulle chiappe presa da Exercitationes practicae circa medendi methodum, auctoritate, ratione, observationibusve plurimis confirmatae ac figuris illustratae
© Wellcome Library, London. Engraving by Frederik Dekkers.

In cosa consiste il cupping?

Esistono diverse varianti di questa pratica ma tutte si basano sullo stesso principio: creare un effetto ventosa sulla pelle utilizzando delle piccole coppe. Un tempo le coppe erano principalmente di bambù o di legno, poi si sono aggiunte anche quelle di vetro, di ceramica o di plastica (usa e getta).

Come viene creato l’effetto ventosa?

Ci sono diversi modi, banalmente si può usare una semplice pompetta. Ma nei centri massaggi dall’aria esotica/esoterica questo toglierebbe fascino al “rito”, quindi il risucchio viene creato giocando con il rapido raffreddamento dell’aria calda. Si riscalda l’aria nella coppetta con un fiammifero o un batuffolo di cotone intriso di alcol e, nel momento in cui la fonte di calore viene spenta, l’aria nella coppetta si raffredda diminuendo di volume e creando il risucchio. Se la pelle viene unta, le coppette possono essere mosse senza perdere l’effetto ventosa, altrimenti si lasciano nella stessa posizione per diversi minuti (5-15).

Esiste la coppettazione “asciutta” (quella appena descritta) e quella “bagnata”. Quest’ultima parte come una coppettazione asciutta e, dopo la prima applicazione, consiste nell’aggiungere delle piccole incisioni fatte con un bisturi. Una volta riapplicato l’effetto ventosa la pressione drena il sangue dalle incisioni applicate. Ew!

DISCLAIMER: Ho accuratamente evitato di mettere in grassetto parole come pompetta, risucchio e centri massaggi perchè so già dove andrebbe la mente. Non oso immaginare la faccia della gente quando cercando questi termini su google si ritroverà fra i risultati questo articolo.

Che effetti ha?

Beh, l’effetto macroscopico che vediamo è quello di un mega succhiotto di forma circolare nella zona in cui è stata applicata la coppetta. Questo è dovuto alla rottura dei vasi sanguigni più o meno superficiali in base alla durata e alla forza della pressione.

Se fatto male, il cupping, può avere conseguenze anche gravi come infezioni, necrosi della pelle o ustioni. Se ne sconsiglia l’uso in persone con pelle “flaccida”, o eccessivamente magre oppure obese. Secondo la medicina tradizionale cinese la coppettazione è un metodo per migliorare il flusso del ki del paziente, specialmente se esso è stagnante e bloccato (il ki, non il paziente). Viene spesso associata all’agopuntura e al trattamento delle malattie respiratorie (dal raffreddore alla bronchite).

Il 63enne Li Lin, di Chengdu, China, ha riportato delle orrende lesioni e una seria infezione batterica dopo aver eseguito la cupping therapy negli stessi punti per un mese. © People’s Daily Online

Chi la usa nello sport e si ritiene superiore a queste “credenze” ne giustifica l’utilizzo asserendo che la suzione contrasti la produzione di edemi, sub-edemi e micro lesioni dovute agli allenamenti intensi e alle gare. Altri sostengono che promuova la micro-circolazione sanguigna e linfatica, migliorando le prestazioni sportive e favorendo mobilità delle articolazioni. Altri ancora dicono che stimoli anche le fibre muscolari e lenisca il dolore. Una tecnica miracolosa, cura praticamente tutto indistintamente.

I punti da trattare con i relativi organi connessi secondo la tradizione hijama.

Studi scientifici sul cupping

L’argomento ha ovviamente attirato l’attenzione della comunità scientifica e negli anni sono stati eseguiti molti studi. Alcune (poche) reviews effettivamente suggeriscono “potenziali effetti positivi sul breve termine” [1] o “potenziali effetti nel trattamento dell’herpes zoster ed alcune specifiche patologie” specificando però che “la principale limitazione della nostra analisi è stata che quasi tutti i casi inclusi sono stati valutati “ad alto rischio bias […] e servirebbero casi descritti meglio e in numero maggiore per trarre una conclusione definitiva” [2].

Sintetizzando, di tutti gli effetti sopra menzionati non ci sono prove documentate. E gran parte delle reviews che riportano effetti positivi fanno uso di casistiche molto dubbie riportate in Cina. No, non è un’affermazione razzista. Uno studio ha fatto notare che quando si tratta di pratiche legate alla “medicina tradizionale cinese”, tipo l’agopuntura, il 100% degli studi provenienti dalla Cina riporta risultati positivi [3], e questo fa riflettere.

Parte del problema risiede anche nell’esecuzione dello studio stesso. Di solito, quando si deve capire l’efficacia di un trattamento, si esegue uno studio in blind. Per esempio si somministrano a dei pazienti delle pillole e nè il paziente nè il ricercatore sanno quale pillola contenga il principio attivo e quale sia un placebo. Dopodiché si registrano gli effetti e si incrociano i dati. Viene da sé che nel caso del cupping è difficile creare un trattamento placebo, così come è difficile misurare diminuzioni di “dolore alla schiena” o sintomi così generici.

Ricapitolando non è stata notata nessuna:

  • traccia degli effetti miracolosi su muscoli
  • guarigione miracolosa di micro o macro lesioni
  • maggiore mobilità delle articolazioni
  • modifica a carico dell’apparato circolatorio

Potrebbero però esserci effetti positivi nel trattamento del herpes zoster e di “rilassamento” nel breve termine.

La comunità scientifica quindi si propone di continuare lo studio della cupping therapy, spingendo per avere studi più rigidi e conformi alle linee guida vigenti. Al momento però degli effetti millantati non c’è traccia. L’unica cosa certa sono le conseguenze di un trauma da suzione che vengono sfoggiati con tanto orgoglio da vips e meno vips perchè “fa figo”, come quando a 14 anni tornavi a casa con un succhiotto.

I miei personalissimi due cent

Ok, spero abbiate apprezzato il mio essere politically correct fino ad ora. Adesso però basta. La scienza dice che, doveste avere dolori, lasciate stare la coppettazione e andate da un dottore, piuttosto i succhiotti fateveli fare dal vostro partner.

Ok, l’ho detto. Ora mi sento molto meglio.

Il fatto che Nicol Kidman o Michael Phelps la usino non è garanzia di veridicità, anche perché Phelps era un campione già prima di Rio 2016 (quando il caso è esploso) e la Kidman è sempre stata una bellissima donna a prescindere dal cupping.

Allacciatevi le cinture perchè vi sto per rivelare GRATIS una grande verità: il fatto che un vip faccia qualcosa non è garanzia che quel qualcosa sia giusto a prescindere. Del resto Tom Cruise è un sostenitore di Scientology e Kyrie Irving dice che la terra è piatta. Tanto per dirne un paio.

Ora, lungi da me voler dire qualcosa contro l’esistenza del “ki”, ma essendo una cosa abbastanza dubbia, riesce difficile per la scienza dimostrare che la coppettazione ne aggiusti i flussi bloccati. Quello che però la scienza può obiettare a tal proposito è che differenze nelle dimensioni delle tazze non sembrano essere rilevanti. A me questo sembra un po’ una contraddizione, visto che teoricamente ciuccerei più o meno ki con coppe di dimensioni diverse. La variante araba con drenaggio di sangue mi fa pensare alla convinzione che drenando “sangue infetto” dal corpo esso venga in qualche modo purificato, come si faceva con le sanguisughe. Inoltre come può una suzione in un preciso posto avere effetti drastici a livello sistemico nei più disparati apparati del corpo?

Come regola base, quando un qualcosa viene venduto come rimedio per: problemi muscolari, gastrointestinali, circolatori, polmonari e ginecologici, qualche dubbio dovrebbe salirvi.

Pai Mei non approva

Considerando i possibili effetti collaterali e l’assenza di effetti positivi reali, volendo anche giustificarla con il “ma almeno mi fa rilassare”, a questo punto io vi consiglierei un massaggio. Quantomeno per i massaggi potete mettervi nelle mani di professionisti certificati, mentre non esiste una certificazione ufficiale per chi fa cupping. Come non esiste una certificazione ufficiale per chi legge il futuro nelle carte. E lo so che ci sono decine di voi che “io l’ho provato per un dolore alla spalla e ha fatto miracoli”. Signori/e, un caso sporadico non basta a provare l’efficacia di un trattamento medico. Misurare il mondo in base alla propria esperienza personale è poco lungimirante oltre che inaccurato.

Piuttosto, venite a ristabilire i vostri flussi di “ki” su Missione Scienza e promettiamo di curare la vostra sete di curiosità in men che non si dica!

Pai Mei approva

Alcuni approfondimenti:

Link 1

Link 2

Giovanni Cagnano

Plant Breeder di mestiere, divulgatore per hobby. Nato sotto una foglia di carciofo e cresciuto a orecchiette e cime di rape, sono sempre stato interessato alla genetica. Ho studiato biotecnologie agrarie e, dopo un erasmus in Danimarca, ho proseguito con un industrial PhD nella stessa azienda sementiera presso cui stavo scrivendo la tesi. Dal 2019 sono rientrato in Italia e lavoro attivamente come plant breeder, realizzando varietà di ortaggi che molto probabilmente avete mangiato :)

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