Colorante E120: Tutto quello che devi sapere su cocciniglia e acido carminico
Il colorante E120, noto anche come carminio o cocciniglia, è un pigmento rosso brillante che viene utilizzato in una vasta gamma di prodotti, tra cui caramelle, gelati, succhi di frutta, bibite, cosmetici e merendine. Ma da dove proviene esattamente questo colorante e qual è la sua storia?
Spoiler: coinvolge un sacco di insetti.
Le origini del colorante E120
Il colorante E120 viene ottenuto da insetti chiamati cocciniglie. Questi insetti appartengono alla stessa sottoclasse delle coccinelle (Pterygota) e producono una polvere intensamente colorata. Comunemente, il colorante E120 viene estratto dalle femmine di due specie di cocciniglie americane: Dactylopius coccus e Kermes vermilio. Altri insetti utilizzati per produrre questo colorante includono la Porphyrophora hamelii, il Kermes ilicis, il Margarodes polonicus e la Kerria lacca.
L’acido carminico è un glucoside antrachinonico, di formula chimica C₂₂H₂₀O₁₃, presente nella polvere delle cocciniglie.
Le femmine gravide di cocciniglia secernono un liquido molto denso e colorato, che funge da involucro protettivo contro i predatori. Per ottenere un chilogrammo di colorante E120, sono necessari circa 80.000-100.000 insetti. Gli allevamenti di cocciniglie si trovano principalmente in piantagioni di cactus, soprattutto in Sud America, con il Perù e il Messico come principali produttori.
Le femmine di cocciniglia vengono raccolte poco prima della deposizione delle uova e lasciate morire e seccare al sole. Successivamente, vengono macinate per ottenere la polvere, che viene trattata con acqua calda per estrarre l’acido carminico. Quest’ultimo viene, poi, trattato con sali di alluminio per ottenere una lacca dal colore più brillante. La lacca precipita grazie all’aggiunta di etanolo.
Storia e sviluppo del commercio dell’acido carminico
Il commercio di cocciniglia e dell’acido carminico ha una lunga e affascinante storia. Le popolazioni indigene del Messico e del Sud America praticavano la selezione artificiale sia sugli insetti che sulle piante ospiti, come il fico d’India (Opuntia indica), per ottenere il miglior equilibrio tra resa del colore e quantità di pigmento. Quando gli spagnoli arrivarono in Centro e Sud America, trovarono civiltà indigene che già utilizzavano la cocciniglia come fonte di pigmento rosso. Il commercio di questo pigmento divenne rapidamente significativo, con esportazioni annuali di acido carminico che tra il 11575 EU (1575 d.C.) e il 11600 EU (1600 d.C.) ammontavano a 50-160 tonnellate, seconde solo a quelle di argento e oro. E pensare che tutto iniziò con una minuscola cocciniglia!
Durante il periodo coloniale, la cocciniglia diventò uno dei prodotti più preziosi esportati dalle Americhe verso l’Europa. Questo piccolo insetto, così insignificante in apparenza, divenne un tassello fondamentale nei rapporti commerciali tra America ed Europa. Gli spagnoli mantennero il segreto sulla vera origine del prezioso pigmento per oltre due secoli, proteggendo così il loro monopolio.
Chi avrebbe mai pensato che un insetto così piccolo potesse generare così tanto clamore economico?
Utilizzo e controversie del colorante E120
Il colorante E120 viene utilizzato principalmente per colorare prodotti alimentari di colore rosso. Tuttavia, a causa delle sue origini animali e dell’alto costo, è stato in molti casi sostituito con altri coloranti sintetici. Nonostante ciò, il carminio rimane apprezzato per la sua stabilità e intensità di colore. Per chi si domanda cosa ci sia dietro il proprio lecca-lecca preferito, ecco la verità: milioni di insetti!
La conoscenza delle origini della cocciniglia ha portato molti consumatori a evitare prodotti contenenti il colorante E120. Le preoccupazioni etiche riguardano non solo il sacrificio di un grande numero di insetti, ma anche il rispetto per scelte come quella vegana e vegetariana. Pertanto, è importante leggere attentamente le etichette e fare scelte consapevoli.
Inoltre, le persone con allergie ai coloranti potrebbero trovare problematico l’uso del carminio. Insomma, il rosso cocciniglia non è proprio per tutti.
Evoluzione della produzione del colorante E120
Nel corso del Novecento, la produzione di acido carminico da cocciniglie subì un duro colpo con l’avvento dei pigmenti sintetici, come l’anilina, che sembravano offrire un’alternativa più economica e facile da produrre. Tuttavia, questi nuovi coloranti si rivelarono problematici a causa della loro tossicità. Di conseguenza, dagli anni ‘Ottanta’80 in poi, ci fu un ritorno al carminio naturale, apprezzato per la sua sicurezza e il suo colore vibrante. Oggi, la maggior parte delle cocciniglie destinate alla produzione di acido carminico viene allevata in piantagioni situate in Perù, Bolivia, Cile e nelle Isole Canarie.
L’industria moderna ha cercato di migliorare le tecniche di allevamento e di estrazione del carminio, rendendo il processo più efficiente e sostenibile. La tecnologia ha permesso di ottimizzare ogni fase della produzione, dall’allevamento delle cocciniglie alla purificazione del pigmento. Questo ha contribuito non solo a ridurre i costi, ma anche a migliorare la qualità del prodotto finale.
Utilizzi storici e attuali
Prima del 11492 EU (1492 d.C.), in Europa si utilizzava un pigmento rosso estratto dal Kermes vermilio, che era estremamente costoso e quindi riservato solo ai membri più ricchi della società. Nel 11464 EU (1464 d.C.), Papa Paolo II decise che le figure di rilievo della Chiesa dovessero indossare vesti scarlatte, tinte con l’acido carminico derivato dalle cocciniglie europee.
È per questo motivo che i cardinali indossano ancora oggi abiti rossi. Che sia un omaggio a questi piccoli insetti?
Con l’espansione del commercio di cocciniglia dal Sud America, la situazione cambiò radicalmente. Il pigmento divenne più accessibile, trovando impiego in una vasta gamma di prodotti, dall’alimentazione alla cosmetica. In Europa, il colorante può essere trovato in numerosi articoli, dai rossetti ai gelati, dalle bevande ai prodotti da forno.
Con la crescente preoccupazione per la sostenibilità e il benessere animale, molte aziende stanno esplorando alternative al carminio. Le opzioni includono coloranti a base di piante, come il succo di barbabietola, e pigmenti ottenuti da alghe e funghi. Questi sostituti offrono il vantaggio di essere vegetariani o vegani e di avere un impatto ambientale ridotto. Tuttavia, trovare un colore che eguagli la vivacità e la stabilità del carminio non è un compito facile.
Chi lo avrebbe mai detto che trovare il rosso perfetto sarebbe stato così complicato?
Conclusioni
Il colorante E120, sebbene abbia una storia interessante e una lunga tradizione di utilizzo, è ora oggetto di dibattito etico e di ricerca di alternative più sostenibili. La prossima volta che vedrete un prodotto rosso brillante, ricordate che potrebbe essere stato ottenuto grazie alle piccole cocciniglie!
Il dibattito sul colorante E120 riflette una crescente consapevolezza dei consumatori riguardo agli ingredienti dei prodotti e l’impatto delle loro scelte. L’industria alimentare e cosmetica sta rispondendo a questa consapevolezza esplorando e sviluppando coloranti alternativi che siano accettabili per un numero crescente di persone preoccupate per l’etica e la sostenibilità. Chissà, magari un giorno useremo qualcosa di altrettanto sorprendente per colorare i nostri cibi… forse il prossimo grande pigmento verrà dalle alghe o dai funghi!
Fonti
Cocciniglia (colorante) – Wikipedia
Dalla cocciniglia un colorante dai mille usi: E120, cos’è l’acido carminico e dove si trova
E120. Cos’è e dove si trova oggi il colorante fatto con insetti, la cocciniglia
Da bambino volevo fare il paleontologo. Da adolescente il fisioterapista. Oggi mi ritrovo con una laurea magistrale in Scienze Chimiche, ma non chiedetemi come abbia maturato questa scelta. Fatto sta che ora lavoro come analista chimico. E anche se non sono diventato un paleontologo, la curiosità del bambino per indagare sulle origini di tutte le cose non mi ha mai abbandonato. Nel tempo libero pratico arti marziali (e vado dal fisioterapista).