Un’astronave grande come il Sistema Solare
Immaginate di condurre una normalissima vita, sul vostro normalissimo pianeta. È estate e siete alla conclusione di bellissima serata in piscina. Vi sdraiate sul prato, aprite l’ultima birra e guardate il cielo. Nero, quasi completamente privo di luci, nessuna stella, solo qualche sporadico puntino, che si staglia in quel buio infinito. A quel punto, vi viene in mente una vecchia lezione di storia del liceo, quando la vostra insegnante vi parlava di antiche creature ormai estinte, che, milioni e milioni di anni fa, alzando lo sguardo al cielo, potevano osservare migliaia di luci nel cielo. Doveva essere meraviglioso. Fate un altro sorso di birra e, col costume ancora umido e la testa alleggerita dall’alcol, vi chiedete dove vi porterà questo viaggio infinito.
Una freccia nell’universo
In quel momento, anche se non lo percepite, vi state muovendo a circa 1000 km/s [1]. Non solo voi, MA anche il vostro pianeta, il vostro sole e tutto il corredo di pianeti del suo sistema. Siete su una stella iperveloce.
La teoria più comunemente accettata prevede che queste stelle si formino quando un sistema di stelle binarie (due stelle che ruotano l’una attorno all’altra) entra in contatto con il buco nero al centro della loro galassia [2]. Tuttavia, alcune stelle iperveloci hanno traiettorie che non sembrano adattarsi a questa teoria, poiché non passano attraverso il centro della galassia [3]. Inoltre, le stelle iperveloci sono circa 100 volte più numerose di quanto ci si potrebbe aspettare. Quindi, va da sé che ci sia un’altra possibile origine per queste stelle, ma quale? Ad oggi, nessuno ancora lo sa con certezza, però ci sono varie teorie:
- Esplosione asimmetrica di una supernova in un sistema binario. Due stelle ruotano l’una attorno all’altra, ad un certo punto, una delle due esplode e scaglia l’altra a velocità folli nell’universo [4].
- Un secondo buco nero al centro della galassia. Ciò spiegherebbe l’alto numero di stelle iperveloci, ma non il fatto che alcune di esse provengano da zone più esterne della galassia.
- Attività galattica. Al centro delle galassie attive ci sono delle regioni molto turbolente, che espellono grandi getti di materia ad altissima velocità. Se tale getto di materia incontra una nebulosa, può comprimerla fino a generare una stella.
- Incontro tra due sistemi binari. Un sistema, costituito da due o più stelle, ne incontra un’altro simile. L’interazione gravitazionale tra i vari corpi può generare una potente fionda gravitazionale [1].
- Incontro di una stella con un ammasso di stelle massicce. Nella nostra galassia, sono presenti dei cluster di stelle di grandi dimensioni, che si muovono in gruppo. L’interazione tra tali ammassi e un’altra stella potrebbe produrre un effetto fionda e lanciare la stella ad altissime velocità [3].
Vita e velocità
Abbiamo visto come nascono questo tipo di stelle, ma è davvero possibile che la vita si sviluppi o sopravviva a seguito di eventi così drammatici? In effetti sì. Le stelle iperveloci, infatti, potrebbero riuscire a conservare i pianeti più vicini del loro sistema [6]. Per fare un esempio con il nostro sistema: se il sole diventasse una stella iperveloce, i pianeti più vincolati alla gravità della stella, come Mercurio, Venere, Terra e probabilmente Marte, verrebbero trascinati, assieme al Sole; invece Giove, Saturno, Urano e Nettuno verrebbero espulsi dal Sistema Solare.
Ciò rende plausibile il fatto che le stelle iperveloci, con pianeti abitabili, possano tranquillamente sviluppare e far evolvere la vita. Naturalmente, la statistica non gioca a favore di questa possibilità, si tratterà sicuramente di eventi estremamente rari. Il fatto, però, che bisogna tenere in considerazione è che l’Universo è così spropositatamente grande, che anche un evento che ha possibilità infinitesimali di avvenire, avviene un numero considerevole di volte. Se hai una possibilità su un milione di vincere al gratta e vinci, ma hai a disposizione svariate migliaia di miliardi di schedine, stai pur certo che a fine giornata avrai un numero enorme di biglietti vincenti. A fine serata avrete il braccio usurato, ma con quello che avrete vinto potrete comprarvi un fighissimo braccio meccanico! Adesso ho voglia di comprare dei gratta e vinci…
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Acceleriamo un po’
Sempre nello studio citato precedentemente [5], si ipotizza una nuova categoria di stelle, ancora più veloci delle stelle iperveloci: le stelle iperveloci semi-relativistiche. Delle stelle nate dopo eventi estremamente violenti, come la collisione tra due galassie, che vengono accelerate a velocità prossime a quella della luce. Secondo lo studio, stiamo parlando di velocità dell’ordine del 10-30% della velocità della luce [6]. In parole povere, parliamo di velocità dell’ordine di 100000 km/s.
Ad una simile velocità, potremmo arrivare alla galassia di Andromeda, quella più vicina alla nostra, in soli 3 milioni di anni. So che difficilmente si riesce a concepire una frase che accosta le parole “soli” e “tre milioni di anni”, però, in termini cosmologici, 3 milioni di anni sono davvero una sciocchezza. Nel giro di qualche centinaio di milioni di anni, una stella simile potrebbe visitare centinaia di galassie e “contaminarle” con l’eventuale vita presente su uno dei suoi pianeti. Una specie di fecondatore cosmico, che passa, dona la vita e fugge verso nuovi lidi… mi ricorda qualcosa.
Sul fondo della bottiglia
Ormai albeggia e voi siete ancora lì, con la testa poggiata sull’erba a giocherellare distrattamente con la bottiglia di birra ormai vuota. Nella vostra lunga osservazione, di quel cielo oscuro e profondo, ha catturato la vostra attenzione una piccola e pallida figura dalla forma ovoidale, grande più o meno come un pollice. Quella, un tempo, era la vostra casa. Il luogo in cui, miliardi di anni prima, si erano formati il pianeta sul quale siete sdraiati ora e il sole che vi ha scaldato durante tutto l’arco della giornata. Tutto ciò che conosci e che ami viaggia lungo traiettorie inesplorate, senza una meta e senza uno scopo. Un’ironica metafora della vita. Nel frattempo guardate la birra vuota, con lo sguardo assente, e vi chiedete se nel frigo ne sia rimasta ancora una.
Sono laureato in chimica all’Università degli Studi dell’Aquila ma mi appassiona qualsiasi forma di conoscenza, dall’astrofisica al senso della moda nell’Impero Bizantino.
Nella vita lavorativa mi occupo di consulenze mediche, mentre in quella privata di viaggi, birra e fotografia.
Probabilmente utilizzerò questa descrizione anche su Tinder 🌰