1000 modi per salvare vite, parte 6: Epistassi
L’epistassi (o sanguinamento nasale) è un fenomeno molto comune: basti pensare che circa il 60% delle persone lo sperimentano almeno una volta nella vita.
Dopo aver parlate dell’emorragia, fondamentale è capire anche come agire in caso di epistassi e completare il nostro sapere sull’emergenze mediche da perdita ematica.
Quando è più frequente l’epistassi?
In estate, specialmente se molto calda come quella attuale, o in inverno rigido, il sanguinamento nasale è molto comune. Questo accade perché i capillari nasali sono molto sensibili alle variazioni di temperatura esterna, andando incontro a fenomeni importanti di vasodilatazione (se è caldo) o vasocostrizione (se è freddo).
L’enorme sensibilità dei capillari a questi meccanismi può comportarne una facile rottura e, consequenzialmente, determinare epistassi.
Inoltre, il sanguinamento nasale è molto più frequente nei primi anni di vita e dopo i 60 anni. Nei bambini, infatti, i baby vasi sanguinei sono ancora immaturi e piuttosto fragilini, per cui facilmente possono rompersi. Dopo i 60 anni, invece, sono più frequenti le condizioni che possono determinare il sanguinamento (es. ipertensione, patologie epatiche).
Quanti tipi di epistassi esistono?
Sicuramente la prima distinzione da fare riguarda la frequenza del sanguinamento. Potremo parlare di epistassi sporadica se si presenta solo una volta e in modo isolato, evenienza molto comune e che si risolve rapidamente non dando grosse preoccupazioni. È possibile anche avere un’epistassi frequente, che sicuramente sarà necessario approfondire con una visita medica. Molto peggio è l’epistassi subcontinua, che persiste per molto tempo e che può molto preoccupare.
Una seconda classificazione distingue il sanguinamento nasale in arterioso e venoso. L’epistassi arteriosa è caratterizzata da un sanguinamento rutilante (come una fontana) e con sangue di colore rosso acceso (come un rossetto chic). L’epistassi venosa, invece, è caratterizzata da sanguinamento lento e di colore più scuro.
Un’altra classificazione, che bisogna conoscere per essere bravi soccorritori, è quella che distingue l’epistassi in base alla localizzazione. Perché tutti probabilmente conoscono il classico sanguinamento nasale (con il sangue che esce dalle narici), ma pochi conosceranno l’epistassi posteriore.
Infatti, è certamente possibile che la rottura dei capillari avvenga a livello di una parte più anteriore della cavità nasale (dove esistono zone di maggiore fragilità) e che si abbia una perdita ematica ben riconoscibile dall’uscita di sangue dal naso (in tal caso si parla di epistassi anteriore).
Ma è possibile anche che la rottura dei capillari avvenga a livello di una parte più posteriore della cavità nasale e che il sangue si porti nel rinofaringe e in bocca, con perdita di sangue dalla bocca e vomito.
Il problema è che se il sangue si porta a livello delle basse vie respiratorie, arrivando ai polmoni, può dare quadri anche molto gravi di polmonite (definita polmonite da ab ingestis). Per cui è necessario per il bravo soccorritore conoscere anche questa condizione
Cause di epistassi
Le cause di sanguinamento nasale possono essere davvero molte, ma non mi dilungherò nella loro spiegazione perché riconoscere la causa è il lavoro che spetta al medico.
Possono esserci cause locali (esempi: raffreddore, traumi, setto nasale deviato, presenza di corpi estranei, sostanze inalanti, droghe, tumori) o sistemiche (esempi: deficit della coagulazione, uso di anticoagulanti o antiaggreganti, ipertensione, patologie epatiche, piastrinopenie o piastrinopatie)
Come intervenire in caso di epistassi?
Prima cosa importantissimissi(…)missima: NON PORTATE INDIETRO LA TESTA DEL MALCAPITATO.
Chiunque potrebbe pensare: “beh se un tizio sta perdendo sangue dal naso basta che gli porto la testa all’indietro ed evito che il sangue esca”. SBAGLIATISSIMO!
Con questa stupida manovra potreste soffocare il povero malcapitato. Infatti, il sangue si porterebbe nel rinofaringe e nel cavo orale e scenderebbe anche più in basso, attivando il riflesso del vomito. Potrebbe addirittura andare a irritare i polmoni (dando polmonite da ab ingestis) o arrivare a livello gastrico dando vomito ematico. Quindi, ricordate di non farlo per nessun motivo al mondo. A meno che non vogliate ammazzare la persona ma in tal caso sareste perseguibili dalla legge.
Ok, vi ho detto cosa non fare ma ora ecco cosa dovete assolutamente fare:
Flettete il capo in avanti, facilitando la fuoriuscita di sangue. Se il sanguinamento non è eccessivo fate soffiare il naso al mal capitato, permettendo la detersione delle cavità nasali.
Ma occhio… Se il sanguinamento è importante e duraturo bisogna subito fermarlo, quindi non esitate a chiamare il 118 (112 lì dove è attivo il numero di emergenza unico).
Nel mentre, provate a pigiare le ali del naso per 1-2 minuti in modo tale da cercare di fermare il sanguinamento. In questo modo, un sanguinamento non eccessivo potrebbe anche fermarsi grazie alla compressione esercitata sulle pareti del capillare rotto.
Si può anche poggiare del ghiaccio o delle pezze bagnate con acqua fredda sulla piramide nasale per sfruttare il loro effetto vasocostrittore.
Per chi appena ha letto “ali del naso” ha pensato a un uccello o per chi leggendo “piramide nasale” ha pensato alle piramidi d’Egitto, ecco un brevissimo cenno di anatomia.
Anche se il vostro compito di soccorritori in caso di epistassi finisce qui, se il sanguinamento è abbondante, il lavoro del medico continua. Per curiosità vi diletto con qualche metodica che i medici usano per trattarla.
Trattamento medico-chirurgico dell’epistassi
Di solito se il sanguinamento non è eccessivo il trattamento si evita; importante, però, sarà fare una bella visita per capire quale potrebbe essere stata la causa del sanguinamento se esso tende a ripresentarsi spesso.
Se il sanguinamento è importante si inserisce un tamponcino nelle cavità nasali in modo tale da fermare la fuoriuscita ematica.
Dopo aver fermato il sanguinamento bisognerà andare a capirne l’origine e fermarla con cauterizzazione chimica, elettrocoagulazione, chirurgia endoscopica, legatura arteriosa o embolizzazione.
Conclusioni
Ennesimo traguardo raggiunto per voi soccorritori. Questo articolo si aggiunge alla nostra rubrica “1000 modi per salvare vite” che comprende ora i seguenti articoli:
- 1000 modi per salvare vite, parte 1: Pronto soccorso
- 1000 modi per salvare vite, parte 2: Colpo di calore
- 1000 modi per salvare vite parte 3: Ipotermia
- 1000 modi per salvare vite parte 4: Ictus
- 1000 modi per salvare vite, parte 5: Asma
- 1000 modi per salvare vite, parte 6: Epistassi
Mi raccomando, in presenza di un’emergenza medica ora sapete come agire, per cui non esitate e non tiratevi mai indietro.
Se volete avere consigli su come agire in alcune circostanze o vorreste che parlassimo di qualche emergenza medica in particolare, scriveteci pure e noi faremo il possibile per aiutarvi.
DO FIRST AID.
Sono Tommaso Magnifico, studente di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari e Socio Mensa (The high IQ society).
Scrivo articoli specialmente riguardati la medicina in tutte le sue sfaccettature: dal pronto intervento alla psicologia.
Potere alla scienza!!!