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Cellule staminali mesenchimali: terapia per lesioni spinali

Le lesioni al midollo spinale sono la causa principale di disabilità e le opzioni terapeutiche rimangono, al momento, limitate. C’è però un recente progresso nella terapia con cellule staminali mesenchimali che ha già portato significativi risultati in studi sugli animali.

In cosa consiste questa strategia terapeutica? È davvero possibile attuarla in pazienti con lesioni al midollo spinale?

Vediamo quali sono i principi su cui si basa, i progressi fatti nella ricerca e le prospettive future.

Lesioni spinali

Il midollo spinale fa parte della porzione extra-cranica del Sistema Nervoso Centrale e si colloca all’interno della colonna vertebrale. Si definisce lesione al midollo spinale un’interruzione delle vie nervose ascendenti e discendenti del midollo spinale.

Le lesioni al midollo spinale possono essere causate da varie tipologie di traumi, come ad esempio incidenti stradali, infortuni sul lavoro, incidenti sportivi, cadute, aggressioni etc.

Tra i sintomi che si possono sviluppare in seguito a lesione spinale c’è la perdita della sensibilità, forza muscolare e delle funzioni intestinali, vescicali e sessuali.

La prognosi varia notevolmente, dalla tetraplegia irreversibile al recupero completo, in base all’entità e alla posizione della lesione. Esami attraverso la diagnostica per immagini (risonanza magnetica e tomografia computerizzata) sono utili per identificare l’entità della lesione.

Prognosi relative alla localizzazione della lesione spinale.

Terapia

Il trattamento delle lesioni del midollo spinale include l’immobilizzazione iniziale della colonna vertebrale per impedire ulteriori danni e limitare l’infiammazione. Possono far seguito interventi chirurgici per stabilizzare la colonna vertebrale o per rimuovere eventuali frammenti ossei o sangue accumulato al livello della lesione.

La riabilitazione è, di solito, molto lunga e richiede sia una terapia fisica che occupazionale. Ciò vuol dire che, oltre alla rieducazione ai movimenti fisici, si deve anche introdurre una riabilitazione per riacquistare o sviluppare competenze necessarie alla vita quotidiana e lavorativa del paziente.

I progressi della scienza

Il tessuto nervoso che costituisce il midollo spinale non è in grado di rigenerarsi e, quindi, in seguito a una lesione, non è possibile ristabilire la sua funzionalità. Inoltre, l’infiammazione che si crea nel sito della lesione rilascia delle molecole che possono causare ulteriori danni.

Tuttavia, negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha ipotizzato una possibile terapia basata sull’infusione intravenosa di cellule staminali mesenchimali. La speranza è quella di ripristinare, almeno in parte, la funzionalità del midollo spinale.

Prima di addentrarci nei meandri della terapia cellulare però, facciamo un piccolo excursus (breve e conciso, promesso) per capire meglio cosa sono le cellule staminali mesenchimali.

Cellule staminali mesenchimali

Le cellule staminali mesenchimali sono una tipologia di cellule staminali adulte pluripotenti.

Se c’è una cosa che un biologo cellulare nota subito è la tendenza a chiamare con un generico “cellule staminali” tipi di cellule diverse, con applicazioni diverse e funzioni diverse. Possiamo quindi dire che le cellule staminali sono una categoria di cellule che comprende, però, diverse tipologie.

Le cellule staminali mesenchimali (Mesenchymal Stem Cells, MSCs) originano dal mesoderma, il foglietto embrionale da cui si generano i tessuti connettivi come quello osseo, adiposo, cartilagineo o ematico.

Le MSCs sono un tipo di cellule staminali con le seguenti caratteristiche: sono adulte, immature e indifferenziate.

Adulte significa che, a differenza delle cellule staminali embrionali, sono in una fase di progressione più avanzata. Questo fa sì che siano un tipo di cellule staminali pluripotenti, ossia sono in grado di generare cellule di tipo connettivale (quelle che derivano dal mesoderma) e non cellule che formano altri tipi di tessuti.

Immature vuol dire che non sono ancora in grado di svolgere una particolare funzione. Questa caratteristica fa sì che le MSCs siano in grado di autorinnovarsi, ossia di dividersi creando altre MSCs che possiedono le stesse caratteristiche staminali.

Infine, le MSCs sono cellule indifferenziate, sono cioè assenti caratteristiche morfologiche tipiche delle cellule differenziate a cui danno origine. Dalle MSCs, infatti, hanno origine cellule differenziate, ossia specializzate e morfologicamente adatta a formare un certo tipo di tessuto.

Terapia cellulare

Un report, pubblicato sulla rivista Clinical Neurology and Neurosurgery, ha riportato la storia clinica di 13 pazienti con lesioni spinali ai quali sono state infuse MSCs.

Le MSCs somministrate ai pazienti sono autologhe, ossia sono prelevate dal midollo osseo del paziente stesso, cresciute in laboratorio e successivamente reintrodotte nel paziente per via endovenosa.

I pazienti hanno dimostrato la tendenza a un rapido miglioramento delle funzioni neurologiche notato alcuni giorni dopo l’infusione.

Precedenti studi su modelli animali hanno evidenziato che i fattori secreti dalle MSCs hanno proprietà neurotrofiche, ossia sostengono la nutrizione delle cellule nervose.

Tra i fattori secreti dalle MSCs, il fattore neurotrofico derivato dal cervello (brain derived neurotrophic factor, BDNF) si è dimostrato essere l’attore principale nella riduzione dell’edema nel sito della lesione e nella ricostruzione della barriera ematica del midollo spinale.

IL BDNF può avere effetti positivi anche sull’eccitabilità neuronale, essenziale per la conduzione del segnale nervoso.

Limitazioni

Sebbene queste ricerche siano di buon auspicio, è bene rimanere con i piedi per terra e cercare di capire quali siano le limitazioni scientifiche.

Nell’articolo scientifico, infatti, si afferma che lo studio è stato fatto non in cieco e senza controllo. Cosa vuol dire?

In uno studio in cieco con controllo, i pazienti vengono divisi in due gruppi: un gruppo riceverà la terapia sperimentale, mentre l’altro gruppo riceve una terapia placebo (questo gruppo è chiamato “controllo”). In alcuni studi, detti “in cieco singolo”, mentre il paziente è ignaro se sia sottoposto a terapia o a placebo, il medico ne è a conoscenza. In altri tipi di studi, chiamati “in doppio cieco” né il paziente né il medico sanno se il paziente è in terapia o è sotto placebo.

Per avere maggior rigore scientifico, quindi, dobbiamo aspettare ulteriori studi in cieco e con controllo.

Fonti:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0303846721000925

https://news.yale.edu/2021/02/22/yale-scientists-repair-injured-spinal-cords-using-patients-own-stem-cells

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/lesioni-e-avvelenamento/lesioni-spinali/lesioni-del-midollo-spinale-e-delle-vertebre

https://www.eurostemcell.org/it/lesioni-del-midollo-spinale-come-potrebbero-aiutare-le-cellule-staminali

Marta

Scienziata italiana, ricercatrice nel Regno Unito. Impiego sempre troppo tempo a spiegare che, pur essendo un dottore, non sono un medico. Mi occupo di ricerca sul cancro, immunoterapia e cerco di capire come funziona lo stress nel corpo umano.

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