Buco dell’ozono – Come il vecchio frigo di vostra nonna ha quasi distrutto la vita sulla Terra
Come si forma il buco dell’ozono? Perché si forma solo sull’Antartide? Che utilità ha per noi lo strato di ozono? È vero che un buco mette sempre allegria?
Queste sono le domande a cui risponderemo in questo articolo.
Quindi mettetevi comodi sul divano, fate scorta di pane elfico e preparatevi ad un viaggio verso le vette inesplorate della nostra atmosfera. Faremo un bellissimo percorso e lo faremo senza l’uso di acidi, almeno noi, ma solo con la forza dell’immaginazione e della scienza.
In alcuni punti potreste perdervi, quindi ecco la mappa del ciclo che vi permetterà di orientarvi tra le lande desolate della stratosfera.
Ozono, alleato della vita e, cosa più importante, della perfetta tintarella.
L’ozono è un composto a base di ossigeno, ha formula O3, e si trova principalmente a 25 Km di altitudine nella fascia di atmosfera chiamata ozonosfera.
L’ozono come tutte le molecole assorbe radiazioni elettromagnetiche e, per nostra fortuna, assorbe proprio le radiazioni che potrebbero friggerci malamente. Queste radiazioni sono gli UV con energia più alta, UVC ed UVB.
Nello stesso tempo, però, l’ozono fa passare la luce visibile, infrarossi e UV a bassa energia, i cosiddetti UVA, quelli che ci permettono di assumere un sano colorito marrone ogni estate.
Senza questo strato, probabilmente, la vita non sarebbe mai riuscita a svilupparsi sulla Terra.
Il peggior nemico dell’uomo: il frigo.
Cl۰ + O3 → ClO۰ + O2
ClO۰ + ClO۰ → 2 Cl۰ + O2
Tradotto in parole povere: se nella stratosfera ci fossero solo Cl۰ e O3 saremmo nella materia fecale fino al collo; però c’è un eroe che ci salva dall’estinzione ed è il radicale NO2۰.
La reazione che dà il nostro super eroe radicalico con il cloro è la seguente:
ClO۰ + NO2۰ → ClONO2
In questo modo inibisce la rigenerazione del radicale Cl۰.
N.B.: il puntino accanto alla molecola (A۰) indica che la molecola A è di tipo radicalico, ovvero presenta un elettrone spaiato; tale elettrone rende il radicale estremamente reattivo.
I possibili danni generati dagli hippy con le auto elettriche.
Gli ossidi di azoto presenti nella stratosfera, ironicamente, sono un prodotto dell’inquinamento, infatti sono generati a partire dall’N2O, che viene utilizzato come fertilizzante nell’agricoltura.
Inoltre, i gas serra, come la CO2, diminuiscono la velocità di degradazione dell’ozono. Questo perché si vanno a collocare molti Km sotto l’ozonosfera e impediscono ai raggi solari riemessi dalla Terra di raggiungere la fascia di ozonosfera.
Ciò comporta la diminuzione delle temperature, mentre i processi di degradazione dell’ozono sono favoriti a temperature più alte.
Quindi, se avessimo introdotto le auto elettriche negli anni ’60, probabilmente, adesso avremmo un problema molto più grave con il buco dell’ozono.
L’Antartide un posto freddo dove aprire un buco
Ricordate le nubi stratosferiche polari? Immagino di no, quindi vi metto il link al nostro post sulle nubi stratosferiche polari.
Per adesso ciò che vi importa sapere è che sono nuvole che si generano in ambienti molto molto freddi, -178°C, e che intrappolano NO2۰.
Ciò comporta due cose:
- che si formano solo in Antartide;
- che rimuovendo NO2۰ dall’atmosfera permettono a Cl۰ di fare il bulletto della stratosfera.
Quindi, dove si formano queste nubi, c’è un maggior consumo di ozono.
Conclusione
In conclusione, possiamo dire che, per una volta, lo spirito di cooperazione tra le nazioni del nostro pianeta ha prodotto risultati incoraggianti.
Infatti, tutti i gas nocivi per lo strato dell’ozono sono stati banditi dal protocollo di Montréal del 1990, eccetto che negli usi per cui non si possono trovare dei sostitutivi.
Nonostante queste contromisure, però, il buco dell’ozono ha continuato ad allargarsi fino al 2000, per via della lunga permanenza nell’atmosfera dei clorofluorocarburi.
Ad oggi, il buco nell’ozono si è ridotto di circa 4 milioni di km quadrati e, secondo le stime, il risanamento permanente si avrà verso il 2050.
In ogni caso evitate di esultare, abbiamo risolto il problema del buco dell’ozono, ma quello dell’effetto serra sta diventando più urgente di anno in anno.
Non voglio fare il Greta Thumberg della situazione… anzi no, voglio farlo! Stiamo rischiando davvero molto.
Molto più di quanto abbiamo rischiato con l’ozono. La storia dei CFC ci insegna che quando l’umanità si pone un’obiettivo comune è inarrestabile!
Sono laureato in chimica all’Università degli Studi dell’Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall’astrofisica al senso della moda nell’Impero Bizantino.
Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia.
Probabilmente utilizzerò questa descrizione anche su Tinder 🌰