Cioccolato, trappola mortale o fonte di felicità?
Il cioccolato, trappola mortale? Bene prezioso?
Alimento diffuso e famoso in tutto il mondo, derivato dai semi dell’albero del cacao, preparato attraverso il mescolamento di burro di cacao (ossia la parte grassa dei semi di cacao, che è usata anche come balsamo per le labbra), polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi (in genere latte e/o vari aromi).
Al cioccolato sono attribuite svariate proprietà benefiche abbastanza mainstream: attività benefiche sul sistema cardiovascolare, attività regolatrici di pressione e ritmo sonno-veglia, controllo del metabolismo…
Sulla (fin troppo comune) scia del conferire proprietà miracolose a cibo e bevande molto popolari, migliaia di articoli attribuiscono al cioccolato addirittura la proprietà di rendere chi lo mangia più allegro. Per citare uno dei titoli più altisonanti trovati online “Gli studi confermano che i benefici del cioccolato sono molteplici. Anche l’umore ne trae giovamento, il cacao contiene infatti il cosiddetto ormone della felicità”.
Sebbene ci siano effettivamente molteplici studi che collegano il cioccolato a effetti di stimolazione cardiaca, circolatoria e (in limitatissima parte) controllo metabolico, non sono decisamente abbastanza da considerarlo un’alternativa a farmaci e trattamenti convenzionali.
Ma per quanto riguarda la gioia? Il cioccolato può essere un antidepressivo?
In realtà il cioccolato è (per molti esseri viventi) un potentissimo veleno!
Cerchiamo di vederci chiaro…
CIOCCOLATO, FONTE DI ALLEGRIA
La connessione che lega il cioccolato e la felicità è millenaria e affonda le sue radici nelle antiche civiltà centroamericane. I Maya credevano che le bacche di cacao fossero un dono divino del serpente piumato Quetzalcoatl. Ma leggende Maya a parte… Cosa c’è di scientifico dietro alla gioia di tuffarsi in un bel tazzone di cioccolata calda?
Questa volta la risposta è meno scontata del previsto… in quanto il cioccolato è effettivamente pieno di sostanze psicoattive.
Cioccolato, tè e caffè contengono in varie percentuali una sostanza ben nota detta “caffeina”, a cui è attribuito un effetto energizzante e tonico molto importante nella società moderna (tant’è che alcune persone senza il caffè della mattina non riescono nemmeno ad intavolare un discorso sensato). Il cioccolato però contiene quantità maggiori di un’altra molecola, la teobromina.
La teobromina è la molecola responsabile del classico sapore amaro del cioccolato fondente e prende il nome dal genere di piante da cui si ottengono le bacche di cacao. Queste piante si chiamano appunto Theobroma, “cibo degli dei” (dal greco antico, “theos” dio e “broma” cibo), a causa proprio della mitologia Maya.
TEOBROMINA, EFFETTI E PROPRIETÀ
Il cioccolato contiene veramente tante molecole, la teobromina è fra le maggiormente studiate per essere la causa degli effetti benefici del cioccolato. Questa molecola ha una comprovata attività sul sistema cardiocircolatorio e interagisce con enzimi cardine dei processi metabolici umani. La teobromina aiuta ad alleviare i sintomi dell’asma (causando un rilassamento dei muscoli delle vie aeree) e ha attività sedative contro la tosse.
Questa molecola (come anche la già citata caffeina) fa parte della classe degli alcaloidi, una classe di composti organici contenenti atomi di azoto. In questo gruppo si trovano nomi altisonanti come la bufotenina (allucinogeno proveniente dalla pelle di certi rospi), la morfina (potente sedativo) ma anche cocaina e nicotina.
La teobromina ha un effetto sul corpo molto simile a quello della caffeina (d’altronde queste due molecole sono molto simili) e aiuta a combattere fatica e stress, inoltre sembra causare una leggera accelerazione del metabolismo. Questo effetto deriva dal fatto che questa molecola è in grado di intervenire nei processi di neurotrasmissione.
Potrebbe dunque essere questa molecola la causa della “gioia da cioccolato”?
Meh.
Per quanto sia vero che la teobromina stimoli la produzione di endorfine, non si trova nel cioccolato in quantità tali da conferire a questo alimento le proprietà divine spesso attribuitegli. È altrettanto vero però che gli effetti del cioccolato sul corpo (anche se più comparabili a quelli del caffè che a quelli di un medicinale) sono reali! Tanto reali da far entrare il “cioccolismo” nella lista delle dipendenze, come tabagismo e alcolismo…
Studi indicano però che la ragione principale degli effetti causati dal cioccolato potrebbe essere banalmente la discreta quantità di calorie che contiene.
La teobromina è però causa di un terribile problema…
CIOCCOLATO, TRAPPOLA MORTALE
Nonostante gli esseri umani apprezzino molto questo alimento, cani, gatti, cavalli e altri animali ne stanno alla larga, e fanno un gran bene. Per questi animali l’avvelenamento da cioccolato è un rischio reale, è la colpa in questo caso è decisamente della teobromina.
L’avvelenamento da teobromina è infatti una reazione dell’organismo a seguito dell’assunzione di una dose eccessiva di questo alcaloide. Il motivo? I semi di cacao non ci tengono a essere mangiati da piccoli animali della foresta.
La produzione di questo alcaloide è infatti un sistema di difesa della pianta e i semi del cacao contengono teobromina per circa l’1,2% del loro peso (per intenderci… abbastanza teobromina per far secco un topo adulto). Ma nemmeno noi umani siamo immuni, la dose letale di teobromina per un essere umano è di circa 1 g per kg, ossia per uccidere un uomo di 70 kg servono solo 70 g di teobromina pura.
I sintomi di avvelenamento da teobromina sono nausea, vomito e diarrea, che poi evolvono in aritmia cardiaca, crisi epilettiche, emorragia interna, infarto cardiaco e infine… morte.
Insomma, non proprio un giro di giostra.
SIAMO AL SICURO?
Direi proprio di sì.
Per assumere 70 g di teobromina sarebbe necessario ingerire intorno ai 5 kg di cioccolato fondente, cosa che credo (spero) sia fisicamente impossibile. La stessa cosa però non si può dire per i nostri amici a quattro zampe.
Le vittime più comuni dell’avvelenamento da teobromina sono i cani, ma le dosi tossiche per i gatti sono persino minori di quelle dei cani. Per un cane di taglia media anche solo 200 g di cioccolato fondente possono risultare fatali e per un gatto bastano solo 70 g.
La pericolosità sta anche nel fatto che, mentre gli umani riescono a metabolizzare e neutralizzare questo alcaloide abbastanza velocemente, cani e gatti non solo altrettanto fortunati. Nei cani questa molecola resta inalterata anche dopo 18 ore dall’assunzione, aumentando la finestra di tempo in cui i 200 g letali possano essere ingeriti.
IN CONCLUSIONE
Il cioccolato è buono.
Non c’è bisogno di trovare effetti miracolosi sulla salute per poter godersene un pezzo.
Non datelo da mangiare ai vostri animali domestici… E per carità non mangiatene 5 kg tutti insieme.
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Laurea in chimica-fisica dei sistemi biologici, ottenuta all’università “La Sapienza” di Roma, PhD in Chimica Organica ottenuto all’università di Twente (Paesi Bassi), attualmente parte dell’Editorial Office di Frontiers in Nanotechnology e Frontiers in Sensors, a Bologna. Mi identifico come napoletano (anche se di fatto a Napoli ci sono solo nato). Un ricettacolo di minoranze (queer, vegano, buddista…) con una grande passione per la divulgazione.