Allergia e anafilassi
Dopo aver acquisito le conoscenze per affrontare moltissime altre situazioni di emergenza nella nostra rubrica: “1000 modi per salvare vite“, il nostro bagaglio da soccorritore necessita di un altro tassello: “Come affrontare l’anafilassi?”.
L’anafilassi è molto comune, tant’è che è probabilissimo che almeno una volta nella nostra vita vedremo o abbiamo già visto una persona in corso di anafilassi. È una forma di ipersensibilità IgE mediata (tipo 1), ovvero un rilascio eccessivo da parte del nostro organismo di IgE in seguito all’esposizione a uno specifico allergene.
In questo articolo capiremo come funziona l’allergia e come intervenire in caso di anafilassi.
Cos’è l’allergia?
Ci sarà capitato sicuramente di starnutire e dare la colpa alla “dannata allergia” e, come Willie dei Simpson fa con gli scozzesi, l’avremo anche maledetta. Ma sappiamo veramente cos’è l’allergia?
L’allergia è una risposta immunitaria anomala ed esagerata indotta dal contatto, dall’inalazione o dall’ingestione di sostanze estranee al nostro organismo normalmente innocue (chiamate allergene).
Il nostro sistema immunitario ha la funzione di proteggerci da elementi estranei potenzialmente nocivi (batteri, virus … eccetera). Ma alcune sostanze normalmente innocue, in soggetti predisposti, possono essere riconosciute come dannose e attivare il sistema immunitario, generando una reazione allergica.
Meccanismo dell’allergia
Per un’efficace comprensione dell’anafilassi, che vedremo dopo, è però necessario conoscere almeno superficialmente come si sviluppa l’allergia. Ma per non annoiarvi con inutili tecnicismi lo faremo in modo semplice e divertente, un po’ alla “Esplorando il corpo umano”.
Gli allergeni
In soggetti predisposti, il contatto con una sostanza normalmente innocua ma che viene riconosciuta dall’organismo come pericolosa può causare una reazione allergica. Queste sostanze sono chiamate allergeni e possono interagire con il nostro organismo per contatto, per inalazione, per ingestione, o per iniezione.
Gli allergeni più comuni sono:
- i pollini (parietaria, artemisia, ulivo, cipresso …);
- gli acari della polvere;
- alcuni alimenti (in particolare noci, crostacei, arachidi, uova, latte di mucca);
- alcuni farmaci (ibuprofene, aspirina, antibiotici, mezzi di contrasto);
- derivati di animali domestici (pelo, urina, feci);
- punture o morsi di insetti;
- nichel, lattice, prodotti chimici (tinture per capelli, detersivi).
Il processo allergico si compone di due fasi: la sensibilizzazione e il secondo contatto. Spieghiamole in breve, utilizzando metafore per una più semplice e divertente comprensione.
La sensibilizzazione
Anche nei soggetti non allergici, quando l’organismo viene a contatto per la prima volta con un allergene si attiva il sistema immunitario.
Non appena l’allergene entra nel nostro organismo “suonerà l’allarme” e verranno richiamati i macrofagi che lo individuano. I macrofagi sono come dei carabinieri che analizzano l’allergene e presentano i “documenti” ai linfociti. Questi ultimi producono una sostanza chiamate IgE che è specifica e lega perfettamente l’allergene con cui l’organismo è venuto a contatto.
Le IgE entrano in circolo, legano alcune cellule chiamate mastociti e vengono trasportate a spasso fino a raggiungere le parti del corpo più a contatto con gli allergeni: la pelle, il naso, i polmoni. Quindi, in questi organi, i mastociti legati alle IgE fungono da sentinelle e si riattiveranno se l’organismo rientra in contatto con lo stesso allergene che ne ha determinato la prima attivazione.
Secondo contatto
Quando lo stesso allergene contro cui erano state prodotte le IgE specifiche entra di nuovo in contatto con il nostro organismo, viene subito riconosciuto dalle IgE. Quindi lo legano e attivano i mastociti che rilasciano sostanze come: istamina, leucotrieni e altri mediatori dell’infiammazione. Si attiva quindi una risposta infiammatoria.
Nei soggetti non predisposti, questa risposta infiammatoria si spegne subito, senza dare problemi. Negli allergici, invece, l’infiammazione “impazzisce”, persiste e può estendersi alle zone vicine.
Ma perché mai il nostro organismo dovrebbe attivare una risposta così dannosa?
In realtà i meccanismi prima descritti sono perfetti per lottare contro i parassiti. Questi, infatti, sono resistenti alla maggior parte dei meccanismi di difesa del nostro organismo; quindi è fondamentale una risposta rapida come quella descritta precedentemente per farli fuori.
Nei soggetti allergici, però, questa risposta si attiva completamente fuori luogo, dando numerosi problemi.
Anafilassi
La manifestazione allergica più rapida, grave e di fondamentale importanza per chiunque voglia diventare unǝ bravǝ soccorritorǝ è proprio l’anafilassi. I sintomi dell’anafilassi iniziano entro 15 minuti dall’esposizione e possono variare da lievi a gravi. Interessano le vie aeree, l’apparato cardiocircolatorio, la cute e il tratto gastrointestinale.
Quando sospettarla?
Come sempre, la prima cosa da conoscere per un soccorritore, è valutare la circostanza. Se un soggetto ha determinati segni ed è stato appena punto da un insetto o ha appena mangiato un cibo a cui potrebbe essere allergico, si sospetta l’anafilassi.
I segni a cui bisogna fare attenzione sono:
- prurito, eruzioni cutanee o gonfiore a livello delle mani, dei piedi, del volto, del collo;
- respirazione rallentata o difficoltosa, fino all’arresto respiratorio;
- vomito, diarrea, vertigini
Cosa fare?
La prima cosa da fare è sempre chiamare il 118 (112 dove è attivo il numero unico d’emergenza) e spiegare la situazione. Fondamentale sarà innanzitutto dire da dove si chiama e chi è l’interessato, poi cosa è successo (dicendo se il soggetto stava mangiando un cibo o se l’ha punto un insetto) e successivamente descrivere la sintomatologia.
Sebbene la terapia vera e propria sia di competenza medica, essenziale è comunque sapere a grandi linee gli interventi da effettuare. Se il soggetto ha già una diagnosi allergica grave nota, è molto probabile che abbia con sé un auto-iniettore di adrenalina. In caso affermativo procedere immediatamente con l’iniezione. Infatti, l’adrenalina in queste situazioni rappresenta un vero e proprio farmaco salvavita.
Inoltre, se il paziente lo ha con sé, importante è anche l’assunzione di un antistaminico, che blocca la reazione allergica.
Se il soggetto è in stato di shock, in attesa dei soccorritori, deve essere posizionato nella posizione di Trendelenburg.
Il malcapitato viene messo supino (steso) con le gambe sollevate di circa 30cm (ad esempio con l’ausilio di una sedia).
Magari, se possibile, andrà posizionato in modo tale che il capo si trovi più inferiormente rispetto alle ginocchia e al bacino. Questa posizione è fondamentale per facilitare la circolazione a livello degli organi vitali (cuore e cervello) grazie all’effetto gravità.
Cosa non fare
Se lo shock anafilattico è causato dalla puntura di un insetto (esempio da un’ape), non dovete assolutamente estrarre il pungiglione con le dita o con una pinza. Infatti, la compressione dello stesso aumenterebbe il rischio di rilasciare veleno. Dovete invece raschiarlo via, con una carta di credito ad esempio.
Recenti studi affermano come ciò che conta realmente (per l’ennesima volta) è la rapidità d’intervento. Infatti, maggiore è il tempo che passa tra la puntura e l’estrazione del veleno e maggiore è il rilascio dello stesso. Quindi non tanto è importante la tecnica di estrazione, quanto la rapidità nel toglierlo.
Non adottate la manovra detta prima in caso di sospetto di traumi a livello della testa, del collo, della schiena o delle gambe perché potreste peggiorare la sospetta frattura.
Se il malcapitato lamenta difficoltà respiratorie, non ponete rialzi o cuscini sotto il capo, né tanto meno somministrate pillole, liquidi o alimenti. Queste operazioni potrebbero, infatti, aggravare l’ostacolo al passaggio di aria nelle vie aeree.
Conclusione
Finalmente abbiamo raggiunto un altro traguardo per la nostra carriera da soccorritore. Ovviamente in condizioni come queste è fondamentale mantenere il sangue freddo e non agitarsi.
E a voi è mai capitato di assistere a un evento simile? Come avete reagito?
Fonti
Shock anafilattico: primo soccorso, cosa fare e cosa non fare – My-personaltrainer.it [ita]
Bonomo, L. (1984). Immunologia clinica. UTET.
Fauci, A. S., Braunwald, E., & Kasper, D. L. (2006). Harrison. Principi di Medicina Interna (16ª edizione).
Pillole di Primo soccorso – Croce Rossa Italiana [ita]
Fonte immagine copertina: https://www.staycalm.net.au/services
Sono Tommaso Magnifico, studente di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari e Socio Mensa (The high IQ society).
Scrivo articoli specialmente riguardati la medicina in tutte le sue sfaccettature: dal pronto intervento alla psicologia.
Potere alla scienza!!!